Se chiedete dove si trovi la Cantabria, negli occhi del vostro interlocutore compariranno due punti interrogativi a chiedere “l’aiutino”. Se però si tratta di quel vostro amico che ha il figlio che vive e lavora a Barcellona la risposta è immediata perché il giovane, i week end, spesso lì trascorre surfare sulle onde del Mare Cantabrico, appunto, nella costa nord occidentale della Spagna, a 540 chilometri dalla capitale catalana. Se poi avete amici gourmet vi ricorderanno che le acciughe più gustose del mondo sono quelle che si pescano in quella parte dell’Oceano Atlantico che prende il nome di mare Cantabrico.

E quell’altro si ricorderà di avere tentato, invano, di visitare le Grotte di Altamira per ammirare i capolavori di arte rupestre che datano 14 mila anni. Perché invano? Perché sono chiuse ai visitatori, il troppo successo di pubblico rischiava di far evaporare i preziosi disegni preistorici ma sono state ricostruite tali e quali e i disegni riprodotti fedelmente.
L’innamorato pazzo di Antonio Gaudì, racconterà dell’emozione provata a Comillas, deliziosa località costiera, alla vista di El Capricho, l’opera architettonica giovanile dell’artista catalano, un palazzo fantasmagorico colorato e bellissimo.

All’appassionato di trekking la salita in funivia di Fuente Dé sui Picos d’Europa che arriva a 1823 metri d’altezza brillano ancora gli occhi quando ricorda le camminate in quota tra la natura incontaminata.
Insomma non è poi così sconosciuta questa parte della Spagna, è solo meno battuta dal turismo low cost e meno “taggata” delle altre più sfacciate località turistiche spagnole. L’ente del turismo della Cantabria non se ne fa un cruccio: certo il turismo rappresenta una posta importante nel bilancio della regione ma l’overtourism, da queste parti sconosciuto, non è inseguito.

Gli spagnoli che amano questa regione così prodiga di attrattive, bellezze naturali e molto verde grazie alle piogge copiose del clima atlantico che regalano alle montagne boschi lussureggianti che contrastano mirabilmente con le spiagge dorate che orlano le insenature della costa lunga oltre duecento chilometri, hanno continuato a frequentarla anche durante il “fermi tutti” pandemico del turismo internazionale sostenendo così l’economia della comunità autonoma e contenuto i danni.
E i cantabrici che hanno scoperto che la propria separatezza, il profondo senso di appartenenza e di orgoglio regionale si sono rivelati un punto di forza, ringraziano. Adesso che finalmente le restrizioni sono -quasi-sparite vale la pena prendere un aereo per ritrovarsi dopo un paio d’ore di volo a Santander, la capitale della Cantabria nella “Spagna Verte”.

Santander
L’aeroporto internazionale si trova a pochi chilometri dall’elegante capoluogo della regione della Cantabria. L’antico borgo di pescatori affacciato sulla baia riconosciuta tra le più belle al modo dalla quale partivano le caravelle per i commerci con le Americhe deve l’inizio della propria fortuna turistica ai reali di Spagna che, nella prima metà del secolo scorso vi fecero costruire il Palazzo Reale della Magdalena sulla penisola omonima per trascorrervi i soggiorni estivi.
Non è difficile capire il successo duraturo nel tempo della località. Il clima è particolarmente favorevole, mai troppo caldo d’estate né troppo freddo d’inverno, le spiagge del Sardinero, lunghe e sabbiose che avevano attirato il jet set internazionale hanno mantenuto intatta la loro bellezza. Sono liberamente accessibili, pubbliche e ben tenute. La temperatura dell’acqua del Mar Cantabrico è perfetta per immergersi senza rabbrividire.

Il lungomare di tre chilometri è costellato da bei palazzi che hanno conservato la magnificenza dell’epoca nella quale sono stati costruiti nei primi anni del ‘900 sul modello di quelli eretti in Costa Azzurra o a Biarritz. E poi giardini, parchi e un campo da golf con una vista spettacolare sulla baia. Il centro storico che seppur in gran parte ricostruito dopo il devastante incendio del 1941 ha mantenuto una particolare coerenza stilistica e bellezza. I suoi abitanti ne vanno fieri e azzardano confronti che a noi italiani non possono che far piacere: pensate alla vostra Trieste, dice la guida, la nostra città le assomiglia molto.

