La terra dei Sicani: viaggio nella Sicilia che non c’era

La Sicilia è come un diamante, terra dalle tantissime sfaccettature e, se per scoprirle tutte ce ne vuole, da qualche parte si dovrà pur iniziare, no?
Incastonata tra Palermo ed Agrigento esiste una terra meravigliosa, che fu abitata da un popolo, i Sicani, stanziato anticamente su gran parte dell’isola i quali, si ritirarono nella regione centro-meridionale, delimitata dai fiumi Himera e Halykos, con l’avvento dei Siculi.

Attorno alla loro eredità storica nasce un progetto turistico di 29 comuni riuniti sotto il marchio Distretto Rurale di Qualità dei Sicani, che raggruppa antichi borghi, attività agricole, commerciali, artigianali e legate all’ospitalità, che va sotto il nome di Sicani Villages.

Il turismo relazionale nei “Sicani Villages”

«La nostra proposta si fonda su un “turismo relazionale” che, oltre a mostrare un territorio ricco di colori, sapori, ospitalità, dia la possibilità al viaggiatore di integrarsi nella cultura locale e viverla al massimo – spiega Pierfilippo Spoto, “local insider”, animatore territoriale dei Sicani e volto ormai indissolubilmente legato a queste terre – Vivere le esperienze con chi le propone, mangiare con le persone del luogo, a casa loro, gustare i prodotti della terra di prima mano, siano vino, pane o olio, è qualcosa che lega e lascia ricordi indelebili».

Un long week end (ma servirebbe almeno un mese!) è un buon modo di iniziare, ma, ne siamo certi, vorrete tornare.

Catania o Palermo sono i due punti di accesso aereo. Inizio quasi d’obbligo ad Aragona, che è anche una tappa della Magna via Francigena (da Palermo ad Agrigento).

Sicani
La botte dipinta allo Sperdicchio

Infatti  non è raro trovare pellegrini-trekker, come allo Sperdicchio, famoso per la botte del pellegrini, dipinta con i colori caldi della Sicilia, quasi un simbolo di partenza, come i segnaposto del Monopoli, da cui iniziamo la nostra esplorazione sicana a base di pane cunzatu, panelle, salumi, formaggi e lo Sperdicchio Spriz arricchito con fico d’india e gin locale.
Per gli appetiti più robusti, consigliato U’Taganu, “impegnativo” piatto pasquale

Il leit motiv di questo viaggio potrebbe essere la tipica forma di saluto: Mangiasti?
Una preoccupazione legata al concetto di grande ospitalità siciliana che anima proprio questa iniziativa.

E infatti il nutrimento, non solo per occhi e anima, non manca mai.

Bio Resort Fontes Episcopi
ad Aragona, nell’omonima contrada, una tranquilla zona di campagna nei pressi della Riserva Naturale delle Macalube si trova la realizzazione di un sogno, quello di Maurizio Tedesco, divenuto realtà. Il luogo è noto per la quiete, l’enorme cucina dove spesso si tengono “cooking class”, un cibo raffinato e tradizionale, sette camere dall’ospitalità antica e le degustazioni e trattamenti a base di sapone naturale, argilla del parco, scrub con crusca e massaggi all’olio d’oliva, insomma il benessere … contadino.

Museo dei Sicani: MuSAM
«Il Museo Archeologico di Sant’Angelo Muxaro, aperto alla fine del 2015, è una chiave importante per valorizzare le antichità dell’area, restituendo a questo luogo la dignità di un passato di ricchezza che lo ha reso famoso nel mondo intero per gli splendidi, e tuttora enigmatici, oggetti d’oro qui rinvenuti – spiega l’eccezionale guida, il primo cittadino del piccolo comune, Angelo Tirrito.

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CIotola rituale e anelli sigilo sicani

Il mito della reggia di Kamicos e il suo re Kokalos, l’incrocio con la civiltà minioca attraverso il mito di Icaro e Dedalo sono solo una parte della leggenda. Qui si possono ammirare monili in oro e le copie dei preziosissimi anelli sigillo e della ciotola rituale, conservati al British Museum e nei musei di Siracusa e Palermo. Sant’Angelo rappresenta il “cuore” del mito di un regno sicano potente ed egemone».
E vagando per le strade di S.Angelo anche i murales attirano la nostra attenzione.

