L’Arte, spesso, ci pone di fronte a misteri e domande. I capolavori del passato celano segreti e allegorie che spesso sfuggono. Un esempio? La Nascita di Venere, il celeberrimo dipinto di Sandro Botticelli è uno di questi, tanto che l’Assessore al Turismo del Comune di La Spezia, Maria Grazia Frijia, ha sposato, tramite un convegno di alto livello, dal titolo “Arte e cartografia del Golfo di La Spezia, sfondo della Venere di Botticelli?” la tesi che lo sfondo del dipinto che fa bella mostra di sé agli Uffizi a Firenze, non sia altro che il golfo dei Poeti.
«Abbiamo cercato un modo di valorizzare la cultura come una delle chiavi promozionali per attrarre turismo verso la città – spiega Maria Grazia Frijia – Una cultura che attraverso l’opera di Botticelli ci ha dato uno spunto per dibattere, se lo sfondo del quadro sia il Golfo dei Poeti ed approfondire l’argomento, prospettando ulteriori studi futuri. E grazie ai contributi di Cristina Acidini, storica dell’arte italiana, Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno, della Fondazione Casa Buonarroti, della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte “Roberto Longhi”, dell’Opera di Santa Croce, Firenze; Marzia Ratti, storica dell’arte e museologa; Luisa Rossi, Geografa e Roberto Celi, fotografo, con la moderazione di Ornella D’Alessio, giornalista geografa, abbiamo dato vita ad un dibattito che non resterà senza seguito».
L’oggetto, di per sé affascinante, è stato determinare attraverso il sapere di eminenti cattedratici, se fosse possibile che i contorni del litorale dipinto da Sandro Botticelli sullo sfono della meravigliosa figura femminile, possano corrispondere alla linea della costa di ponente del golfo della Spezia?
Non è difficile, ma nemmeno così immediato.
Cristina Acidini, riaprendo altre domande a cui non c’è sicura risposta fa notare come «A un capolavoro dell’arte di tutti i tempi, qual è la Nascita di Venere, non ci si stanca di tornare, non solo per rendere omaggio alla sua bellezza, ma anche per cercare le risposte ai tanti interrogativi che propone. Ogni opera del tempo era una “commissione” l’arte era cara, allegorica, celebrativa, e quindi per chi fu dipinto veramente? Se ne ha notizia ,di questo quadro, per la prima volta, anni dopo la sua creazione, perché il Poliziano, la intravvide in una stanza di palazzo, ma resta il “quando”? A proposito della modella, la nuda Venere è davvero il ritratto della bella Simonetta Vespucci? E, quindi, aggiungiamo alla luce di quanto si è dibattuto, il profilo costiero è davvero la terra dove essa nacque, nell'”aspra Liguria in grembo a Venere”, come scrisse il Poliziano? Le risposte potrebbero non giungere mai, ma il quadro continua a splendere attraverso i secoli”, il che è la unica certezza».
Roberto Celi, noto fotografo spezzino fondatore dell’Associazione “Obiettivo-Spezia”, fotografo di mare e regate, ha dedicato molto tempo alla ricerca del punto ideale da cui partire per una interessante sovrapposizione immagine-orografia: esiste una sovrapposizione fotografico-cartografica tra un’antica rappresentazione del Golfo di La Spezia che coinciderebbe con il profilo dell’orizzonte del celebre dipinto rinascimentale.

Non mancherebbe nemmeno la corrispondenza storica, ricordata nel libro “I Cattaneo Della Volta. Vicende e protagonisti di una millenaria famiglia genovese” di Elena Chiavari Cattaneo Della Volta e Andrea Lercari, secondo cui il Golfo di Spezia era anticamente denominato Gulfus Veneris “Golfo di Venere”, perché esteso tra due promontori dedicati alla dea: quello di Lerici e di Portovenere.
Di contro, però, si sa che Botticelli non amasse staccarsi dal borgo fiorentino dove aveva casa e bottega, viaggiò poco e malvolentieri. E all’epoca anche spostamenti di 100/200 km erano faticosi, perigliosi e difficili. Quindi ci si chiede come abbia fatto a riprodurre il profilo orografico delle coste del Golfo?
