Ligabue, uno che è abituato a riempire gli stadi e qualsiasi spazio dove il suo pubblico si perde là oltre la possibilità di essere visto dall’occhio umano, è adesso in tour nei palazzetti dello sport per il tuor di lancio di “DEDICATO A NOI”, il quattrodicesimo e ultimo album di di inediti in una lunga carriera, entrato direttamente al primo posto delle classifiche ufficiali di FIMI/GfK per gli album e i vinili più venduti, appena una settimana dopo il suo lancio.
LIGABUE: DEDICATO A NOI
Come sempre, Ligabue ha scritto i testi e composto le musiche per “DEDICATO A NOI”. L’album è stato prodotto da Luciano e Fabrizio Barbacci, con la coproduzione di Niccolò Bossini e la produzione esecutiva di Claudio Maioli per Zoo Aperto.
Interessante la scelta musicale ricca di novità: per la prima volta, Lenny Ligabue, il figlio maggiore di Luciano, ha suonato la batteria in tutti i brani dell’album “DEDICATO A NOI” e ha anche lavorato come assistente alle registrazioni. Gli strumenti suonati in “DEDICATO A NOI” includono chitarre, tastiere, batteria, basso, pianoforte e percussioni eseguiti da Luciano Ligabue, Lenny Ligabue, Niccolò Bossini, Guglielmo Ridolfo Gagliano, Fabrizio Barbacci e Paolo Alberta. Alcuni brani vedono la partecipazione di Max Cottafavi, Fede Poggipollini e Luciano Luisi su chitarre, pianoforte e tastiere.
Ligabue è uno che non ha bisogno di presentazioni. Le centinaia di migliaia di persone che da sempre lo amano e transumano con lui per riempire Campo Volo ad ogni occasione, adesso hanno l’opportunità di vederlo in live da vicino.
Nei palazzetti infatti, non ha quasi voluto barriere tra sé e il pubblico.
LIGABUE: IL CONCERTO.
Pochissimi metri separano il pubblico dal palco. Non c’è praticamente spazio per fotografi e security, perché lui deve poter scendere e salire dalle scale laterali per entrare nel pit e concedersi alle prime file. Perché il Liga vuole sentirlo tutto l’entusiasmo, vuole trasmettere carica ed energia, vuole essere lì dove la musica diventa vita.
Il concerto è energico, forte, rock. Il palco è disegnato come un quadro surreale avvolgente, con un grande ledwall sul fondo dietro la band. Sugli schermi giochi di luce, immagini e, spesso, le parole delle canzoni, come in un immenso karaoke che rilancia un dialogo “tra palco e realtà”.
Le luci sono uno spettacolo nello spettacolo. Fascianti, avvolgenti; rasoi che illuminano di volta in volta i protagonisti in scena.
E poi c’è lui, la sua voce emozionante, le sue canzoni che sono inni generazionali. Impossibili suonarle tutte, per cui Ligabue in questo tour sceglie una scaletta con alcune icone e le mescola con le novità.
Divide il pubblico in due per giocare a chi urla di più in Marlon Brando è sempre lui, e fa piangere una buona metà del Pala Alpitour di Torino quando presenta Lettera a G.
E poi canta e suona per due ore, regalando forza e grinta a un palazzetto strapieno che non vedeva l’ora di ascoltarlo e finire “urlando contro il cielo”.
Stasera si replica, sempre al Pala Alpitour che -dopo il sold out dei Pooh il 13 ottobre– continua i sold out.
La Photogallery della serata è a cura di Renata Roattino @Jhonninaphoto
LIGABUE: LA SCALETTA
- Stanotte più che mai
- Si viene e si va
- I ragazzi sono in giro
- Chissà se dio si sente solo
- Lambrusco e pop corn
- Balliamo sul mondo
- La metà della mela
- Quella che non sei
- Così come sei (con intro)
- Riderai
- Piccola stella senza cielo
- Happy Hour
- Sarà un bel souvenir
- Una canzone senza tempo
- Questa è la mia vita
- Marlon Brando è sempre lui
- Lettera a G
- Viva
- A che ora è la fine del mondo
- Tra palco e realtà
- Dedicato a noi
- Certe notti
- Urlando contro il cielo