Berlusconi è morto. Viva Berlusconi.
Lo dico con assoluta trasparenza. Berlusconi mi piaceva. E mi mancherà. E credo che ne sentirà la mancanza anche chi ne è stato un detrattore. Mancherà il nemico contro cui sparare. Adesso potranno solo più darsi mazzate sui piedi.
È venuto infatti meno un uomo di grande talento, un lottatore, un politico che ha saputo costruirsi una credibilità all’estero, un grande imprenditore, un bon vivant, anche, certo. E come dargli torto? In un’epoca di falsi moralismi, di vite di facciata, di scandali nascosti sotto la polvere lui ha saputo essere Silvio Berlusconi e vivere divertendosi secondo le sue possibilità. Nel bene e nel male. Un peccato che troppi invidiosi non gli perdoneranno mai.
È stato un uomo che non ha avuto paura di scendere in campo, di fare battute politicamente scorrette, di essere un grande tifoso capace di comperarsi la sua squadra e portarla a trionfare, un uomo capace di sfide e di tentativi quasi tutti riusciti in ogni campo.
Ha avuto la lucida freddezza di investire nelle televisioni quando c’era l’egemonia Rai e farla tramontare offrendo una informazione forse di parte, certamente alternativa alla rete di stato. Ha saputo vivere con intelligenza le stagioni della gloria e quelle del declino. Ha radunato ancora una volta la destra scomposta intorno a sé alle ultime elezioni. E una buona parte del successo elettorale lo si deve alla capacità di fare squadra e quadrato intorno alla leader Meloni, compattando i riottosi.
Berlusconi è morto. Viva Berlusconi.
Da domani cambia tutto. Ma nel vuoto generale di figure improvvisate, la grandezza politica e imprenditoriale di chi ha saputo fare, disfare e ricostruire, spiccherà ancora più evidente. Nel penultimo 007 a James Bond veniva chiesto quale fosse il suo hobby. E lui rispondeva “la resurrezione”. Purtroppo per Berlusconi questa volta non ci sarà una nuova occasione. Ma io, da buon salmone, e credo tanti altri, continueremo a pensare che è stata una fortuna averlo avuto con noi, averlo conosciuto sia pure di passaggio, aver potuto criticarlo quando era il caso, sicuri che lui avrebbe ascoltato tutti, anche per poter poi decidere di testa sua.
Grazie Silvio. E buon viaggio.