L’Ausonia Hungaria, simbiolo dell’ospitalità lagunare, riapre il 13 maggio
Il Lido di Venezia, 12.5 km di isola larga 700 metri, è la parte balneare della “Serenissima Repubblica”, dove un tempo vi albergava un’ospitalità nascosta, discreta e di alto livello, tanto che, ancor oggi, la Mostra del Cinema ha proprio il Lido quale palcoscenico, voluto dalla leggendaria catena Ciga hotel, nel 1932, un evento che rappresenta un mondo a parte, qui, alle porte di Venezia.

Oggi, uno dei retaggi di un’epoca passata resta l’Ausonia Hungaria hotel, un esempio di art decò immortale, nato da un progetto dell’Architetto Nicolò Piamonte che, dopo l’acquisizione da parte del gruppo veneziano Russo, è rinato con un appeal del tutto immutato. Hungaria, in onore degli ospiti ungheresi che affollavano il Lido, all’inizio, cui fu aggiunto alla fine degli anni ’20, Ausonia, dall’antico nome del nostro Paese.
La storia ci dice che l’hotel fu inaugurato nel 1907 e, nel 1913, il ceramista di Bassano del Grappa, Luigi Fabris, presentò al Comune un progetto per ricoprirne la facciata, come oggi la vediamo, con 800mq di maiolica policroma di diverse dimensioni e tipologie, con motivi vegetali color ocra e aqua, frutti, ghirlande e fiori, putti e figure muliebri a rappresentare Venezia e l’Ungheria che, idealmente, si uniscono per dare vita a questa mirabolante realizzazione artistica.

Guerre e varie vicissitudini oscurarono l’essenza del prestigioso albergo che, nel 2007, “riprese vita” grazie alla lungimiranza di Teodoro Russo, artefice del restauro della struttura e delle 7mila piastrelle della decorazione.
L’originale struttura nacque verso la fine dell’800 come villino a due piani, dal profilo arrotondato e, come riporta il Gazzettino di Venezia, “in soli 4 mesi fu ampliato” fino a diventare l’hotel che è tornato ad essere oggi, dopo averne passate tante che lo hanno visto anche attraversare una fase di decadenza.
Erano i tempi in cui nasceva la moda balneare regalando al Lido un’importante fase di sviluppo.

Con le sue 60 camere è oggi un 5 stelle lusso, che ha conservato la maggior parte del proprio fascino intatto, con un restiling delle abitazioni, grazie all’interior design di Simone Micheli, che mantengono uno stile sobrio ma funzionale, arredato con mobili di design.
Le stanze sono divise in 10 “Cozy”, 24 Superior, 13 de luxe, 12 Junior suite e, su tutte, l’avvolgente Amazing suite, all’ultimo piano della torre.

L’architettura esterna si arricchisce poi, nel 2018, di un’altra grande opera esterna: il muro più grande d’Europa (400 mq) di piastrelle, ben 3.358, in vetro di murano ad opera di Joe Tilson, una lettura moderna che si sposa perfettamente con la classicità dell’originaria facciata, cui fa da contraltare.
Un altro aspetto interessante riguarda l’ormai immancabile, negli hotel di rango, area benessere che, qui, ha un notevole lignaggio.
«Abbiamo un accordo con il governo thailandese per ospitare terapiste diplomate presso il nostro Lanna Gaia wellness centre – spiega Daniele Del Zotto, general manager – il che pone la nostra spa ad un livello superiore, perché è importantissimo l’investimento nell’alta professionalità delle operatrici della Lanna Thai Academy di Bangkok».
Oltre ad essere luogo di soggiorno, l’Ausonia Hungaria, è oggi anche luogo di ritrovo per il quale utilizza, bar e ristorante, gli spazi sovrastati dal meraviglioso sfondo di maioliche e vetro di Murano, che si ritrovano nella carta da parati delle stanze, realizzata da foto di Maurizio Marcato, raffiguranti le facciate.
Due sono i bar all’interno dell’hotel: The Mode e il 28.5, due centri pulsanti della “social attitude”.
The Mode è il bar-ristorante che propone un food concept nativo, appunto, con le ghiottonerie della Laguna e una cucina italiana arricchita di passione innovativa e contemporanea, aperta anche ai visitatori.
La colazione nell’Orangerie, al Natyve, al piano terra della struttura, rappresenta un impagabile rito per iniziare al meglio la giornata, mentre il 28.5, con una fantastica vista sulla laguna, si trova sulla terrazza panoramica; qui è possibile cenare o gustare un cocktail, nel perfetto stile “rooftop”.
La piscina all’aperto dà un tocco di intimità a pochi passi dal viale principale, ma in un ambiente salvaguardato dal clamore.
E poi, a ricordare il cinema, arte ispiratrice, tanti oggetti ad esso legati sparsi per gli angoli dell’hotel e una galleria fotografica nei corridoi con le foto dell’Archivio della Biennale, per celebrare momenti iconici del cinema a memoria imperitura dello splendore del Lido.