Lee Miller

LEE MILLER, ICONA DEL ‘900 E MAN RAY: LA SUBLIMAZIONE FOTOGRAFICA DI “FASHION, LOVE, WAR”

E’ Palazzo Franchetti a Venezia che ospita fino al 10 Aprile 2023 la mostra fotografica dedicata a Lee Miller e Man Ray. Il racconto attraverso le fotografie scattate da questi due artisti, dove spicca il talento di Lee Miller, inizialmente modella, poi fotografa, poi reporter di guerra, non solo musa ispiratrice, ma professionista alla pari.

Lee MIller
Lee Miller: Man Ray, 1930. Fondazione Marconi, Milano

Ma chi era Lee Miller? Una delle sue frasi più note è stata “Preferisco fare una foto che essere una foto”.  Parte proprio da questa citazione la comprensione del percorso di vita dell’artista americana dalla bellezza travolgente che negli anni venti, grazie all’incontro a New York con l’editore Condé Nast, il passante che le salvò la vita mentre stava per essere investita da un’auto a Manhattam, diventa modella di Vogue.

Modella di successo grazie alla sua bellezza e portamento a New York, Lee dimostra sempre più interesse alle tecniche di chi la fotografava. Passione in parte trasmessa dal padre che si dilettava a ritrarla insegnandole le tecniche fotografiche sin da piccola, la sua crescente ambizione nel diventare osservatrice la spinge a recarsi a  Parigi.

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ManRay: Perpetual Motif, 1923 Fondazione Marconi Milano

Qui lavora con il celebre fotografo di moda George Hoyningen-Huene, rendendo immortali alcuni suoi scatti, ma il suo desiderio è diventare collaboratrice dell’artista e fotografo surrealista Man Ray.
Siamo al cuore della esposizione: inizialmente scettico, Lee diventa la sua collaboratrice, modella e compagna. Insieme a Ray lavorò a numerosi progetti e fu proprio lei a scoprire e a trasmettergli la tecnica della solarizzazione che Man Ray adottò come firma artistica per la quale si contraddistinse.

In un clima d’avanguardia irripetibile, molti sono gli incontri importanti per Lee con amici quali Picasso, Ernst, Dalì e Jean Cocteau che la coinvolgerà nel suo film surrealista  Le sang d’un poète, dove interpreta una moderna dea di ispirazione classica. Gli scatti delle famose “vacanze surrealiste dell’estate del 1937, tra la Cornovaglia ed il sud della Francia si riferiscono a questo periodo, periodo nel quale incontra anche colui che diverrà il suo secondo marito: l’artista britannico surrealista Roland Penrose.

Lee Miller
Portrait of Space: l’iconica immagine di Lee Miller, pubblicata sul London Bulletin, che si dice abbia ispirato il pittore surrealista Rene Magritte a dipingere ‘Le Baiser’

Nel 1932 infatti Lee Miller lascia Man Ray e torna a New York dove con successo apre uno studio fotografico proprio per ritratti e foto commerciali. Incontra qui il primo marito Aziz Eloui Bey, facoltoso uomo d’affari egiziano, che seguì al Cairo nel 1935. Impressionata dal paesaggio arido del deserto e dai luoghi abbandonati dei faraoni, realizza qui alcuni dei suoi più poetici ed affascinanti scatti, tra cui il famoso Portrait of Space (Ritratto di uno spazio) con la tenda o zanzariera strappata di una finestra verso l’infinito, che ispirò, si dice, Renè Magritte per il suo dipinto Le baiser (Il bacio).

Ma la storia d’amore non dura a lungo e l’incontro a Parigi nel 1937 con il curatore britannico Roland Penrose la porta a visitare gran parte dell’Europa, scattando foto spettacolari. E’ nel 1939 che si trasferisce a Londra e lavora per Vogue Inghilterra, per poi divenire fotoreporter di guerra durante il secondo conflitto mondiale, accreditata presso l’esercito americano, incarico all’epoca non frequentemente assegnato ad una donna.

Dalle immagini scattate durante il Blitz di Londra alla liberazione di Parigi, passando per le atrocità dei campi di concentramento di Buchenwald e Dachau fino al 1945, quando realizza l’iconico scatto nella vasca da bagno di Fuhrer presso la sua abitazione a Monaco di Baviera, per cercare idealmente di lavare via tutto lo sporco di Dachau, le testimonianze e la documentazione dell’orrore della guerra lasciano un segno indelebile nella mente di Lee Miller, che soffrirà in seguito di disturbi depressivi.

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Man Rey, autoritratto 1931 Fondazione Marconi Milano

Nel 1947 sposa Roland Penrose e con lui rimarrà a vivere nella Farley Farm House nell’ East Sussex, continuando a scattare occasionalmente foto per Vogue.

L’esposizione, curata da Victoria Noel-Johnson, presenta circa 140 fotografie di Lee Miller di Man Ray, alcuni oggetti d’arte oltre a contributi video, a Palazzo Franchetti, un notevolissimo esempio di architettura gotica, uno dei più prestigiosi tra quelli siti nella città lagunare, edificato nella seconda metà del quattrocento in stile gotico dai Marcello.

Una mostra che ripercorre la vita da romanzo di Lee Miller in rapporto a Man Ray, un viaggio tra gli anni ’20 e ‘40 del secolo scorso, tra emozioni e atmosfere artistiche irripetibili, che intende rendere giustizia a questa fotografa di grande fascino e talento artistico, al suo rapporto d’amore e professionale con Man Ray.  

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Le sale della mostra a Palazzo Franchetti, Venezia

L’evoluzione da amore in amicizia, durata per quasi 50 anni, parallelamente ai reciproci matrimoni è il fil rouge dedicato al rapporto tra i due artisti, che le sarà particolarmente vicino anche nel periodo di depressione post bellico.

Si deve alla defunta moglie del figlio Anthony Penrose il ritrovamento casuale in soffitta di oltre 60mila tra fotografie, negativi, documenti, riviste, la riscoperta delle mille vite vissute con passione e libera intraprendenza che, in uscita nella primavera del 2023, saranno rappresentate al cinema, in occasione dei 45 anni dalla sua scomparsa, con un casting stellare: Kate Winslet sarà probabilmente la protagonista Lee Miller e Jude Law il marito Roland Penrose. “Le vite di Lee Miller” sarà il titolo del film, un giusto riconoscimento per una vita intensa che la stessa artista ha definito  così:

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Antony Penrose figlio di Lee Miller e Victoria Noel-Johnson curatrice mostra Lee Miller Man Ray fashion, love, war © Vincenzo Bruno

“Continuo a ripetere a tutti: ‘Non ho perso un minuto in tutta la mia vita’ – ma ora so che se la ripetessi sarei ancora più libera con le mie idee, con il mio corpo e il mio amore.” (Lee Miller)

di Elena Volpato

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