L’origine dei Sicani resta tuttora velata di mistero: Diodoro Siculo riporta le testimonianze di Filisto di Siracusa e di Timeo di Tauromenio, da cui si evince che fossero un popolo di origine iberica. Proprio ad essi ed al loro territorio s’ispira il progetto turistico a largo respiro, “Sicani Villages” che raccoglie borghi, attività rurali e di ospitalità per esaltare al massimo il territorio che ha nella Scala dei Turchi il luogo più conosciuto.

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Pierfilippo Spoto e Laura Massoni

Ma il bello è scoprire tutto ciò che c’è nell’entroterra.
Sono tante le persone che collaborano alla riuscita di questa idea di valorizzazione del territorio a partire da Laura Massoni, con il suo dmo Pure Sicily.
«L’esperienza che propone la nostra Sicilia – spiega – è apprezzatissima dagli stranieri che prediligono le cooking class, il vagare fra i vicoli fermandosi a mangiare nelle ospitali case dei nostri partner, per un contatto soprattutto umano, la scoperta di tutto ciò che considerano “unspoiled” e dal sapore autenticamente italiano».

Ma anche la scoperta del territorio attraverso camminate, passeggiate a cavallo, in bicicletta, in kayak come proposte da Pierfilippo Spoto e da Val di Kam sono attività impagabili.
La scoperta prosegue con altri villaggi del circuito.

San Biagio Platani, famoso per gli archi di Pasqua, un lavoro corale dall’altissimo valore artistico dove pasta e manualità si incrociano per dare vita ad incredibili opere che occupano il corso principale.

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Arco di Pasqua a San Biagio Platani

La celebrazione ebbe inizio nella seconda metà del seicento quando le due confraternite, “Madunnara” con sede nella Chiesa Madre e “Signurara” con sede nella Chiesa del Carmine nei pressi del Calvario, si premurarono di delimitare artisticamente lo spazio sacro dove il giorno di Pasqua avviene l’incontro del Cristo Risorto con la Madonna, sua Madre.
Il pane, il grano, la pasta, che derivano dal duro lavoro dei campi sono elementi decorativi essenziali dell’architettura e negli ornamenti della festa che accade quando la natura, con un’esplosione di profumi e colori, celebra il risveglio della primavera.

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Un vicolo apparecchiato per dare il benvenuto agli ospiti

 “Turisti per Case” è il progetto di ospitalità all’interno del circuito che invita i turisti a mangiare nelle case degli abitanti che, sempre più, comprendono il valore dell’iniziativa.
Gli “home restaurant” sono nei vicoli, cortili, cucine e salotti di casa, dove le signore dell’ospitalità si prodigano per mostrare il vero volto della Sicilia accogliente. Caponate, formaggi, frittelle di verdure stagionali, pane cunzato, panelle, olive nostrane, mandorle, fave, cannoli con ricotta di pecora e pistacchi sono solo alcune delle ghiottonerie che si potranno gustare…

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Il castello di Giuliana

Spostandosi nel palermitano, a Giuliana, va visto il castello a forma di aquila (dall’alto) che sovrasta il borgo affacciato sul fiume Sosio. Da questo maniero, che si attribuisce a Federico II di Hoenstaufen, si vedono a perdita d’occhio le valli dei Monti Sicani. Un baluardo in un’area meravigliosa e salubre, dove prosperano i centenari (riconosciuta blue zone)…
Il castello e la sua foresteria potrebbero essere oggetto di un recupero che ne farebbe un relais di charme dalla incantevole bellezza e ambientazione…chissà…

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Franco Arcuri e le sue creazioni

I vicoli saliscendi sono il cuore di questo borgo, dove il recupero di un Antico Forno trova Franco Arcuri, dare vita ad un punto aggregazione nel quale, artigianalmente, inforna pane e  focacce prelibate. La farcitura con il classico olio, origano, sale e pepe per il Pane Cunzatu, o con fantasiose varianti, una per tutto arancia e acciughe, completano l’esperienza di una gastronimia basica ma ineguagliabile.

