Margaret Burke-WHite
730274: (00/00/1935) LIFE photographer Margaret Bourke-White focusing her camera on a panoramic winter view of the city from a precarious position on an eagle gargoyle atop the Chrysler Bldg.

MARGARET BURKE-WHITE: UNA VITA CONTROCORRENTE

Nel 1904, a New York, nasceva Margaret Burke-White. Era, quella, un’epoca nella quale le donne erano quasi sempre relegate a ruoli minori e tradizionali; ma la vita della Burke-White sarà sempre tutta controcorrente. Forte e determinata è stata donna di primati, come viene scritto di lei, e saprà costruire un mito attorno al suo personaggio che diventerà tra i più rappresentativi nel campo di un fotogiornalismo, fortemente intriso di cultura e temi sociali.
Il bianco/nero delle immagini è sempre potente, esplosivo quanto le parole che accompagnano come racconti la storia visiva,

In tutta la sua vita sarà sempre prima in qualcosa. La prima a scalate ponti, piloni e montagne di ferro e carbone per realizzare insolite fotografie industriali che rappresentano forme imponenti e gigantesche. Non ha nemmeno 24 anni e già nasce un libro “The story of steel” che contiene le sue fotografie. Non a caso il percorso espositivo della mostra, nella prima Sezione, si apre con il titolo “L’incanto delle acciaierie”.

Margaret Burke-White
Oliver Chilled Plow Co., South Bend Indiana 1930. © Images by Margaret Bourke-White. 1930 The Picture Collection Inc. All rights reserved

E’ suo invece il primo libro che, negli anni Trenta, documenta, tra testi e immagini, la situazione nel sud degli USA durante la grande Depressione; un lavoro a quattro mani fatto con lo scrittore Erskine Caldwell.

E’ la prima ad occuparsi di fotografia aerea e la prima a documentare le varie fasi del Piano Quinquennale in URSS dove riesce perfino ad ottenere un incontro con Stalin e lo fotografa per Life in esclusiva.

Durante la II Guerra Mondiale è la prima ad indossare una divisa militare appositamente disegnata per una donna ed è la prima donna a muoversi sui vari fronti di guerra in Europa e a raccontare per immagini gli orrori dei campi di concentramento.

Margaret Burke-White
Buchenwald, 1945. © Images by Margaret Bourke-White. 1945 The Picture Collection Inc. All rights reserved

«…a Buchenwald… per lavorare ho dovuto coprire la mia anima con un velo…a malapena comprendevo cosa avevo fotografato. Tutto si rivelava in camera oscura quando stampavo le immagini….era come se vedessi quegli orrori per la prima volta» dichiarerà successivamente Margaret Burke-White.

Dall’Europa all’India impegnata in una sanguinosa separazione dal Pakistan, appena divenuta indipendente, qui incontra Ghandi, trascorrendo molto tempo nella comunità, imparando a filare e resterà memorabile, e unico, il ritratto del Mahatma fatto poche ore prima che venisse ucciso. Prima anche in questo.

Margarte Burke-White
Mohandas Gandhi legge a gambe incrociate sul pavimento di casa vicino ad un filatoio che si staglia in primo piano come simbolo della lotta per l’indipendenza dell’India.
Gandhi, Pune, 1946. © Images by Margaret Bourke-White. 1946 The Picture Collection Inc. All rights reserved

Viaggia moltissimo per “Fortune” e per “Life” le due più grandi riviste americane di quegli anni alle quali presta il suo “occhio sul mondo”, offrendo ai lettori immagini, commenti e documenti sull’apartheid del Sud Africa, sulla Corea divisa in due Stati e sul segregazionismo nel sud degli USA. L’America e il mondo si trasformano e Margaret Burke-White è quasi sempre lì per prima a cogliere il “momentum”, fatti ed eventi da raccontare con immagini e parole.

E’ cambiato il mondo ma anche Margaret Burke-White è mutata nel suo guardare e sentire uomini e cose. Resta vera protagonista dell’elemento fotografico ma anche della comunicazione culturale e sociale che le immagini riportano e rivelano.

Al di là delle promozioni pubblicitarie che firma, Margaret Burke-White si impegna sempre più nella documentazione sociale. A 24 anni aveva detto “Voglio diventare famosa e ricca. Sono fortunata nella mia professione; attraverso il mio lavoro posso esprimere quello che voglio e trasformare il tutto in denaro”

Margaret Burke-WHite
Diga di Fort Peck (immagine usata come copertina di LIFE Magazine, 23 novembre 1936)La Diga di Fort Peck, Montana, 1936. © Images by Margaret Bourke-White. 1936 The Picture Collection Inc. All rights reserved

Ma nel corso dei suoi molti viaggi, a 32 anni, si sente sempre più coinvolta nelle situazioni umane e sociali che va a cercare per documentarle così, presto, nasceranno i suoi libri-testimonianza che faranno di lei un personaggio pubblico.

Quando, negli anni Trenta, gli effetti della Depressione portano Margaret Burke-WHite con un reportage di Fortune nel Sud degli USA, nella “Conca di polvere”, contatta lo scrittore Erskine Caldwell (che diventerà suo marito) per lavorare con lui a quattro mani sull’inchiesta e far nascere un libro testimone della drammatica crisi.

