Caorle è nota in tutto il mondo per i suoi litorali. Il suo centro storico ricorda Venezia, con “calli e campielli” e le antiche case dipinte con colori pastello, un tratto comune a molte località della “Land of Venice”.
Il litorale sabbioso si distende su 18 chilometri di spiagge perfettamente attrezzate, il porto con i pescherecci ricorda le tradizioni del passato di città di mare, l’ entroterra è tutto da scoprire, anche in modo “Slow Flow”, con la bicicletta.

Il progetto “Veneto Waterways: le vie d’acqua tra natura e cultura“, attraverso il marchio Slow Flow – Veneto Waterways Experience, si propone di promuovere il Veneto come destinazione navigabile e vivibile, attraverso il connubio tra proposte esperienziali e vacanze Slow&Green (fluviali e itinerari ed escursioni lagunari, pescaturismo, bike&boat experience, degustazioni in barca, ristoranti, cantine, baite, ville e castelli lungo i corsi d’acqua, kayak, cicloturismo, ecc.).
Ecco, allora, che vale la pena di iniziare l’esplorazione della regione di Venezia proprio da Caorle, località nota per le vacanze balneari, soprattutto dei mitteleuropei, grazie al suo splendido e ampio litorale.

Le origini di Caorle sono riconducibili all’epoca romana quando l’attuale porto di Falconera era “Portus Reatinium” per i marinai delle navi che risalivano il corso del fiume Lemene verso le città romane di Julia Concordia e Opitergium. A testimoniarlo, il rinvenimento archeologico di una nave romana del I sec. d.C. , la Caprulae ferax, nel 1992, ritrovata in mare completamente intatta, col suo prezioso carico di anfore che ha fornito importanti reperti al Museo Nazionale di Archeologia del Mare.
Con la caduta dell’Impero Romano, assurge al ruolo di una delle città più importanti del litorale, tanto da contribuire in modo decisivo alla fondazione di Venezia quando le genti della terraferma nelle remote isole delle lagune trovarono scampo alla devastazione delle orde barbariche che misero a ferro e fuoco Aquileia, Concordia, Oderzo (Opitergium), Altino e Padova.
Caorle, dall’anno 876 in poi diventa “ricca de zente e possenza” fornendo navi e marinai a Venezia, instaurando così stretti rapporti commerciali e sociali che resisteranno sino alla caduta della “Serenissima” Repubblica.
La visita del piccolo centro storico, con le case dai colori ben visibili “per poterle scovare e riconoscere dai pescatori al loro rientro a casa anche tra la fitta nebbia”, così si racconta, ci conduce a due punti di interesse da non perdere: lo storico Duomo di Santo Stefano con attiguo il museo liturgico ed il campanile bizantino ed il Santuario della Madonna dell’Angelo.
All’interno della Cattedrale di Santo Stefano la “pala d’oro”, meraviglia dell’oreficeria veneto-bizantina, finemente lavorata con numerose incisioni allegorico religiose e dono della Regina Caterina Cornaro. Il campanile del 1070 è alto 44 metri e rimane uno dei pochi campanili circolari d’Italia. Se attorno alla metà del mese di luglio, se vi trovate da queste parti, potreste assistere all’incendio del campanile: uno spettacolo di luci, fumi e fuochi d’artificio ricrea il tremendo incendio che colpì il campanile nel 1923. Proseguendo verso il mare, si raggiunge il Santuario della Madonna dell’Angelo, una splendida Chiesetta abbarbicata sugli scogli edificata attorno al secolo VI dagli abitanti di Concordia Sagittaria che dedicarono la piccola costruzione a San Michele Arcangelo. Il suo nome però deriva da una leggenda che narra: ”era notte fonda e alcuni pescatori videro in mare aperto galleggiare una statua lignea raffigurante la Madonna: provarono così a raccoglierla invano per ore. Era troppo pesante per loro. Solo un gruppo di fanciulli, con il tocco innocente e delicato delle loro mani, riuscì nell’intento”.
Ma torniamo al Museo Nazionale dell’Archeologia del mare. Nelle sale al piano terra, è doviziosamente raccontata la storia del brigantino (brick) Mercurio, un’imbarcazione da guerra a due alberi, costruita in età napoleonica, ceduta dai Francesi alla flotta italiana. Il vascello saltò in aria il 22 febbraio del 1812, perché colpito alla Santa Barbara, durante la battaglia di Grado, combattuta dagli Italo-francesi contro gli Inglesi. Solo tre marinai dell’intero equipaggio, costituito in particolar modo da Veneziani, riuscirono a salvarsi, gli altri morirono nella terribile esplosione.
Il ruolo di bordo, conservato nell’Archivio di Stato di Venezia, ha fornito importanti informazioni sull’equipaggio, comandato da Giovanni Palicucchia.

