All’alba, l’aria fresca di San Candido vi farà dimenticare la calura della città. Le prime persone passano velocemente, ancora assonnate. É facile distinguere i locali, i dipendenti dei vari alberghi in trasferta per la stagione, i turisti mattinieri: i primi, abituati a queste temperature, magliette a manica corta, camminano fieri di essere i guardiani di questa “contea” pulita, ordinata; i secondi, più coperti da piumini 300 grammi o da giubbetti di jeans, ancora assonnati, si salutano tra loro; i villeggianti indossano il classico abbigliamento da ferie in montagna: camicia a scacchi, pantaloni e scarpe adatte ad escursioni. Ammirano i negozi, ancora chiusi, e i fregi dorati sulla facciata della Chiesa Evangelica di San Michele.
Mi sento un po’ fuori luogo nella mia felpa bianca con la grande scritta di una compagnia di navigazione, i pantaloncini corti e le babucce di stoffa. Sono decisamente diverso da tutti. E poi c’é Anna, la proprietaria del garnì dove alloggio. Anche lei, come me, è diversa ma non è di passaggio. Anna ha lasciato il Sud Africa dove il padre e la madre, con i loro ristoranti, sono stati precursori della cucina italiana.

Anni fa, ha ristrutturato una casa storica in pieno centro di San Candido, e l’ha trasformata nel contenitore dei suoi ricordi, del suo pensiero di cambiamento. É arrivata a 1200 metri di altitudine con sua madre: la casa l’hanno chiamata Zenana, in persiano زنانه “…delle donne” e l’hanno aperta ai viaggiatori.
In una località montana del Südtirol, o all’italiana, Alto Adige, dove gli albergatori locali hanno abituato il turismo a trovare stanze tutte in legno intagliato, piumini d’oca sui letti, panche di abete in piccole stübe austroungariche, Anna Clelia Moggia e la sua mamma, Maria, con l’Hotel Zenana, sono andate controcorrente e hanno introdotto il loro gusto, uscendo dai soliti cliché dell’albergo di montagna, mettendo al primo posto la loro passione per l’Ospitalità con la O maiuscola.
Quando entri all’hotel Zenana, entri nella casa di Anna. Il portone d’ingresso, quando lei non è seduta fuori, tra gli splendidi fiori del piccolo patio, é accostato e si deve suonare, come quando arrivi a casa di un’amica.

Mi chiede se conosco già l’Alta Pusteria. Mi descrive i posti; mi dice che Lienz, nella vicinissima Austria, è raggiungibile in bicicletta attraverso la pista ciclabile della Drava: 44 chilometri con un leggero dislivello di appena 500 metri, adatto a tutti. Mi parla del lago di Dobbiaco. Mi offre un caffè. Anna non è di qua, ma nel suo raccontare San Candido, le montagne e le sue Valli, ci mette il cuore.
Non mi sento in un albergo e la stanza che ha scelto per me, me lo conferma. Assieme alla stanza, Anna mi ha affidato i souvenir della sua vita: dai quadri ai soprammobili, ai libri. Quitutto racconta di lei.
Come diceva Giuseppe Ungaretti, la vita è l’arte dell’incontro. Cosa sarebbe un viaggio senza incontri?
Sulla panchina, appena fuori, seduta al tavolo, tra il verde, un’altra ospite, una signora transalpina viene dal sud della Francia. Quando le chiedo perché faccia tanti chilometri per venire all’hotel Zenana, mi risponde “Perché qui mi sento a casa”.

Per cena, Anna ci porta sul lago di Dobbiaco poi passeggiamo con la sua jack russel, sul sentiero attorno all’acqua. Tutto è tranquillo, come le nostre conversazioni.
La mattina seguente, la prima colazione è invitante, golosa. Non mi faccio controllare dalla ragione e dalla morale: assaggio salumi e formaggi locali, marmellata biologica e burro d’alpeggio su fette di pane appena tostate, torta di mele fatta in casa, croissant, succhi naturali.

Il lago della sera precedente mi ha talmente affascinato che chiedo se vi siano altri laghi nei dintorni. Parto presto e mi dirigo al lago di Braies, a circa 30 minuti di auto da San Candido. Il colpo d’occhio è notevole. Sul lago, alcune barche a remi a noleggio. Mi godo un po’ il sole. Respiro il profumo dei pini.
Riparto: direzione Austria ripassando per San Candido. Il confine è ad appena 10 minuti dall’hotel Zenana. Faccio una tappa da Alpe Pragas, la boutique delle marmellate biologiche.
Arrivo al Nationalpark Hohe Tauern e raggiungo un laghetto artificiale fuori dalle rotte turistiche. Incantevole. Peccato non aver portato l’occorrente per un pic-nic perché tavolo e panche sembravano aspettarmi. Siedo vicino al ruscello e “il naufragar m’è dolce…in questo mare”. Riparto: passo piccoli borghi con case austriache piene di balconi fioriti, vallate verdi con mucche al pascolo.

Arrivo al laghetto Sinkersee. Prendo il sentiero che ci gira attorno. Godo della (quasi) solitudine, immerso nella natura. Riprendo il mio itinerario e mi immetto sulla strada che sale a Außervillgraten e arrivo alla malga Unterstaller. Mi siedo sulla terrazza del ristorante, circondato dalle Dolomiti e mi ristoro con un piatto di salumi e formaggi austriaci.

Verso sera, dalle Dolomiti austriache, rotolano nuvoloni plumbei. Pioverà. Ripercorriamo la strada a ritroso sotto un forte acquazzone che dirada, via via che raggiungiamo San Candido. Anna e Maria mi aspettavano con il il tavolo esterno imbandito per l’invitante aperitivo. Maria, la mamma, ha preparato degli stuzzichini gourmet. Non il solito speck, ma croquette e sfoglie, involtini di pesce spada e di prosciutto. Una fresca caraffa di Mojito con la menta del suo vaso.
Alla resa dei conti, quasi tutte le villeggiature in montagna si assomigliano: passeggiate al centro, ricco (forse troppo) appetito, gita al rifugio… È quello che mi aspettavo… ma poi ho incontrato Anna e Maria nel loro “casa delle donne”, e ho trovato … di più!