Margaret Burke-White
South Carolina- Separato + Disuguale (56′)- Famiglia che si gode l’anguria. Un saggio della fotoreporter sulla disuguaglianza razziale e le strutture della segregazione a Greensville, nella Carolina del Sud.
Un microcosmo della più grande questione razziale negli anni ’50
Greensville, Carolina del Sud, 1956. © Images by Margaret Bourke-White. 1956 The Picture Collection Inc. All rights reserved

«Era una realtà che non conoscevo e mi colpì profondamente: la grande siccità del 1934. Non avevo mai visto un paesaggio simile – disse in quella occasione Margaret Burke-White – Un sole accecante picchiava impietoso sulla terra arsa e dura. Ora sapevo che non avrei più lavorato in pubblicità, restava da capire con cosa avrei potuto sostituirla; sentivo di volermi misurare con un libro».

E il libro nacque: “You have seen their faces”. Nel titolo c’è già tutto. Questo sarà il primo di una serie di volumi inchiesta. «Ora il libro aveva una vita propria; non era più un progetto personale, era diventato più grande di noi».

Margaret Burke-WHite
Famosa immagine di afroamericani vittime dell’alluvione in fila per ricevere cibo e abiti dalla Postazione della Croce Rossa Louis Ville, Kentucky, 1937. © Images by Margaret Bourke-White. 1937 The Picture Collection Inc. All rights reserved

«I fotografi vivono tutto molto velocemente; l’esperienza ci insegna ad affinare il più possibile la nostra abilità, ad afferrare al volo i tratti salienti, i punti forti di una situazione. Quel momento perfetto e denso di significato, essenziale da catturare, spesso è il più effimero e le possibilità di approfondimento sono rare. Scrivere un libro è il mio modo di digerire le esperienze che vivo» dichiarò Margaret Burke-White parlando della sua professione.

Margaret Burke-White
Scuola elementare in Russia in un remoto villaggio della regione del Volga – Russia, 1931. © Images by Margaret Bourke-White. 1931 The Picture Collection Inc. All rights reserved

“Eyes on Russia” è il frutto del suo lavoro in una Russia blindata che non gradisce la stampa, ma lei arriva fino a Stalin e ottiene una sessione fotografica.
“Purple heart valley”: il libro riguarda soprattutto la battaglia di Cassino, una cronaca della guerra in Italia uscito nel 1944.
E ancora “l’India a metà strada” del 1952, un percorso sofferto e sanguinoso che accompagna la nascita di una nuova India, nel quale la fotografa-scrittrice riversa anche la partecipazione vissuta nell’incontro con Ghandi.

Se la sua capacità fotografica è prorompente, a volte visionaria, le sue parole non sono da meno, altrettanto potenti nelle descrizioni e nei commenti alle immagini.
Nei primi anni Cinquanta Margaret Burke-White vola in Sud Africa per conoscere la vergogna dell’apartheid e non esita ad entrare nelle miniere o nelle fattorie vinicole, superando divieti e barriere, dove ha luogo lo sfruttamento da parte di pochi uomini bianchi sui neri “traditional owners” della terra….Dopo i bambini “intoccabili” nel sud dell’India, questa drammatica condizione dei neri la sconvolge e la fa infuriare «Ma qui in Sudafrica la situazione era particolarmente tragica perché difficilmente un bambino potrebbe sfuggire il suo destino in un Paese dove l’apartheid e la segregazione razziale sono il sistema sociale approvato dallo Stato» dichiarerà in seguito al suo viaggio.

Ancora nel 1956 un grande articolo sulla segregazione razziale nel Sud degli USA. L’inchiesta si intitola “The background of segregation” ricca di lotte per i diritti civili, politica e vita quotidiana, forti emozioni. E’ un nuovo capitolo di vita dove Margaret all’interno della inchiesta prepara un reportage a colori – cosa rara – dal titolo “Voices of the white South”. Un Sud bianco che non vuole abbandonare una cultura ed una eredità sul rapporto bianco-nero ed è molto preoccupato del futuro che si apre dinanzi.

Margaret Burke-White
Vista dall’alto di uomini sulla 36th Street, fra la 8th e 9th Avenue, nel cuore del “Garment District”. Play Street, New York, 1930. © Images by Margaret Bourke-White. 1930 The Picture Collection Inc. All rights reserved

Già dal 1952 Margaret comincia a soffrire di parkinson che affronta con coraggio e determinazione. Stavolta sarà lei a stare davanti all’obiettivo per realizzare un ultimo reportage per Life “La lotta indomita di una donna famosa” realizzato con l’aiuto del fotografo e amico Alfred Eisenstaedt e condividendo il suo male e la sua sofferenza con il resto del mondo. Lavorare è ormai difficile e doloroso e con grande fatica termina la sua autobiografia uscita nel 1963 “Portrait of myself”.

Margaret Burke-White muore a 71 anni, contenta della vita vissuta e delle scelte fatte. “… non credo esista una vita migliore delle altre, esistono solo vite diverse. Sono sempre stata contenta della scelta che ho fatto…”

La Mostra al Museo di Roma in Trastevere continua fino al 27.2.2022 ed offre una retrospettiva dedicata a Margaret Burke-White a cura di Alessandra Mauro, organizzata da Contrasto e Zetema Progetto Cultura, in collaborazione con Life Picture Collection. Oltre 100 immagini provenienti dall’archivio di LIFE NewYork

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