Alla generosità della Fondazione Botin, dinastia di banchieri della Cantabria, originari di Santander fondatori e proprietari del gruppo bancario omonimo, si deve la costruzione sulla darsena, ideale prolungamento del lungomare, del Centro Botin, un edificio progettato da Renzo Piano e inaugurato nel 2017 che ospita mostre temporanee di arte moderna, concerti e attività congressuali.
Le forme dell’edificio rimandano a quelle di un piccolo aereo in procinto di atterrare dicono in città, ma anche un po’ alla Radio Cubo 50 di Brionvega icona del design italiano degli anni ‘60 disegnata da Zanuso e Sapper, diciamo noi. Sia come sia, l’area in cui sorge il Centro Botin, è diventata, con l’interramento dell’asse viario e l’ampliamento dei giardini circostanti, un bell’esempio di riqualificazione urbana molto apprezzato dagli abitanti e dai turisti.
Un itinerario
Santander è il punto di partenza privilegiato per scoprire questa piccola regione estesa poco più di 5 mila chilometri quadrati, duemila in più della Valle d’Aosta, percorrendo strade ben tenute e poco trafficate. Per i santanderini dieci auto in fila sono già un ingorgo, per dire.

L’itinerario costiero offre una grande varietà di paesaggi in cui si alternano aspre scogliere, piccole isole, profondi estuari baie e una grande varietà di spiagge. Quella di Oyambre, poco distante dal borgo marinaro di San Vincente de la Barquera e dalla città di Comillas, è la preferita dai surfisti ed è vero spettacolo vederli volare sulle onde imponenti del Mare Cantabrico.
A poca distanza dalla costa, sono imperdibili due soste. La prima a Santillana del Mar, incantevole cittadina ricca di capolavori d’arte medievale, rinascimentale e barocca e l’altra alle vicine grotte di Altamira scoperte nel 1879 che sono chiuse alle visite, come già detto, ma riprodotte fedelmente nel vicino Museo Nazionale di Altamira.

Da Santander in direzione sud-ovest servono meno di due ore per raggiungere Potes, situata nel cuore della Valle di Liébana ai piedi dei Picos d’Europa e considerata il borgo tra i più affascinanti della Cantabria, caratterizzato dal fiume che scende dalle montagne circostanti, attraversato da un dedalo di piccole strade sulle quali si affacciano palazzi carichi di storia che ne testimoniano il passato importante come signoria dell’infante di Spagna nel XIV secolo.
In cucina
Arrivati fin qui, al termine del piccolo itinerario che rappresenta un assaggio tra le tante opportunità che offre la piccola regione, agli amici gourmet, quelli delle acciughe cantabriche, potrete precisare che quelle migliori sono di Santoña e raccontare delle molte specialità locali preparate con quanto di meglio offre il territorio. Le carni, e i formaggi, provengono dagli animali allevati sempre all’aperto. Il pesce servito nei ristoranti ed esposto sui banchi dei mercati è sempre freschissimo perché pescato nelle acque antistanti la regione.

Gli stufati di carne o pesce sono la cifra tipica della cucina cantabrica. Lo stufato di montagna è preparato con fagioli bianchi, cavolo cappuccio e pancetta affumicata, costolette marinate, chorizo e sanguinaccio. Per il liebaniego sono indispensabili i ceci di Potes, patate, pancetta affumicata, carne affumicata di manzo, chorizo, pancetta, osso del ginocchio. La marmita, è uno stufato di mare a base di patate, tonno, cipolla e pepe e spesso è preparato in occasione delle sagre organizzate in alcune località costiere cantabriche. Qualcosa di più leggero? Il filetto di manzo che preparano a Tresviso piccolo comune montano situato nella valle di Liébana.
Dal mare: gli anelli di calamari fritti, le acciughe in casseruola, il branzino, l’orata, il rombo ma anche sardine, sgombri, coda di rospo e un’ampia varietà di frutti di mare come aragoste, granseole, vongole veraci alla marinara, cozze, lumache e muergos i cannolicchi. La Cantabria ha tre tipi di formaggio a denominazione di origine protetta. La crema di formaggio o formaggio Cantabria, i quesucos della Valle della Liébana, tra i quali spicca il formaggio affumicato di Áliva e formaggio Bejes-Tresviso dal sapore forte e l’odore molto penetrante.

I dolci sono una vera passione per i cantabrici che amano soprattutto le “cravatte “e le “palme” di Unquera, forme di pasta sfoglia che i pasticceri locali realizzano in dimensioni giganti per noi sorprendenti. I sobaos pasiegos di forma rettangolare e dalla consistenza del pan di spagna sono preparati con farina, lievito, uova, latte zucchero, un cucchiaino di anice scorza di limone e soprattutto tanto burro. Il quesada pasiega, è una torta di formaggio dalla consistenza di un budino al profumo di cannella. E’consigliabile accompagnare il tutto con i riconosciuti Vini della Terra “Costa de Cantabria “e “Liébana”, e concludere con una vinaccia di Liébana, la bevanda tipica della Cantabria.
“Cantabria infinita”, lo slogan pubblicitario coniato dall’ente del turismo della regione, mantiene la promessa e sorprenderà anche il visitatore più esigente. Buon viaggio.