“Milan l’è propii on grand Milan”! Nulla di più vero, soprattutto se si respira l’aria aristocratica di quel centro città dove La Galleria Vittorio Emanuele II, il tetro alla Scala, il quadrilatero delle vie della moda Via Monte Napoleone, Via Alessandro Manzoni, Via della Spiga e Corso Venezia saranno epicentro del vostro soggiorno…solo per citarne alcuni.
Ma non potrete dire di avere respirato la pura atmosfera meneghina se non avrete soggiornato in uno dei più vecchi hotel della città della Madonnina, un luogo ricco d’atmosfera, denso di tracce del passaggio di illustri personaggi, il cui nome è scritto nella storia milanese.

Il “Grand Hotel Et de Milan”, inaugurato nel 1863, conserva tutt’ora il fascino di un’antica “casa” milanese. Una casa ospitale, aperta, accogliente, austera, ma che strizza l’occhio al terzo secolo di vita, che attraversa indenne, e spalanca le sue riservate porte all’accoglienza di celebrità della cultura, dello spettacolo, della moda, della musica e del mondo degli affari nazionale ed internazionale.
Il 1863 è l’anno in cui Abramo Lincoln proclama l’abolizione della schiavitù negli Stati Uniti, apre la prima sezione della Metropolitana di Londra (da Paddington a Farringdon Street), Alanson Crane brevetta l’estintore.
Vista la sua data di nascita, si trova nel cuore della città, a pochi passi dal quartiere finanziario e da tutti i luoghi iconici del capoluogo Lombardo, citati sopra.
Il Grand Hotel et de Milan non rappresenta solo la quintessenza dell’ospitalità raffinata, ma con i suoi bar e i ristoranti, vere enclavi gourmand della città, il luogo ideale per soggiorni di piacere e lavoro.
Oggi l’ Et de Milan è parte della catena Autentico Hotels, una collezione distintiva di hotel di lusso indipendenti, a conduzione familiare, situati in tutta Italia.

È divenuto, negli anni, il punto di riferimento per chi cerca lusso, discrezione e privacy, immergendosi nell’atmosfera intima e retrò di un palazzo nobiliare dell’antica Milano, con ampi spazi, il primo ascensore della città, ancora funzionante, arredi antichi ed una accoglienza amichevole ma discreta e distaccata.
La gestione dell’hotel, da tre generazioni, appartiene alla famiglia Bertazzoni, che mette tutta la passione di chi riconosce il valore delle tradizioni del retaggio culturale, di questo illustre edificio.
Molti nomi famosi, e meno, della storia italiana vi soggiornarono: Giuseppe Verdi, per esempio, lo scelse per molti anni e, da allora l’amore per la musica e per l’Opera, attraversano come sublime filo conduttore le sue stanze.

Gli interni del Grand Hotel et de Milan, discreti e raffinati, vi conquisteranno con un’atmosfera irripetibile fatta di ambienti arricchiti nel tempo con oggetti e arredi esclusivi che fanno ormai parte della sua storia. Le camere conservano perfettamente il mobilio ed i dettagli d’epoca, così come i pavimenti in parquet e i marmi italiani che decorano le ampie sale da bagno.
Sono settantadue le camere, e ventitré tra suite e junior suite, che accolgono chi elegge il GH Et de Milan quale propria “casa” per il soggiorno in terra lombarda: l’offerta di tipologie di appartamenti è ampia, varia, tutto tranne che standard e impersonale.

Ma anche la storia, a volte ha bisogno di rinnovarsi e di recente Dimore Studio di Milano, ha eseguito un’azione di refresh, riproponendo diversi ambienti con un’aria più contemporanea, ma mantenendone assolutamente intatto l’allure, con interventi focalizzati su tessuti, tappeti, colori e decori.
Ora, le camere rinnovate sono divise in cinque categorie basandosi sulla tonalità cromatica alla quale appartengono: rosso amarena, senape, melanzana, carta da zucchero e cacao.
Comunque sia, il colore dominante rimane comunque solo un’idea, una traccia all’interno della quale ogni camera si inserisce con il proprio arredo, stile e riferimento temporale. Come in una dimora privata, ogni ambiente ha una sua unica miscela di tessuti, quadri ed oggetti, tappeti e texture, che non si ripete mai, pendendo le distanze da quella omologazione che spesso, purtroppo, caratterizza il settore alberghiero.

