Stati Uniti

2025, il turismo prossimo venturo, non solo in USA: l’effetto Trump

I protagonisti del “settore turismo” in tutto il mondo si stanno preparando all’impatto dei dazi annunciati dall’amministrazione di Donald Trump, con un impatto particolarmente forte in Asia, dove la maggior parte dei paesi è stata inserita nell’elenco dei “cattivi ” e dovrà affrontare dazi molto pesanti.

Ad eccezione di Singapore, che avrà un’aliquota base del 10%, il resto della regione dovrà affrontare costi aggiuntivi che vanno dal 17% (Filippine) al 54% (Cina). Giappone e Malesia (24%), Taiwan e Indonesia (32%), Thailandia (36%), Vietnam (46%) e Cambogia (49%) sono altri paesi pesantemente colpiti, con la conseguenza che queste misure “sconvolgeranno i modelli di business di migliaia di aziende, fabbriche e forse di interi Paesi.

È di certo, questo, un cambiamento senza precedenti nel commercio globale che avrà ripercussioni su molteplici settori, tra cui il turismo, che sarà coinvolto a livello mondiale, visto il peso degli USA nello scacchiere. La misura riguarderà tutti i settori dei viaggi, dal turismo ricreativo al business travel, agli eventi.

Effetto del pacchetto dazi di Donald Trump sul settore dei viaggi

USA Trump
Il Presidente Donald Trump (ph Wikimedia commons)

«Il turismo dipende da un ambiente stabile, sia ecco per affari che per piacere – commentano gli esperti. Oltre un miliardo e mezzo di persone subiranno questi dazi che rappresentano un colpo devastante per l’economia globale e avranno un triplice impatto sul nostro settore: innanzitutto, ci saranno meno soldi disponibili per viaggiare; in secondo luogo, la paura ridurrà i viaggi da e per gli Stati Uniti; e in terzo luogo, le restrizioni alle frontiere e le ritorsioni commerciali potrebbero peggiorare la situazione, che stava avviandosi a raggiungere i livelli pre pandemici del 2019, anno record per il turismo».

Va da sé che più o  meno giustamente, le nuove tariffe che l’amministrazione Trump sta applicando, comporteranno costi più elevati per tutti gli operatori del settore, dalle compagnie aeree agli hotel, alle società di autonoleggio, il che porterà inevitabilmente a prezzi più alti che avranno come conseguenza una minore domanda.

Chicago
Il Chicago River, a Chicago, sede del prossimo IPW, la fiera dell’incoming turistico americano dove si decide il futuro del turismo a stelle e strisce

Impatto globale e regionale
L’impatto delle tariffe varia a seconda del segmento e della regione.
Per l’incoming, il turismo in entrata negli Stati Uniti vi sarà un impatto negativo dovuto alla percezione del “brand USA” e al dollaro forte, anche se potrebbe essere solo temporaneo.
Per l’outgoing, il turismo in uscita dagli Stati Uniti, l’impatto sarà moderato, con rischio di recessione che incide sulla domanda, ma un dollaro forte rende i viaggi all’estero più economici ed invitanti.

L’impatto globale della “cura Trump” sarà, invece, complessivamente negativo, poiché l’incertezza economica ridurrà la spesa destinata ai viaggi con benefici per i turismi di prossimità.

Stati Uniti
La Maestosità del Grand Canyon una delle maggiori attrazioni turistiche USA

L’area Asia-Pacifico, la più colpita assieme all’ UE probabilmente subirà un effetto neutro, con una domanda inferiore causata della pressione economica, ma con un aumento del turismo regionale, soprattutto dalla Cina, grande emissore, ma si pensa che al di là dell’impatto immediato, l’interdipendenza globale sia troppo forte per essere frenata a lungo, per cui il turismo trova sempre il modo di riprendersi, con una sorta di correttore automatico.

Possibili ritorsioni e rischi a lungo termine sulle decisioni del Presidente Trump

Molte nazioni del Sud-est asiatico hanno un surplus commerciale con gli Stati Uniti, rendendo inefficaci le tariffe di ritorsione. Detto questo ci si deve chiedere quali altre misure adotteranno i governi in risposta alle azioni di Trump?
Imporranno restrizioni sui visti o nuove tasse ai visitatori?
La preoccupazione maggiore, tuttavia, è l’instabilità globale.

Boston
Boston, una delle città più visitate. Il Boston Harbour ph. Kyle Klein

L’amministrazione Trump ha dimostrato di essere altamente destabilizzante in vari modi, già da questi primi mesi, i mercati hanno reagito negativamente (vedi i rossi clamorosi delle Borse valori) e molte aziende stanno rimandando le decisioni di investimento a causa dell’incertezza. Se questo porta a una recessione, l’industria del turismo sarà una delle prime ad esserne colpita.

La flessione del mercato potrebbe incidere sulla spesa per i viaggi. L80% del turismo è finanziato dal 20 per cento dei consumatori più ricchi, e saranno loro a soffrire maggiormente gli effetti dell’instabilità economica.

Percezione negativa degli USA e calo del turismo in entrata
Uno degli impatti più immediati sarà il calo del turismo negli Stati Uniti, non solo a causa dei costi economici ma anche della percezione  che viene trasmessa del Paese stesso.L’immagine dei brand legati agli USA ha subito uno dei peggiori cali degli ultimi due anni, il che influenzerà le decisioni dei consumatori, anche in materia di viaggi.

Non bastasse il fatto che le metropoli degli Stati Uniti sono già molto costose per i turisti internazionali e le nuove tariffe non faranno che aggravare il problema, che è reale.
A questo si aggiungano la retorica anti-stranieri e le notizie di deportazioni, che stanno seriamente danneggiando l’immagine degli Stati Uniti come destinazione turistica.
Quetsto impatto negativo è già stato riscontrato relativamente ai viaggi provenienti dal Canada e ora si estenderà ai paesi colpiti dai nuovi dazi.

USA Trump
WIlliams, Arizona

Anche il turismo in uscita dagli Stati Uniti, forti comunque sul mercato interno, potrebbe cambiare. Mentre i prezzi più alti potrebbero incoraggiare il turismo interno, un dollaro forte potrebbe rendere i viaggi all’estero più allettanti, salvo vedere le ritorsioni delle nazioni estere. Uno dei paesi che potrebbe essere interessato è il Giappone.

Nel 2024, il turismo statunitense in Giappone è cresciuto del 33%, con 2,7 milioni di visitatori statunitensi e un totale di 36 milioni di turisti internazionali. Solo nel gennaio 2025, 182.500 viaggiatori americani hanno visitato il Giappone, secondo i dati dell’Organizzazione nazionale del turismo giapponese (JNTO).

Le ritorsioni tariffarie potrebbero aumentare i costi e ridurre la domanda, portando a un calo del turismo statunitense in Giappone e in Europa, dove si prevede che il numero di viaggiatori statunitensi diminuirà, sebbene compensato da un aumento del turismo regionale.

massimo terracina

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