Ermal Meta, Domani e per sempre.

Ermal Meta presenta il suo libro al Circo di Primavera ad Alba.

Nascere figlio di un primo violino d’orchestra può essere un segno del destino, una pole position esistenziale. E Ermal Meta, nato in Albania, ha saputo sfruttarla. Cantautore di successo, autore per alcuni tra i maggiori artisti italiani, da Patty Pravo a Red Canzian, da Renga a Emma passando per Mengoni e Michielin, arrangiatore per i Negrita, oltre naturalmente ad aver vinto Sanremo 2018 con la intensa “non mi hanno fatto niente”.

Ermal ha voluto provare un altro metodo di comunicazione con i suoi “lupi”, ma non solo. Ecco che allora ha deciso di scrivere un romanzo, “Domani e per sempre”, che segna una evoluzione stilistica nella sua carriera. 

Ieri Ermal Meta, dopo il Salone del Libro di Torino era ospite al Circo di Primavera di Alba, che lo ha visto ospite dopo gli appuntamenti con Tananai, Francesca Michielin e Mauro Corona.

Seduto sulla poltroncina del Circo, Ermal ha dato vita ad un incontro emozionante ed intenso, dove la parola si è mescolata al ricordo, la passione all’intensità di un racconto che non è solo letteratura e basta. 

Edito da La nave di Teseo, “Domani e per sempre” narra la storia di Kajan, un ragazzo albanese nato durante la seconda guerra mondiale, dotato di un grande talento per il pianoforte, che vive gli anni del comunismo e della guerra fredda portandoci nel cuore dei conflitti del novecento drammaticamente simili a quanto vediamo oggi.

Durante l’incontro Ermal, ha raccontato ai suoi lupi, come sempre tanti e fedelissimi, come è nata la sua voglia di intraprendere questo viaggio letterario e di appunto scrivere questa sua opera prima; come lui stesso ha dichiarato, il cantautore ha infatti voluto portare al suo pubblico un libro drammatico ed impegnato, ma soprattutto vero, un romanzo che ripercorre e rende giustizia alla storia dell’Albania ed ai drammi che il popolo albanese ha dovuto subire nel corso degli anni.

“Ho voluto raccontare e spiegare quelle immagini del 1991. Le immagini che si hanno dell’Albania –ha detto nella serata– sono di barconi, persone disperate, però ogni disperazione sgorga da qualcosa, ha una motivazione e io volevo raccontarla perché sono fiero delle mie radici, del sangue che ho. Volevo raccontare che cosa porta gli esseri umani a fare cose che in condizioni normali nessuno farebbe. C’è molta forza in questo romanzo. Una parte di questa forza è fatta di speranza, un’altra di disperazione”. 

Ma non solo. Ermal ha spiegato chiaramente il ruolo che, anche in momenti drammatici può avere la cultura, Ermal Meta era già stato molto chiaro anche a Torino, sottolineando come sia “fondamentale non solo nei momenti difficili. Non bisognerebbe usarla come salvagente quando il mare è in tempesta, ma come vascello principale per navigare”

E anche ieri, ha ribadito il ruolo della cultura, il fatto che occorra “trattarla meglio” di come si fa oggi; e ha ribadito che l’esperienza da scrittore gli è piaciuta e nel futuro non esclude di scrivere altri romanzi. Ma nel rispetto delle sue convinzioni e degli argomenti da trattare perché -ha detto- “voglio fare solo le cose in cui credo. Come questo romanzo, che per me ha un valore forte”. 

Ovviamente nel corso della serata c’è stato molto spazio anche per parlare di musica e di quanto Ermal non si risparmi quando è concentrato nella scrittura delle sue canzoni; nel tempo ha imparato a spogliarsi di tutto e a trasformare le sue paure, le sue gioie e le sue emozioni in musica, perché solo essendo se stessi e veri, si arriva al cuore delle persone.

Come sempre molto disponibile, gentile ed ironico, Ermal Meta ha dato vita ad una serata che è stata quasi una chiacchiera tra amici, dove il tempo vola e trascorre veloce. E quando arriva alla fine, mentre firmava le copie del suo libro, c’era quel velo di malinconia sottile che avrebbe voluto far si che la notte si allungasse e ci fosse ancora spazio per le sue parole, i suoi sorrisi, la sua sensibilità. 

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