Tabarro

A Lucca, per celebrare il Tabarro !

Il Tabarro è un mantello a ruota da uomo che ha lontanissime origini nel tempo.
Già nell’antichità se ne trovano tracce, in forma molto simile a quella attuale; una sua derivazione è la toga dei patrizi e senatori romani, ad esempio.
Per la sua facile forma, si ritrova anche nel Medioevo, usato dai cavalieri durante le investiture e dai medici e notabili nella vita quotidiana.

Tabarro
Come indossare il Tabarro (pag. Facebook dell’associazione Civiltà del Tabarro)

Durante il Rinascimento cade quasi in disuso presso l’aristocrazia e la borghesia, ma rimane molto comune presso gli artigiani, i pastori, prevalentemente in lana sottoposta al processo di follatura e nel mondo rurale in genere.

Nell’Ottocento ritorna in uso presso i dandy dell’epoca sulle orme del celeberrimo Lord George Brummel.
L’indumento sopravvive fino agli anni cinquanta dello scorso secolo, vestito come riparo dalle intemperie, soprattutto, in ambiente rurale e montanaro, e viene descritto anche nelle opere di Giovannino Guareschi e nei film dell’epoca.

Puccini e il Tabarro

L’apoteosi della notorietà la tocca, comunque, quando il mantello in questione dette anche il nome al melodramma omonimo, “Il Tabarro” di Giacomo Puccini, del 1918, un atto unico, primo titolo del Trittico.

Il tabarro è realizzato in panno, grosso e pesante, di colore scuro, solitamente nero.
Porta un solo punto di allacciatura sotto il mento e viene tenuto chiuso buttando un’estremità sopra la spalla opposta in modo da avvolgerlo intorno al corpo.
Il tabarro era proposto in due varianti: quella classica lunga fino al polpaccio, e quella, usato per andare a cavallo e poi in bicicletta, più corto per ovvie ragioni.

E allora, per gli appassionati di questo capo di abbigliamento, sabato 1 febbraio avrà luogo la riunione di chi appezza questo “mantello”, a Lucca, la città scelta dagli amanti del tabarro per il loro raduno nazionale, nel centro storico della splendida cittadina toscana.
L’evento, denominato “Tabarrata nazionale” è organizzato dall’associazione Civiltà del Tabarro in sinergia con il Comune di Lucca.

Tabarro
Angela Mia Pisano

«Si tratta di un evento affascinante – sottolinea Angela Mia Pisano, assessore alla cultura del Comune di Lucca – che per la prima volta si svolge nella nostra città. L’occasione è data dalle celebrazioni pucciniane ed in particolare dalla mostra ‘Giacomo Puccini Manifesto’, in corso alla EX Cavallerizza fino al 2 marzo, organizzata dal Comune di Lucca. La mostra racconta il rapporto di Giacomo Puccini con il manifesto Pubblicitario».
Tra le opere esposte ci sono anche i manifesti relativi proprio all’opera ‘Il Tabarro’: quello storico del 1918, prestato dal Museo nazionale Collezione Salce, e la rivisitazione contemporanea di Riccardo Guasco per il Teatro comunale di Bologna”.

«I tabarristi di tutto il Paese sono felici e grati della festa che si prepara nella città di Lucca – aggiunge Roberto Dal Bosco, presidente dell’associazione Civiltà del Tabarro – Lucca il 1° febbraio diverrà capitale del tabarro, cioè capitale di bellezza, tradizione, eleganza, storia e buonumore».

Tabarro

La Tabarrata nazionale vedrà il concentramento dei tabarristi di fronte alla casa natale di Giacomo Puccini, una passeggiata in centro storico, un momento musicale sulle arie del Tabarro di Puccini e la visita alla mostra “Giacomo P uccini Manifesto. Pubblicità e illustrazione oltre l’opera lirica”, intorno alle 15:30. Per l’occasione, chi si presenterà allavmostra nella giornata di sabato vestendo il tabarro, accederà gratuitamente.

massimo terracina

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