Oltre alla spiaggia, alle passeggiate nel centro storico tra i profumi delle prelibatezze locali, cos’altro offre Caorle?
Il suo entroterra, da esplorare a piedi o in bicicletta. L’isola dei pescatori (o dei casoni) ad esempio. Un piccolo sentiero percorribile a piedi o in bici vi porterà verso l’ isola, un tempo palude. Lungo il sentiero tra estesi campi coltivati sulla sinistra e il canale con la laguna sulla destra, in lontananza nel mezzo alla laguna, scorgerete le vecchie abitazioni dei pescatori: i casoni in canna palustre. Alla fine del sentiero si procede a piedi lungo piccoli ponti in legno e percorsi nella natura alla scoperta di un mondo selvaggio e senza tempo.

Se invece è l’architettura rurale del XIX secolo ad attirare la vostra attenzione, il piccolo borgo di Cà Corniani, all’epoca dei latifondi completamente autosufficiente, è la vostra meta: la più piccola frazione di Caorle che conserva ancora oggi i resti della vita contadina dell’epoca, con la casa padronale, le botteghe, gli alloggi del mezzadro e le case coloniche. Oggi l’intero territorio di 1770 ettari della tenuta è protagonista di un progetto di valorizzazione che associa agricoltura, arte e cultura.
L’azienda agricola nata nel 1851 è ora un grande centro multifunzionale, grazie alla creazione di una rete escursionistica al centro di ciclovie, ad una serie di opere del paesaggio e all’allestimento di sedi museali. Qualche dato? 10 chilometri di percorsi ciclopedonali interni alla Tenuta, 4,5 chilometri di strisce di impollinazione, per favorire l’apicoltura, 30mila nuove piantumazioni tra alberi e arbusti,3 aree di sosta per i visitatori e punti panoramici disseminati per la Tenuta, 3 opere d’arte monumentali ad indicare le soglie di accesso e 12 eventi estivi, rassegne teatrali e proiezioni di cinema all’aperto, mostre fotografiche, installazioni multimediali.

Sempre in zona, l’oasi naturalistica di Vallevecchia è ad oggi uno dei maggiori sistemi dunali litoranei del Veneto e l’ultimo tratto di litorale non urbanizzato dell’Alto Adriatico. L’area naturalistica è delimitata da acque lagunari, marine e fluviali e si estende per oltre 900 ettari. E’ una zona selvaggia dal fascino unico dove poter ammirare la flora e fauna tipiche dei litorali sabbiosi. Meta preferita per gli amanti del birdwatching si presta a essere visitata anche in bicicletta, a cavallo o a piedi. Un angolo diparadiso, che l’Unione Europea ha riconosciuto quale Zona di Protezione Speciale e Sito di Importanza Comunitaria.

Dal 2022 la Città di Caorle ha avviato il servizio del Passobarca che collega l’Isola dei Pescatori a Caorle (località Falconera) con la sponda sinistra del Fiume Lemene, in località San Gaetano. Chi vorrà, partendo da Caorle, potrà, senza alcuna difficoltà, scoprire i gioielli dell’entroterra, come le piccole frazioni rurali di San Gaetano e Marango o raggiungere le vicine località di Concordia Sagittaria e Portogruaro, rinomate per i ritrovamenti archeologici di epoca romana e per la loro bellezza.
Da esplorare…a Slow Flow!