E, infine, la traccia documentata più importante: Simonetta Vespucci, che si pensa musa ispiratrice di Botticelli, cui il maestro era devoto, più volte ritratta in alcune delle sue opere più importanti, pare sia nata a Fezzano, paese a pochi km dal golfo, dove risiedeva il padre Gaspare Cattaneo della Volta, di famiglia genovese. È la stessa Simonetta, in una testimonianza, a confermare la sua nascita ligure riferendosi all’“aspra Liguria” e precisando “in grembo a Venere”, riferimenti che gli storici sono propensi a non considerare solo nell’accezione prettamente poetica.
E, come si sa, tre indizi fanno una prova.
Il convegno è stato incentrato, comunque nello sviscerare gli argomenti e proseguire gli studi sull’ipotesi che il Golfo della Spezia sia effettivamente lo Sfondo della Nascita della Venere, vi sono le dichiarazioni dei relatori, pronte ad aprire un dibattito artistico e geografico.
Marzia Ratti , storica e museologa, narra che «Simonetta Vespucci fu tra le donne più ammirate e amate della corte medicea. Cantata in versi da Agnolo Poliziano e dallo stesso Lorenzo il Magnifico, scomparsa tragicamente all’età di soli 23 anni, ebbe in sorte di essere effigiata dal più elegante e concettoso artista del secondo Quattrocento fiorentino, Alessandro Filipepi più noto come Botticelli. La Nascita di Venere degli Uffizi ha il volto stupendo di Simonetta, che si ritrova anche in altre opere famosissime, come la Primavera, e i ritratti che sempre Botticelli e la sua bottega lasciarono di lei e che furono poi ripresi da altri più giovani pittori , come Piero di Cosimo. Simonetta Cattaneo era andata in sposa a Marco Vespucci, figlio di Piero, influente dignitario della corte medicea. La nobile famiglia Cattaneo Della Volta era di origini genovesi ; durante il XV secolo si era spostata alla Spezia per motivi politici, prendendo dimora a Fezzano, dove probabilmente era nata l’avvenente fanciulla. Nella storiografia moderna e contemporanea le figure del dipinto e le fonti classiche alle quali certamente attinse Botticelli sono sempre state al centro dell’analisi e del dibattito critico. Molto meno lo è stato il paesaggio che fa da sfondo alla scena mitica. Nelle insenature che si susseguono vi è stato chi ha ipotizzato si tratti del ‘Golfo di Venere’, come già affermato da August Schmarsow (1923) e più di recente, con abbondanza di ragionamenti, da Rachele Farina (2001). Quali argomenti pro e contro potremmo discutere oggi»?
Luisa Rossi, professoressa di cartografia aggiunge e sottolinea la potenza paesaggistica, del Golfo della Spezia, che diventa luogo di sperimentazione di un’altra forma di visualizzazione: la cartografia. Prima di essere il disegno geometrico, astratto, di un luogo, la carta è una rappresentazione che chiama in causa l’arte vera e propria.
«La Spezia con il suo Golfo e ha molte cose da raccontare, sebbene sieda in un territorio ricco di attrattive turistiche cui la miglior conoscenza della città non può che dar vantaggio – conclude l’Assessore Frijia, promettendo ulteriori sviluppi dello studio – Conosciuto come il Golfo dei Poeti ma prima ancora come il Golfo di Venere il nostro mare ha sempre ispirato artisti, viaggiatori, poeti e scrittori. Da Dante a Napoleone passando per Montesquieu nulla è più semplice che la bellezza di Simonetta Cattaneo Vespucci nata e cresciuta nel Golfo dei Poeti, nel Golfo di Venere, ritratta nella Venere di Botticelli, sia stata dipinta nella meravigliosa cornice nel Golfo che molti ispirò perché “admirable” come lo definì lo stesso Montesquieu. E visto che la Bellezza è nel Dna della nostra città e di tutto il nostro comprensorio turistico, è nostro impegno valorizzare sia l’aspetto culturale e delle bellezze naturali del territorio».