Qui ogni dettaglio, realizzato con attenzione e studiato singolarmente si compenetra con l’ambiente in cui è inserito e con la dominante cromatica, legandosi a questa con richiami in armonia o a contrasto.
È evidente, ad un occhio osservatore, che dal progetto traspare la passione per la storia, condivisa tanto dalla proprietà e dal management, quanto da Dimore Studio: oggetti ed arredi hanno mantenuto la preziosa patina conquistata con il passare degli anni ed è tangibile la volontà di ridare vita all’innumerevole quantità di pezzi d’epoca e riferimenti storici che rappresentano la grande ricchezza del Grand Hotel et de Milan.
La tecnologia, comunque, è presente: ogni camera è dotata di sistemi di aria condizionata e riscaldamento, minibar, televisione a schermo piatto, radio, cassaforte, servizio in camera 24 ore.
Le ampie sale da bagno in marmo con telefono en-suite, esclusivi prodotti da bagno e cosmetici creati da Etro, completano un quadro di accoglienza davvero invidiabile.

Gerry’s Bar
In un luogo così non può mancare un salotto discreto, appartato e raffinato nel cuore di Milano. Il Gerry’s bar è ideale per un tè, un aperitivo, un pranzo o una cena, e diventa, con il suo American bar, un dopo teatro ideale, aperto fino a tarda notte. Recentemente rivisitato negli arredi, ha saputo mantenere un’atmosfera inconfondibile, dove la clientela più cittadina si dà appuntamento per l’ormai irrinunciabile aperitivo.
Perfetto anche per appuntamenti di lavoro, lontano dal clamore e dal rumore della città.

Caruso Nuovo Bistrot
Anche il bistrot ha subito un restiling: un nuovo nome, una nuova immagine, un nuovo progetto di arredi e setting interiore realizzato da Dimore Studio e una nuova brigata coordinata dallo chef Gennaro Esposito e dal suo executive chef Francesco Potenza ne sono i punti di forza.
Il Caruso Nuovo Bistrot nasce all’interno del Grand Hotel et de Milan; con la sua piacevole veranda si affaccia sulla piazzetta Croce Rossa divenendo un punto di riferimento e d’incontro per il “quadrilatero” della moda.

A comporre la carta del menù ci sono i piatti della tradizione partenopea e milanese in un gioco di portate da condividere in modo divertente e piacevole, sia a pranzo che a cena.
Il menù del pranzo è più snello e veloce, mentre la proposta della cena è pensata per un pasto in compagnia più rilassato.
Ristorante Don Carlos
Il Don Carlos, rende omaggio al Maestro Giuseppe Verdi che soggiornò al Grand Hotel et de Milan per oltre vent’anni. In una cornice intima e raffinata, ricreata da quadri, bozzetti e scenografie provenienti dal museo del Teatro alla Scala, il Don Carlos propone una cucina italiana, al lume degli antichi candelabri d’argento, in un’atmosfera d’altri tempi.

Originalità e raffinatezza dei menù semplici dal sapore mediterraneo sono la base di una cucina tradizionale che saprà regalare a ciascun ingrediente la propria stagionalità.
Segnalato da guide e riviste prestigiose come uno dei ristoranti più esclusivi di Milano, il Don Carlos fonde una gastronomia di alto livello con un servizio raffinato in un ambiente di grande atmosfera. Nella cantina, che propone oltre 200 etichette, si trovano i resti di un antico muro romano che risale al 250 d.C. Il ristorante è aperto anche in orario dopo teatro.
Meeting Rooms

Non potevano mancare gli spazi per riunioni, intitolate a Verdi, Puccini, Giordano: tre luminose sale che abbinano ad un’atmosfera speciale, tecnologie moderne per l’organizzazione di eventi, riunioni di lavoro, ricevimenti, banchetti ed esposizioni.
Sala Verdi è una splendida cornice d’epoca, perfetta per ricevimenti e incontri di lavoro in una raffinata atmosfera retrò.
Sala Puccini, decorata con preziosi quadri della Collezione di Maria Luigia D’Austria, rappresenta un classico esempio di luminosa architettura ottocentesca.
Un ampio corridoio separa Sala Puccini da Sala Giordano, i cui meravigliosi “papier peintre” accolgono gli ospiti in un ambiente intimo e raffinato, tipico dei palazzi della Vecchia Milano.
Alle volte, un salto nel passato, ci fa capire tante, tante cose…e qui, il passato, è più che mai presente.
massimo terracina