Ermal Meta incanta e porta in scena l’anima

Non è stato solo un concerto, ma un viaggio dentro l’anima. Il Teatro Colosseo ha accolto ieri sera Ermal Meta con il suo nuovo teatrale 2025, che ha trasformato il palcoscenico in uno spazio sospeso tra sogno e verità, musica e confessione. Un esperimento riuscito di intimità collettiva, dove il confine tra artista e pubblico si è sciolto come neve al sole.

ERMAL META: IL CONCERTO

Appena si varcava la soglia della sala, qualcosa cambiava. Poi la scenografia fatta di specchi, valigie, abiti di scena e strumenti sparsi, ad evocare un camerino aperto, un luogo dove il pubblico non era spettatore ma ospite. È stato come se Ermal Meta avesse aperto le porte del suo rifugio creativo, invitandoci a osservare da vicino la nascita di una canzone, di un’emozione, di un pensiero.

Ermal Meta

Lo aveva promesso nei mesi scorsi, anche a Sanremo quando lo avevamo visto sul palco del Suzuki Festival. «Questo concerto ha una sceneggiatura che si riscrive ad ogni data» aveva detto Ermal. E la promessa è stata mantenuta: ogni parola, ogni nota, ogni pausa è sembrata nascere lì, nel momento esatto in cui accadeva. Una liturgia laica, fatta di silenzi che parlano e suoni che toccano corde profonde.

Al centro della scena, un pianoforte. Accanto a Ermal Meta, Davide Antonio Pio – co-autore dello spettacolo e complice musicale – che con raffinata ironia e tocchi di poesia ha reso ogni passaggio ancora più vivido. Tra loro, un’intesa rara, fatta di sguardi e respiri condivisi.

LA SCALETTA, GLI IMPREVISTI, LE IMPROVVISAZIONI

La scaletta ha alternato i brani più amati a qualche inedito, trasformando ogni canzone in un quadro emotivo, un piccolo atto teatrale. Il pubblico ha cantato, riso, si è commosso. Ma soprattutto ha ascoltato. Davvero. In silenzio, rapito.

Neppure le interferenze e le difficoltà tecniche lo hanno fermato. Il 1 maggio è la festa del lavoro e visto che lui pare non volersi fermare neppure in quel giorno (oggi tornerà a presentare il Concertone di Roma, un ruolo che ben si adatta a un artista capace di parlare a generazioni diverse, unendo linguaggi e cuori), come già successo lo scorso anno, i cavi fanno le bizze, gli amplificatori si fermano a ricordarglielo. E lui ci scherza sopra, imbraccia la chitarra e ricordando proprio l’incidente dello scorso anno torna a intonare “Alleluja”. 

Approfitta di ogni momento utile mentre si cambiano set up tecnici per ridere  e prendere in giro i pochi uomini presenti in un pubblico quasi tutto al femminile, e dedica al “povero Luciano” nelle prime file una canzone improvvisata sull’obbligo di essere lì in accompagnamento! 

Ermal Meta

Sul finale, Meta ha regalato al pubblico il nuovo singolo “Ferma gli orologi”, già disponibile dal 25 aprile. Un brano che vibra di energia pop ma porta con sé, come sempre, la profondità lirica che distingue il suo stile. Ma l’altra novità importante di questi giorni, sarà anche l’uscita del suo secondo romanzo, Le camelie invernali (in arrivo il 13 maggio per La nave di Teseo).

Quella di ieri sera al Colosseo non è stata solo musica. È stata una confessione condivisa, una carezza collettiva, una promessa sussurrata: che l’arte può ancora toccare, sorprendere e unire.

E quando si sono spente le luci, nessuno ha avuto voglia di alzarsi subito. Perché un po’, in quella stanza, ci si era sentiti a casa.

ERMAL META: LA BIO.

Ermal è da sempre uno dei talenti di spicco della musica dei nostri giorni. Cantautore, compositore e polistrumentista albanese naturalizzato italiano, nato il 20 aprile 1981 a Fier, a 13 anni si trasferisce a Bari con la madre, il fratello e la sorella, interrompendo i rapporti con il padre a causa dei difficili rapporti. La madre, violinista professionista, ha influenzato la sua passione per la musica, portandolo a imparare il pianoforte e la chitarra.  

Prima chitarrista nel gruppo Ameba4, a Festival di Sanremo nel 2006 poi frontman della band La Fame di Camilla, con cui ha pubblicato tre album tra il 2009 e il 2012. Quindi, dopo lo scioglimento del gruppo nel 2013, ha intrapreso la carriera da solista, scrivendo canzoni per artisti italiani come Marco Mengoni, Emma, Annalisa e Patty Pravo.  

Nel 2016 ecco l’album di debutto da solista, “Umano”, seguito nel 2017 da “Vietato morire”, che ha raggiunto il primo posto nelle vendite e vinto il Premio della Critica Mia Martini al Festival di Sanremo, dove si è classificato terzo. Nel 2018 ha vinto il Festival di Sanremo insieme a Fabrizio Moro con la canzone “Non mi avete fatto niente”, rappresentando l’Italia all’Eurovision Song Contest e classificandosi quinto per tornare ancora nella Città dei Fiori nel 2021 “Un milione di cose da dirti”, classificandosi terzo. Nel 2024 ha pubblicato l’album “Buona fortuna” e nel 2025 ha annunciato l’uscita del suo secondo romanzo, “Le camelie invernali”, prevista tra pochissimo, il 13 maggio.  

La Photogallery della serata è a cura di Renata Roattino @jhonninaphoto.

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