A Natale io sto con la mamma.

Twitter è una macchina infernale. Ha offerto possibilità e libertà di parola a chiunque. Poi c’è però anche la parte bella. Quella che ha permesso alle persone di coinvolgersi, ritrovarsi unite intorno a un ideale o reincontrare le persone care perse anni prima. 

Twitter ha anche un altro aspetto molto importante: quello di conoscere le opinioni delle persone senza ricorrere a sondaggi ufficiali spesso teleguidati nel modo di porgere la domanda per ottenere una certa risposta. Sono dati reali, quelli della pancia del paese, di chi non ha paura di esposi e di gridare in faccia a politici e giornalisti, ai propri cantanti preferiti o ai protagonisti di un format TV quello che pensano.

Twitter è una macchina infernale. Ha offerto possibilità e libertà di parola a chiunque. Poi c’è però anche la parte bella. Quella che ha permesso alle persone di coinvolgersi, ritrovarsi unite intorno a un ideale. 

Twitter ha anche un altro aspetto molto importante: quello di conoscere le opinioni delle persone senza ricorrere a sondaggi ufficiali spesso teleguidati nel modo di porgere la domanda per ottenere una certa risposta. Sono dati reali, quelli della pancia del paese, di chi non ha paura di esposi e di gridare in faccia a politici e giornalisti, ai propri cantanti preferiti o ai protagonisti di un format TV quello che pensano.

Leggendo tra i vari tweets ci siamo imbattuti in uno di questi esempi di pensiero generale, che accomuna tante altre persone che probabilmente faranno lo stesso, senza fare proclami. Come è giusto che sia. Ci piace trascrivere questa lettera al Presidente del Consiglio Conte, perché interpreta con toni esacerbati dal dolore, la rabbia e lo scoramento di milioni di italiani abbandonati, di milioni di italiani lasciati al margine ai quali non sta più per nulla bene il “vi concediamo” con cui il Presidente del Consiglio si erge a Padre Eterno e decide della vita e della morte dei suoi mai stati elettori, oggi “sudditi”. Un Presidente del Consiglio che con i suoi DPCM ha condannato a una morte solitaria decine di migliaia di persone che non hanno potuto ricevere l’ultimo abbraccio, da migliaia di persone che non hanno avuto l’umano conforto di un addio con un bacio, la mano stretta nella mano di chi magari aveva combattuto e diviso anni di vita difficili, costruito una famiglia, fatto dei figli; persone abbandonate in un letto che hanno chiesto l’umana pietà di un gesto d’affetto e hanno invece ricevuto il freddo bacio della morte tra i bip impersonali di una macchina. Per poi essere cremati da soli, rispediti in una busta da chissà quale ospedale al cimitero di casa, dopo giorni. Senza l’estremo saluto, per Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Non esiste parola che possa commentare una simile crudeltà. E adesso Conte ci vieta il Natale in famiglia. Ci vieta di vedere i nostri cari. Ci vieta gli incontri. Nel periodo delle feste più sentite dalle famiglie. E non solo per la parte religiosa, ma per lo spirito e la voglia di stare insieme, ritrovarsi, raccontarsi, mettere da parte per un giorno le piccole ripicche che animano anche i nuclei più uniti e ritrovarsi stretti intorno a un panettone. È proprio questo che fa paura. L’unione, il ritrovarsi uniti con un comune ideale, con un amore che varca il tempo e fa dimenticare le diversità di idee o vedute per augurarsi un anno migliore. 

E quindi è stato bellissimo, e vogliamo dargli spazio e voce, il tweet di una persona che non citeremo, ma che ci fa piacere ripubblicare perché indica il pensiero di molti; probabilmente della maggioranza degli italiani stanche marci dei “vi concediamo”, stanchi marci dell’ormai inesistenza dell’influenza stagionale, degli infarti, delle fratture alle gambe, del cancro o dell’AIDS perché oggi c’è solo il COVID-19. Lo riportiamo integralmente, perché rispettiamo il pensiero e il gesto di chi lo farà. Perché sono un pensiero e un gesto coraggioso, un atto e una dichiarazione d’amore per la vita vera, per gli affetti sinceri, quelli che nessun DPCM, di un uomo che senza senso del ridicolo si è autoparagonato a Churchill, potrà mai portarci via. 

Ecco. In redazione quasi tutti, tra noi, comprendiamo questa forza d’animo e stiamo con chi ha scritto queste parole. 

Caro presidente mia mamma il giorno di Natale non la lascio a Milano da sola… Non so quanti Natali abbiamo ancora davanti, sa io combatto con il cancro da due anni e mia mamma ha 83 anni. Il giorno di Natale prenderò la mia auto e andrò a pranzo da lei, viaggiando per tre regioni e non so quanti comuni! Potete inseguirmi, lanciare droni e squadre speciali, ma Natale sarò con la mia mamma. Lavoro 12 ore al giorno sei giorni alla settimana pagando i vostri vergognosi stipendi, pagando il bonus monopattini elettrici che regalate per girare gratis a chi magari già riceve un vergognoso reddito di cittadinanza. Ma no, non permetto a voi privilegiati politici di rovinare l’unico giorno in cui dovresti sparire dallo schermo e lasciare gli italiani nell’intimità dei propri affetti. Ci sono anziani che aspettano il giorno di Natale come unico scopo della loro vita per giocare con nipoti e abbracciare figli lontani e senza il Natale in famiglia preferirebbero morire.

E quindi è stato bellissimo, e vogliamo dargli spazio e voce, il tweet di una persona che non citeremo, ma che ci fa piacere ripubblicare perché indica il pensiero di molti; probabilmente della maggioranza degli italiani stanche marci dei “vi concediamo”, stanchi marci dell’ormai inesistenza dell’influenza stagionale, degli infarti, delle fratture alle gambe, del cancro o dell’AIDS perché oggi c’è solo il COVID-19. Lo riportiamo integralmente, perché rispettiamo il pensiero e il gesto di chi lo farà. Perché sono un pensiero e un gesto coraggioso, un atto e una dichiarazione d’amore per la vita vera, per gli affetti sinceri, quelli che nessun DPCM, di un uomo che senza senso del ridicolo si è autoparagonato a Churchill, potrà mai portarci via. 

Ecco. In redazione quasi tutti, tra noi, comprendiamo questa forza d’animo e stiamo con chi ha scritto queste parole. 

Caro presidente mia mamma il giorno di Natale non la lascio a Milano da sola… Non so quanti Natali abbiamo ancora davanti, sa io combatto con il cancro da due anni e mia mamma ha 83 anni. Il giorno di Natale prenderò la mia auto e andrò a pranzo da lei, viaggiando per tre regioni e non so quanti comuni! Potete inseguirmi, lanciare droni e squadre speciali, ma Natale sarò con la mia mamma. Lavoro 12 ore al giorno sei giorni alla settimana pagando i vostri vergognosi stipendi, pagando il bonus monopattini elettrici che regalate per girare gratis a chi magari già riceve un vergognoso reddito di cittadinanza. Ma no, non permetto a voi privilegiati politici di rovinare l’unico giorno in cui dovresti sparire dallo schermo e lasciare gli italiani nell’intimità dei propri affetti. Ci sono anziani che aspettano il giorno di Natale come unico scopo della loro vita per giocare con nipoti e abbracciare figli lontani e senza il Natale in famiglia preferirebbero morire.

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