Keith Haring è uno di quegli artisti che purtroppo sono vissuti di pochissimi respiri ma di tantissimi momenti di memoria e opere. E le sue si riconoscono da un angolo. Se ci fosse un gioco televisivo serale che invece di indovinare canzoni facessi indovinare quadri, quelli di Keith Haring sarebbero indovinati con pochissimi pixel.
KEITH HARING: UNA VITA SPESA IN FAVORE “DELL’ARTE PER TUTTI”.
Nato a Kutztown in Pennsylvania il 4 maggio 1958, Keith Allen Haring è un predestinato. Figlio di un fumettista dilettante comincia a disegnare ispirandosi a Disney e Dr. Seuss a soli quattro anni. Non smetterà più. Da buon genio ribelle, lascia la scuola di arti commerciali nel 1976 e si trasferisce a New York alla scuola della vita.
Qui conosce e diventa amico di Basquiat e di Kenny Scharf formando un trio che comincia a produrre opere underground ispirandosi a graffiti, musica, danza, movimenti contemporanei, mode e tendenze della città che non dorme mai. Nel 1980 comincia la sua ascesa con le opere di street art che denunciano e fanno satira, diventando immediatamente famoso non solo nell’ambito artistico, ma anche presso la polizia visto che spesso disegna nella metropolitana.
Nel 1982 espone i suoi dipinti (nel frattempo era passato a teloni e cartoncini di quercia) nelle gallerie alla moda e la critica comincia il processo di canonizzazione artistica. Fedele al suo credo che l’arte non è riservata a pochi ma è per tutti, realizza opere pubbliche, murales, campagne di affissione umanitarie, campagne pubblicitarie (per Adidas e Absolut Vodka) collabora con Madonna e Grace Jones, apre il Pop Shop, il suo negozio.
Keith Haring muore per complicazioni dell’AIDS a soli 31 anni il 16 febbraio 1990 neppure due anni dopo la scoperta di averlo contratto.
Come tutti i grandi, anche Keith Haring ha riscritto a suo modo la storia e le regole dell’arte fino ad essere identificato come l’artista americano di maggior impatto degli anni Ottanta. Pur lavorando una varietà di medium differenti – tra cui dipinti, stampe, poster, disegni, sculture e street art – il suo stile è immediatamente riconoscibile. Linee decise, simboli pittografici e colori vivaci abbondano in ogni sua opera. Amico di Andy Warhol, Haring ha rappresentato l’apoteosi della Pop Art, esplorando senza ritegno il potenziale di marketing del suo “marchio”.
LA MOSTRA RADIANT VISION
La mostra che arriva al Palazzo Tarasconi a Parma e aprirà dal 17 settembre 2023 al 4 febbraio 2024 dopo quattro tappe negli USA, una in Italia alla Villa Reale di Monza e una in Israele, è un percorso in nove sezioni che comincia con ICONOGRAFIA, dove si evidenzia come Haring si sia appassionato allo studio dei simboli e nonostante le sue abilità di disegnatore, abbia migliorato le linee evolvendole in pittogrammi runici dando vita al suo lessico visivo: cani che abbaiano, bambini radiosi, volti sorridenti, uomini segnati, figure danzanti, folle pulsanti, televisori incandescenti e UFO che si spengono, tra gli altri simboli.
La mostra prosegue poi, per raccontare gli inizi e la vita nella città di New York, dove Haring si trasferisce nel 1978 per studiare alla School of Visual Arts e alla sezione dedicate alla “GIUSTIZIA SOCIALE”, dove con opere come “Untitled (Apartheid)”, un dipinto a due pannelli che raffigura una grande figura nera che lotta per liberarsi dal cappio dell’oppressore bianco, Haring sostiene il movimento anti-apartheid.
Una sezione è dedicata al lavoro fatto con i giovani, in mostra la Kalish Suite un gruppo di undici incisioni che rappresentano lo sforzo congiunto di Haring e di Sean Kalish, un bambino delle elementari che frequentava il Pop Shop e che mostrava un talento precoce per i disegni dinamici e lineari simili a quelli di Keith Haring. I due hanno stretto un’amicizia e hanno creato insieme questa suite di immagini selvagge e surrealiste nel corso di diverse visite in studio, passandosi di mano in mano ogni opera fino a quando non è stata considerata completa.
In mostra anche Medusa Head, la più grande stampa mai realizzata da Haring, lunga più di due metri e alta quasi un metro e mezzo. L’opera è stata creata in collaborazione con il tipografo danese Borch Jensen che, dopo aver conosciuto Keith Haring a una cena, ha invitato l’artista a sperimentare la sua macchina da stampa, lunga tre metri, appena installata. L’opera è una rivisitazione moderna del racconto greco di Medusa, una donna alata i cui capelli erano composti da serpenti in grado di trasformare gli astanti in pietra.
Per Haring, che nel 1986 era stato testimone degli effetti mortali dell’AIDS ma non aveva ancora ricevuto la diagnosi, il mostro mitico era un simbolo appropriato della terrificante malattia che uccideva i suoi giovani amici sani in un batter d’occhio.
In mostra sono esposte più di 100 opere, provenienti da una collezione privata: si tratta di litografie, serigrafie, disegni su carta e manifesti, che illustrano l’intero arco della breve ma prolifica carriera di Haring, esaminando diversi aspetti della vita e della produzione dell’artista, tra cui i disegni in metropolitana e la street art, le mostre in alcune delle più famose gallerie di New York, il Pop Shop e il suo lavoro commerciale.
Sostenitore della de-escalation nucleare, dei diritti civili, del benessere dei bambini e della consapevolezza dell’AIDS, Haring ha trascorso la sua carriera realizzando poster, opere d’arte pubblica e commissioni di beneficenza a sostegno di queste cause vitali.
Informazioni sulla mostra
L’esposizione è prodotta da General Service and Security e GCR. La Direzione Artistica e di Produzione è affidata a WeAreBeside ed è un progetto itinerante possibile grazie a Pan Art Connections.
In mostra i visitatori riconosceranno immediatamente gli iconici “Radiant Baby”, che hanno permeato la cultura americana negli anni ’80 e sono diventati simboli emblematici dell’epoca. Le immagini sono potenti esempi di come Haring ha combattuto per il cambiamento usando l’arte come piattaforma per il suo attivismo.
Il progetto espositivo vuole essere un tributo all’artista, appassionato sostenitore della giustizia sociale che si è sempre dedicato ai giovani di tutto il mondo, sostenendo la loro salute e i loro diritti e supportando al contempo il loro sviluppo creativo.
Keith Haring. Radiant Vision
Mostra curata da Katharine J Wright
Palazzo Tarasconi, Parma
17 settembre 2023 – 4 febbraio 2024
Opening: venerdì 15 settembre 2023 ore 18.30
Mercoledì – Domenica h. 10-19.30. Chiusa lunedì e martedì Biglietti (incluso audioguida)
Intero: 14 euro – Ridotto: 12 euroPacchetto vip: 20 euro, biglietto + pocket guide
Scuole: 6 euro
Per info mostra: www.palazzotarasconi.it/mostra/radiantvision