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Borgo Giallonardo

Questa terra è quella della imprenditorialità ereditata e di passione. Non è raro trovare persone che oltre alla propria professione si dedicano all’ospitalità e alla terra. Ne è un perfetto esempio, a Realmonte, Borgo Giallonardo, “boutique hotel wine estate”; poche camere di design in una struttura avveniristica a ridosso dell’omonima spiaggia, con pochi ettari all’intorno che vinificano una piccola ma pregiatissima produzione di Syrah, Nero d’Avola, Grillo, Perricone, Nocera e Nerello Mascalese. Senza parlar dell’olio. Passione e visione illuminano strutture come queste.

Oppure una incredibile piccola azienda di famiglia, che tiene terreni coltivati a “grani antichi” (Senatore Capelli) dove Cristina Altamore, assieme ai due fratelli, produce una pasta squisita, molìta a pietra e trafilata al bronzo, bio, che consigliamo con ricotta e fave.

Sulla costa l’ospitalità è di ottimo livello al Luna Minoica, suites & apartments, a Bovo Marina, a pochi passi dalla spiaggia dove la “Locanda Perbellini al mare” (disegnata dal ** Michelin) e ”Canaima” propongono una cena d’alto livello in spiaggia. Bovo Marina è luogo strategico per esplorare la terra dei Sicani e gustare i panorami rurali ricchi e colorati dai fiori di sulla, o dagli uliveti, vigne e pistacchieti, a perdita d’occhio.

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Locanda Perbellini al mare (Bovo Marina)

Un altro luogo “magico” imperdibile è il teatro Andromeda. a Santo Stefano Quisquina. Eloquente l’incipit della descrizione: Luogo sconsigliato ai bambini e agli adulti non educati al silenzio.
Sì perché qui, in questo luogo nato dall’immaginazione del pastore artista Lorenzo Reina, si gusta la potenza del silenzio. Egli ha realizzato un palco circolare affacciato sulla valle, con posti a sedere, costituiti da blocchi di pietra che riproducono in numero, (108) e disposizione, le stelle della costellazione di Andromeda (svelato l’arcano del nome).

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Il Teatro Andromeda

La magica atmosfera si esalta in corrispondenza del solstizio d’estate, quando l’ombra del sole proiettata da un disco posto alle spalle del palco disegna un cerchio che coincide con uno spazio nero circolare sul palco. Allo stesso modo dalla bocca di una scultura a guardia dell’ingresso al teatro, al tramonto, passa un raggio di sole.
È il teatro in pietra più alto al mondo: si trova a quota 900 metri slm.

Se vogliamo considerare la massima attrazione naturale della zona, la Scala dei Turchi, allora vale la pena di un aperitivo o una cena, al tramonto, alla Lounge Beach da cui si ammira, seduti, lo splendido scenario naturale che essa rappresenta.

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I dolci a base di ricotta a casa di Valeria

Si parlava di aziende di famiglia, micro imprenditoria, ospitalità: un altro fulgido esempio è l’accogliente casa a San Biagio Platani di Valeria Licata, che prepara un pranzo a base del suo olio, l’Olio di Valeria. Un tocco di trinacria tradizionale in più lo danno le confezioni regalo del prezioso condimento a forma di teste di moro, in ceramica, rigorosamente dipinte a mano da Carmelo Navarra.

Il territorio vanta anche tesori d’artigianato.
A Burgio, la città della ceramica, si possono ammirare in una bottega antica, le ceramiche gialle e verdi dalle tonalità quasi sbiadite nei colori con base senape e oliva. Rimangono solo tre laboratori che lavorano le terre minerali locali creando manufatti smaltati e dipinti a mano come La Gioiosa, che realizza oggetti dal design moderno con tecniche tradizionali.

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Le ceramiche de La Gioiosa

A Santo Stefano Quisquina l’antica arte dei ricami (detti Arte del Chiacchierino) trasforma il filo in gioielli nel laboratorio tutto al femminile Fiori d’Arancio, realizzando veri  propri monili al ricamo.

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Ungioillo fatto alricamo

Sicani Villages è una rete di cooperazione tra microimprese, associazioni, enti locali e operatori della filiera turistica, produttiva e di beni culturali impegnata nella creazione di un’offerta turistica relazionale/esperienziale di qualità attraverso la condivisione di strategie di promozione e marketing, di risorse e di processi di lavoro comuni. Un network di realtà tutte partner dell’iniziativa “Turismo Rurale Esperienziale dei Sicani”, sostenuta dall’agenzia di sviluppo locale Gal Sicani.

Ma alla fine, poi, mangiaste?

massimo terracina

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