Quando gli scienziati americani attuano ricerche in campo alimentare ripongono quasi sempre l’interesse alla perdita di peso e alla forma fisica. Ormai da anni, ronza nelle nostre orecchie il neologismo detox che nasce dallo scorciamento del termine inglese detoxing, che significa disintossicante ed al quale viene arbitrariamente attribuito un significato di concentrazione in tempi brevi di tale trattamento.
Esiste l’estratto di verdure detox, la prima colazione detox, il cocktail detox e il pasto detox. Riviste e siti dedicati alla nutrizione internazionali riportano centinaia di ricette e consigli di esperti provenienti anche da famose Università, come nel caso di quelli della Pennsylvania State University che hanno recentemente condotto uno studio, riportato da Shape, che afferma “il consumo di zuppe a base di brodo due volte al giorno, oltre ad apportare un processo di disintossicazione, possa far perdere fino a 7 kg. di peso dopo un anno”.
Sono nato e cresciuto in Italia con la cultura del “mangia la verdura che fa bene” e il minestrone non mancava mai sulla tavola della mia famiglia. A dispetto di chi pensi che la zuppa calda d’estate sia anacronistica, è proprio in questa stagione che questa pietanza, oltre che ad essere più ricca e nutriente, è più saporita. Le proprietà detox in chiave tradizionale, quelle della nonna per intenderci, sono sempre esistite: hai mal di pancia?, mangia riso all’olio; soffri di stitichezza?, mangia zucchine bollite e così via.
Naturalmente, i rimedi della tradizione si basano sull’utilizzo e il consumo di verdure fresche e rimango perplesso quando, sugli scaffali dei supermercati, trovo offerte di zuppe che vengono pubblicizzate ad alto potere disintossicante come quelle lanciate sul mercato da un imprenditore del settore alimentare, definito da molti il pioniere del biologico. La sua azienda propone una linea di zuppe pronte che, pur essendo imbicchierate in contenitori di cartone biosostenibile, contengono verdure che, per forza di cose, qualche trattamento conservante l’avranno subito.
Sul comunicato stampa inviatomi, presumibilmente, dall’ufficio di comunicazione di un’azienda che produce una delle suddette zuppe, leggo la sintesi di un articolo dell’Hindustan Times, in cui vengono intervistati alcuni cuochi di New Dehli, tra i quali Harangad Singh, giovane chef attento alla cucina salutare con esperienze anche fuori dalla sua India: tutti sembrano d’accordo nell’affermare che “le zuppe fredde, a differenza di quelle calde, non vengono sobbollite e, per questo motivo, non perdono le loro proprietà nutritive e al tempo stesso, le materie prime come frutta, verdura e spezie vengono conservate” Mi chiedo, però, se non sia meglio definire questo alimento “frullato” o “estratto” visto che le zuppe sono da sempre, in gastronomia, intese come piatti caldi a meno che non si voglia attribuire a questo termine il senso traslato: mescolanza di cose eterogenee, con un’idea di confusione o disordine. In ogni caso, va da se che a causa di qualsiasi metodo di conservazione, anche il più naturale e attento, una parte di proprietà nutritive vadano perse o, quantomeno, ridotte.
Mio padre è friulano e, come in ogni famiglia delle campagne italiane, anche nella nostra casa c’era l’orto dal quale giornalmente e alla bisogna, si raccoglievano i prodotti. L’insegnamento è sempre stato quello di consumare la verdura e la frutta appena raccolta, o al massimo il giorno dopo, pena la perdita, oltre che del gusto, anche delle proprietà benefiche e nutrizionali.
Io sono solo un criticone gastronomico, mi occupo di gusto e le disamine sulle proprietà nutrizionali e disintossicanti le lascio agli esperti. Do molta importanza ai sapori, a patto che siano veri, genuini e non alterati chimicamente, ovvero non sono uno che si lascia stregare il palato da alti contenuti di zuccheri, sali, glutammati ed essenze estratte chimicamente.
Per l’aspetto nutrizionale, ho chiesto il parere al presidente dell’Associazione Italiana Nutrizionisti In Cucina il dott. Domenicantonio Galatà esperto di cucina e pasticceria salutare. Che potrete leggere nel prossimo contributo (segue)