Siamo al museo Bailo a Treviso, a pochi chilometri dalla più famosa Venezia.
Qui, fino al 23 febbraio 2025 la mostra, attraverso foto e documenti d’epoca, schizzi, disegni e progetti originali, ma anche oggetti iconici ideati dagli architetti e designer, beni e opere personali specchio di passioni e interessi intellettuali e artistici, rievoca un clima pionieristico ed effervescente.
Design a Treviso
Treviso è perfetta per un week end, una meta ideale per chi vuole scoprire una città dell’entroterra veneto, che ha origini molto lontane. Sembra che il primo nucleo abitativo fosse di origini celtiche, in seguito, come molte altre località venete, ha subito varie dominazioni, che hanno tutte lasciato traccia nell’architettura della città. Ricca di portici, corsi d’acqua e giardini, offre al visitatore parecchi spunti. La piazza, denominata Piazza dei Signori, ospita l’edificio simbolo: il Palazzo dei Trecento. Accanto la Loggia dei Cavalieri, ideale per lo shopping,

Palazzo Zignoli ospita un dettaglio curioso: nel cortile si trova “la Fontana delle Tette”: una piccola fontana a forma di busto di donna, dai cui seni sgorga acqua.
Fu ideata nel 1559 per festeggiare il nuovo sindaco: la cosa divertente è che ad ogni insediamento elargiva vino bianco da un seno e rosso dall’altro!
Circondata da mura antiche, numerosi sono i locali dove degustare “cicchetti” e vini locali. Una visita al Duomo vi permetterà di ammirare una bella pala di Tiziano.
La mostra al Museo Bailo a Treviso ricorda i protagonisti del design e dell’architettura trevigiana degli ultimi sessant’anni accomunati dalla formazione in quella fucina straordinaria che fu lo IUAV di Venezia, la facoltà universitaria di architettura, con alcuni dei maggiori Maestri italiani nel corpo docente – Franco Albini, Ignazio Gardella, Bruno Zevi, Giuseppe Samonà, Egle Trincanato e Carlo Scarpa – e in città le grandi archistar internazionali, come Frank Lloyd Wright, Le Corbusier e Louis I. Kahn.

Un’esposizione con tanti importanti eventi collaterali, promossa da [e]DesignFestival e co organizzata con la Città di Treviso e i Musei Civici, in collaborazione con FATV-Fondazione Architettura Treviso e Forma Ubis; curata da Luciano Setten direttore artistico di [e]DesignFestival, con Mario Gemin, Giuseppe Cangialosi e Luca Facchini. Progetti ma anche personalità, incontri e riflessioni di alcuni dei più importanti protagonisti del design e dell’architettura trevigiana degli ultimi sessant’anni: Luciano Gemin, Giuseppe Davanzo e Livia Musini, Vittorio Rossi, Marilena Boccato e Gian Nicola Gigante, Roberto Pamio, Paolo Bandiera e Umberto Facchini.

Professionisti e studi che hanno lasciato un segno nel panorama artistico e culturale italiano e nella trasformazione del tessuto urbano veneto e trevigiano, nel dopoguerra e negli anni del boom economico, accomunati tutti dalla formazione universitaria svolta allo Iuav.
Come scrive Roberto Masiero, il periodo storico ripercorso nelle opere e nei ricordi degli architetti selezionati, dal 1960 al 1990, fatto di geniali invenzioni, straordinaria capacità progettuale, innovazione nelle linee, nelle forme e nelle funzioni abitative e di prodotto, ci porta a considerare, “…le trasformazioni politiche e ideologiche che hanno accompagnato il boom economico, l’emergere di una nuova classe dirigente, lo sviluppo di una industria diffusa dei beni di consumo, a medio contenuto tecnologico ma ad alto contenuto di immagine; l’inurbamento scomposto, che ha modificato il paesaggio rurale ed ha letteralmente violentato i modi d’uso dei centri storici.”

Ma il percorso espositivo cercherà soprattutto di evidenziare da un lato l’anima segreta delle cose, con particolare attenzione a una ricerca formale che possiamo riscontrare costantemente nelle opere di questo gruppo di architetti; dall’altro la caratteristica che, pur nelle loro diversità univa e determinava quella generazione: la capacità di disegnare a mano quale strumento per “vedere il Progetto”.

Da quella fucina che fu lo IUAV di Venezia, facoltà di architettura dell’ateneo universitario, concentrato di grandi Maestri italiani sotto la direzione di Samonà e dall’influenza che ebbe la contestuale presenza in laguna di giganti dell’architettura contemporanea come Frank Lloyd Wright, Le Corbusier e Louis I. Kahn, si riscopriranno alcuni progetti dei protagonisti della scena trevigiana, come il Complesso Mulinetto a Treviso opera di Luciano Gemin, le ville e i condomini firmati da Vittorio Rossi o gli interventi come paesaggista di Livia Musini, tutti progetti dove la cura del disegno, del dettaglio, dell’uso sapiente dei materiali e del colore diventano momenti espressivi ed emozionali.
Ma anche schizzi e disegni originali di antesignane creazioni di design, come le lampade create da Roberto Pamio o i mobili per Faram progettati da Paolo Bandiera e Umberto Facchini, e le passioni personali, per scoprire i lati meno noti o “ufficiali” di questi artisti: come la scrittura di libri gialli a cui si dedica Giuseppe Davanzo negli ultimi anni di vita, l’attività di pittore che Gian Nicola Gigante non abbandona mai, la passione fotografica di Facchini, Davanzo e Rossi, i vetri di Carlo Scarpa collezionati da Gemin e gli oggetti liberty di Vittorio Rossi.

Importanti gli schizzi originali e i disegni colorati di particolari e sezioni, nonché alcuni cataloghi dell’epoca e manifesti pubblicitari.
“[e]DesignFestival, alla quinta edizione, vuole omaggiare alcuni dei maestri trevigiani dell’architettura e del design che hanno segnato, con la loro visione e i loro progetti, un’epoca di cambiamento nell’immagine della città e del territorio. Il loro approccio progettuale ha suggerito nuovi indirizzi nella progettazione urbanistica nel rispetto e nella valorizzazione delle peculiarità. Sono stati promotori di una visione contemporanea che ancora oggi caratterizza la città di Treviso.”afferma l’architetto Luciano Setten, direttore artistico di [e]DesignFestival e curatore della mostra.
Buona visita!
elena volpato