Un viaggio in treno da Milano a Bologna per visitare il Museo Ebraico di Bologna. È un’ottima occasione per celebrare il nuovo accordo che ha siglato l’Ente del turismo di Israele in Italia con le FFSS per far apparire alcuni articoli dedicati al paese mediorientale sulla rivista “Freccia” e raccontare Israele ai viaggiatori.
ISRAELE: RIPRENDE IL TURISMO.
Ma il viaggio è anche una ghiotta occasione anche per visitare la mostra dedicata ad Aldo Spizzichino ospitata nei locali del museo nel “ghetto ebraico” del capoluogo felsineo, fino al 4 settembre 2022, dedicata all’artista visivo, pioniere nel campo della cosiddetta Computer Art.
«Nel 2022, dopo più di 2 anni il turismo ha iniziato lentamente a riprendere in Israele – spiega Kalanit Goren Perry, direttore dell’Ufficio del turismo israeliano in Italia – con una situazione straordinariamente in ripresa. Nel mese di maggio abbiamo accolto oltre 6mila turisti dall’Italia. Buoni anche i dati del turismo religioso, come dichiarato dal Custode di Terra Santa, Padre Patton sono attualmente i medesimi del 2015 e anche questo segmento, molto importante, è in netta ripresa».
Il fattore “trasporto aereo” è fondamentale per le destinazioni: sono infatti aumentati i voli dall’Itali con collegamenti diretti da Bari, Catania, Torino e Treviso oltre che da Milano, Roma e Napoli. Gli hotel sono pieni e gli operatori registrano un andamento di crescita delle prenotazioni di oltre il 40%.
«La nostra speranza è di arrivare al 60% dei numeri dell’anno 2019 che si era concluso con 190.000 turisti in entrata dall’Italia – prosegue Goren Perry – Gli italiani privilegiano Gerusalemme sempre e comunque scelta primaria, per il suo fascino, la sua cultura e la sua tradizione.
Cresce la domanda per Tel Aviv e la costa: per lo splendido mare, l’offerta culinaria, il divertimento, l’originalità di siti da visitare unici e irripetibili, dal Quartiere Bauhaus al divertente mercato di Sarona. Sempre di più gli italiani stanno anche scoprendo il deserto».

Proprio questo segmento è una destinazione nella destinazione: offe luoghi meravigliosi e davvero unici al mondo come il Mitzpe Ramon, il Makthesh Ramon, la Via dell’Incenso, luoghi sospesi fra storia e natura, incentrati sul fascino di un deserto roccioso che cambia colore e sfumatura ad ogni ora del giorno.
Così come l’alta Galilea, con gli splendidi vigneti, i kibbutz, una dimensione di turismo all’aria aperta molto lontana dalla conoscenza del paese per il turista italiano e molto più patrimonio del turismo estero. La Galilea e l’alta Galilea offrono luoghi come Gamla o le sorgenti del fiume Giordano per andare poi alla scoperta della valle di Hula partendo da luoghi come la fortezza crociata di Nimrod per arrivare poi allo splendido lago di Galilea, dove si potrà anche avere una vacanza in totale relax.
Israele è un Paese che cambia radicalmente da un anno all’altro.
In questi due anni non si è fermata. Ha utilizzato la pandemia per crescere e rinnovarsi: ha ormai consolidato il nuovo treno veloce dall’aeroporto di Tel Aviv a Gerusalemme, aperto nuovi hotel nel deserto come lo splendido Six Senses Sharut, aperto nuovi scavi straordinari come quelli condotti a Magdala, con una straordinaria crescita dell’offerta alberghiera soprattutto al sud.
Tornando al Museo Ebraico la mostra dedicata a Spizzichino vede il nativo di Tiglieto (GE) nel 1941, laurearsi in Fisica a Bologna, città in cui ha vissuto per la maggior parte della sua vita. Ha lavorato al CNR e all’INAF come astrofisico, ma si è sempre occupato anche di arte visiva, sperimentando con vari mezzi nell’ambito della grafica e spaziando dalla fotografia all’incisione, dalla creazione di loghi e di poster alla computer art.
«È in questo campo di ricerca artistica che Spizzichino ha raggiunto i risultati più personali e interessanti, con un lavoro di avanguardia iniziato molto prima dell’avvento dei personal computer e dei software commerciali applicati alla grafica, e che è continuato con una sempre rinnovata passione e con capacità artigianali fuori dal comune fino alla morte, che lo ha colto nel 2017 nel pieno della sua creatività – spiega Vincenza Maugeri, direttore del museo – Il tema principale delle sue ricerche è stata la trasposizione estetica di strutture matematiche, che mantengono il collegamento con le forme naturali da esse originate o sono evocative di concetti astratti: metafore visive riconoscibili dal pubblico, che, grazie all’impatto simbolico, invitano il visitatore a percorrere un cammino di scoperta e di nuova conoscenza.
Eseguite in grafica vettoriale, le opere esposte sono tutte corredate da una nota che ne mette in rilievo le procedure e gli aspetti matematici, oltre che la genesi artistica, a riprova della grande attenzione dell’autore agli aspetti didattici e divulgativi. La sua scelta di usare un software scientifico e sicuramente desueto, quale il Fortran 77, non era solo dettata dalla grande dimestichezza da lui acquisita nell’uso di tale software nel suo lavoro di analisi dei dati sperimentali, ma anche da una specie di sfida anti-consumistica, volta ad evitare di adagiarsi su percorsi pre-confezionati che nascondono il pericolo di cadere in un iperrealismo indesiderato. Allo stesso tempo, voleva additare ai più giovani la possibilità di raggiungere risultati originali sforzandosi di usare mezzi “poveri”, ma sicuramente più stimolanti».