Il Presidente dalla penna rossa

Adesso è tutto chiaro. Siamo cattivi bambini.

La maestrina dalla penna rossa Giuseppe Conte, Presidente di un Consiglio non eletto dagli italiani, ieri ha fatto le raccomandazioni: fate i bravi se no arriva il castigo. E il castigo è la terza ondata, tanto temuta quanto improvvida perché metterebbe il governo di fronte alla nuova fallimentare gestione. 

Ci stupisce la paura della terza ondata. Ma come? Ci sono i vaccini! Arriveranno a gennaio. Il ministro Speranza che vive del suo cognome e non delle sue competenze, ha millantato un piano di vaccinazione senza precedenti. E allora di cosa hanno paura?. Saranno preparatissimi!. E invece no. Perché probabilmente non sanno come gestire dei vaccini che vanno conservati a -80 gradi. Non sarebbero in grado di gestire dei normali surgelati, figuriamoci i vaccini. E infatti, bontà loro e dell loro magnanimità “siamo in una repubblica democratica (vale la pena sottolinearlo perché ormai da un anno non ci pare proprio, ma i concetti di dittatura democratica non sono ancora stati sdoganati n.d.r.) per cui non obbligheremo nessuno a farli. Ma sarebbe davvero bene che tutti fossero responsabili e lo facessero”. Questa la sintesi non detta.

E poiché non sono in grado di gestire una nuova ondata pandemica, niente vacanze, niente cenone di Capodanno, niente messa di Natale come al solito (al massimo un aperitivo eucaristico, con la Comunione anticipata alle 21 per poter andare a casa prima del coprifuoco) e, sempre per lo stesso motivo, niente sci (con disperazione di hotel e gestori delle località sciistiche); ma tanto ci saranno dei fantomatici ristori che serviranno a comperare i cerini con cui darsi fuoco viste le perdite incalcolabili di chi ha una attività montana. 

Ieri la maestrina dalla penna rossa, commentano l’ennesimo DPCM, ha consigliato di stare a casa, non vedere nessuno in questi giorni, perché è facile che nel clima di gioia di una famiglia che si ritrova per Natale possa scappare il pericolosissimo abbraccio e magari anche un bacio. Non sia mai! Quindi il governo consiglia …l’astinenza. Dopo la masturbazione per evitare approcci sessuali diffusori del virus, dopo il distanziamento sociale, adesso siamo all’astinenza affettiva. Però il governo è buono. Non ci impone per legge di non vedere i parenti nella stessa città. “siamo un paese libero” illude nella dichiarazione la maestra; “non possiamo imporre, solo consigliare”. Insieme al lavaggio delle mani, questo governo ha una grande capacità: quella di fare il lavaggio del cervello con sottile astuzia. 

Il bastone e la carota. Solo che la carota non la dà da mangiare ma la utilizza impropriamente. Il bastone invece quello lo usa con i cattivi, quelli che usciranno dai patrii confini. Infatti per chi va all’estero, ecco la punizione. Gli italiani che vanno a sciare dove invece chi sa gestire tiene aperti gli impianti, quando tornano in Italia devono fare la quarantena. Non il tampone, la quarantena. Perché il governo deve punire, dare l’esempio. Colpirne uno per frantumarne molti. Che pena. Che poi anche questo provvedimento è da vedere. Quest’estate non sono stati capaci di organizzare i tamponi negli aeroporti se non con ritardi biblici, figuriamoci come controlleranno chi rientra dall’estero magari in auto. Forse incroceranno qualche sfortunato, dopo 8 giorni dal rientro (e come faranno a capire che è stato all’estero non è dato saperlo) cui faranno una multa pubblicizzata su tutti i giornali per far vedere l’efficacia dei provvedimenti. Appunto: colpirne uno per dare l’esempio a tanti. 

Ieri sera la maestrina dalla penna rossa ci ha anche nuovamente deliziato con la figura scultorea del suo portavoce, l’ex mutanda gieffino Casalino che, rimessosi dal Covid, appariva un corazziere impettito con un bastone nella schiena mentre annunciava con aria solenne il nome del fortunato giornalista che poteva porgere la domanda al suo superiore in grado. Ci era mancato. Con lui lo svilimento della figura del giornalista è totale visto che quest’ultimo non può neppure più alzarsi da solo, presentarsi e fare le domande. Deve essere velinato da uno che in televisione ha dimostrato solo abilità manipolatorie di basso livello per tentare di vincere una trasmissione televisiva senza per altro neppure riuscirci. 

Siamo in una parodia di governo. I bisticci interni paiono ormai evidenti a tutti. Questa seconda ondata ha messo in luce non solo l’incapacità politica ma anche l’inettitudine umana di una compagine che sta insieme solo per convenienza. E che, forse, verrà finalmente abbattuta dal Pinocchio fiorentino Renzi che ha abbaiato in tutti questi mesi minacce a vuoto dimostrando, come diceva De André, “la differenza tra idee e azione”. Adesso, finalmente, il 9 dicembre con il voto sul MES ha l’occasione di dimostrare se ha gli attributi o solo il naso lungo. Non vogliamo fare previsioni, ma abbiamo un’idea del valore delle sue parole e minacce anche questa volta; verrà blandito con qualche promessa e fingerà di piegarsi per il bene del paese, perdendo anche gli ultimi voti che gli erano rimasti.

Per cui anche questa volta, dopo troppi “vi concediamo”, “abbiamo deciso”, “state bravi e non fate disperare la tata al governo” abbiamo spento il televisore mentre l’autonominatosi Churchill della Repubblica di Bananas perdeva tempo a spiegare perché, invece di una gestione efficace della pandemia, lui non era andato al ristorante con la sua compagna che, poverina, veniva inseguita dalle Iene. Ecco i problemi veri che turbano le notti del Capo del Governo. 

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