Il tennis, da sempre, vede un nome su tutti: Nicola Chirinsky Pietrangeli * , un giocatore che ha passato la vita sui campi come atleta, come Capitano non giocatore, vincitore dell’ultima Coppa Davis conquistata dall’Italia prima di quella dello scorso anno, ma soprattutto ha occupato con la sua classe e l’innato savoir faire le cronache mondane, da sempre.
E ieri, (11 settembre) giorno del suo 91 esimo compleanno è piombato al Circolo Tennis Bologna ai Giardini Margherita, che ben conosce, per presentare un omaggio a lui dedicato che andrà in onda su RAI 3 in seconda serata domenica 15 settembre.
Indotto nella Hall Of Fame Mondiale del Tennis di New York, unico atleta italiano (c’è anche Gianni Clerici, giornalista) fra 267 nomi immortali del tennis, Nicola Pietrangeli è un pezzo della storia sportiva tricolore
Fra i suoi successi 48 tornei internazionali vinti in singolare, mentre detiene il primato mondiale degli incontri disputati e vinti in Coppa Davis, con 164 presenze complessive (110 in singolare e 54 in doppio) e 120 vittorie (rispettivamente 78 e 42).
* Il cognome Chirinsky, scherza il grande Nicola, gli viene dalla madre nobile russa fuggita durante la rivoluzione in Tunisia, dove nacque il nostro, da padre italiano.
Ultimamente è salito nuovamente alla ribalta per avere fatto una considerazione su Jannick Sinner mal riportata nel contenuto “Sinner non avrebbe mai vinto quanto lui”.
«Ho la massima stima per Jannick, e quando mi chiedono cosa gli consiglierei per migliorare –spiega il malinteso Pietrangeli – dico con gioia e ammirazione per questo giovane atleta, che deve solo continuare così. La mia frase è stata totalmente travisata: io ho detto che, per la Davis non potrà mai giocare le tante gare che ho giocato (e vinto n.d.r.) io, 164: gli servirebbero 3 vite, perchè oggi il regolamento è cambiato e ci sono molte meno partite da disputare!
Il polverone, travisando le mie parole, l’hanno fatto i social».
Sarà interessante vedere questo documentario realizzato dal regista Antonio Centomani,su sceneggiatura sua e Franco e Federico Pesci e Mattero Catelli, nipoti della divina Virna Lisi.
RAI Documentari, Istituto Luce e La Drecera productions ne sono stati gli artefici, come sottolineato dal direttore di Rai Documentari, Fabrizio Zappi che dedica molto spazio alle storie dei grandi sportivi.
Nicola vs Pietrangeli è un documentario di un’ora di ricordi, aneddoti, testimonianze esclusive, particolari inediti; un viaggio nell'”universo Pietrangeli”, mito dello sport italiano, primo tennista azzurro a conquistare una prova del Grande Slam, il Sacro Graal delle racchette, ma anche, o forse soprattutto, personaggio in grado di valicare i confini della propria disciplina, imponendosi come vip ante litteram, simbolo della Dolce Vita e del jet set internazionale.
Bologna, comunque, oltre che per l’amicizia con Orlando Sirola, è stato un luogo magico per Nicola, dove nel 1976 iniziò il cammino verso l’unico trionfo azzurro nella coppa Davis, prima di quello dello scorso anno.
Nel capoluogo emiliano gli azzurri hanno sempre vinto sin dal 1937, la prima volta.
Al Circolo Tennis Bologna, quello dove oggi si è ritrovato Pietrangeli, davanti a un pubblico numeroso e appassionato, nel 1966 l’Italia sconfisse o per 4-1 l’Unione Sovietica ancora con Nicola Pietrangeli protagonista. Preziosi, in quell’incontro valido per il primo turno della zona europea, i due punti vinti in singolare da Sergio Tacchini, alla penultima apparizione in Coppa Davis: avrebbe poi giocato solo i singolari della semifinale persa in quell’edizione contro il Sudafrica.
L’ultima volta a Bologna risale all’inizio della campagna trionfale del 1976. Dopo il 5-0 alla Polonia a Firenze, l’Italia ospitò la Jugoslavia di Željko Franulovic e Nikola Pilic, entrambi finalisti al Roland Garros. Ma non c’è partita: finisce 5-0. con due successi di Corrado Barazzutti e tre di Adriano Panatta, che gioca i due singolari più il doppio con Paolo Bertolucci e una settimana dopo vincerà nella sua Roma gli Internazionali d’Italia.
Come finirà quella Coppa Davis è storia del nostro tennis: il 1976 è infatti l’anno del primo e unico trionfo azzurro fino al 2023!
Un bel ricordo, sempre legato a Bologna, è stata la parentesi del football americano, nel cui ambito Pietrangeli fu presidente dei Grizzlies Roma, che nell’esordio assoluto per ambedue in un campionato nazionale (allora a 12 squadre, AIFA, ed era il secondo anno del f.a. in Italia) nel 1982, il 20 marzo, arrivarono a Bologna, al Dopolavoro Ferroviario per battere i Warriors 12-13.
«Ho sempre considerato il football un grande sport, formativo e importante – spiega Pietrangeli, il cui figlio, Marco Fabio era capitano della difesa – uno sport dove si crede non ci siano regole e sia violento, ma è grande maestro di vita e di coesione dove ognuno gioca per l’altro e non ci sono individualismi».
Un grande nello sport, ha saputo anche vivere e divertirsi, protagonista delle cronache mondane, amico dei grandi attori, sportivi, statisti, dai modi piacevoli e accattivanti.
Piacevole da ascoltare, è anche autorironico, tanto che ogni volta che si pronunciava il nome di Federer, durante l’incontro di ieri, si alzava in piedi! Una gag fra il serio e il faceto.
Lui stesso ha raccontato aneddoti di quando giocava con Anthony Quinn, ospitedella sua villa in USA…perchè tutti gli attori americani avevano il campo da tennis in casa…
«Gli attori americani credevano di essere imbattibili e bravissimi a tennis, ma non era vero.
Non sapevano giocare– spiega – Non era da meno Quinn: per un periodo nella sua villa a Los Angeles, giocavamo lui ed io in doppio contro Tiriac e Nastase. E mi diceva…se ti impegni di più li possiamo battere. Un giorno chiesi agli avversari di lasciarci vincere almeno un set.
Così fu, e Quinn, vinto il set, venne da me raggiante: “hai visto che se ti impegni vinciamo”?»
Questo è solo uno degli aneddoti di vita realmente vissuta che saranno raccontati nel documentario di domenica sera, imperdibile, per gl’innamorati di quel tennis eroico, romantico, storico.
Qualcuno, una volta, gli disse : “se ti fossi allenato di più avresti vinto di più” e lui rispose: “certamente, ma di certo, non mi sarei così divertito nella mia vita!
Questo, signori, è Nicola !