Il nostro prode Conte, presidente del Consiglio dei Ministri per delega, non per voto popolare, si fa bello della facilitazione dei rapporti con la pubblica amministrazione, parla di un Governo che semplifica, tuona dall’alto del suo Colle (più in basso di quello più famoso di Mattarella cui però forse aspira senza capire che finita la sua stagione sarà dimenticato come gli ignavi danteschi) che lui sta usando il suo potere per togliere il contante e agevolare le pratiche online e i pagamenti con moneta elettronica. Banale scusa e pure falsa, per controllare invece ancora una volta le persone e le loro modalità di vita e di spesa e incassare soldi senza fare nulla.
Oggi è il 1 agosto, scadenze dei bolli auto. E cosa si scopre? Che la tanto citata semplificazione, la gestione elettronica, la moneta di plastica, non è altro che un nuovo furto legalizzato. Legalizzato si, perché non ci si può opporre. E’ legale, ed è scritto in modo chiaro: applichiamo commissioni per consentirvi di usare la moneta elettronica. Per consentirci? Certo: perché sono generosi e benevoli. Perché visto che ci dicono di evitare di andare a pagare negli Uffici Postali con la scusa della pandemia, è facile accumulare un po’ di aggio d’incasso in più, senza colpo ferire. Ci hanno scritto infatti in redazione che chi ha tentato di pagare con carta di credito, si è trovato commissioni varie del valore di pochi euro, caricati per usare il servizio. Ora, un governo che voglia incentivare l’uso delle carte di credito, dovrebbe togliere le commissioni, non incrementarle su pagamenti già di dubbia utilità. Invece le mette proprio sulle cose obbligatorie.
Si dirà: “sono pochi euro. Certo; ma moltiplicate 2 euro per 30 milioni di auto e/o moto. Quanto incassa lo stato in più senza fare nulla?
Ecco, la prossima volta che Conte parlerà di semplificazione, di rapporti chiari e trasparenti con i cittadini e di moneta elettronica, ricordate cosa sta dietro alle sue parole in verità.
Buone vacanze!