Questo governo di vampiri che emana DPCM nel cuore della notte, con il favore delle tenebre, come nei peggiori incubi degli scrittori horror, non conosce limiti al peggio. E adesso decreta il lockdown senza dichiararlo, con una mancanza di coraggio nelle prese di posizione che diventa difficile definire. Ormai la dittatura mediatica neppure ci fa caso; tutti asserviti agli show del premier che si affaccia dal balcone di Assisi (attendiamo con ansia di vederlo ad altri balconi magari più fotogenici) e parla alle folle in streaming con i presenti ripresi dai droni come i grandi generali del passato. Racconta di cieli e terre nuove rinnovate dalla lotta che ancora dobbiamo sostenere contro questa pandemia, invoca benedizioni celesti e vaccini provvidenziali, chiede impegno a tutti perché #celafaremo insieme, senza sprecare le fatiche e gli sforzi di tutti. I pochi che si infiammano o cercano di leggere una versione diversa della comunicazione di Palazzo Chigi, sono immediatamente bollati: #negazionisti, il termine peggiore ormai diventato famoso come gli untori manzoniani.
Però basta osservare attentamente la realtà per rendersi conto che invece, i pochi #negazionisti della carta stampata o via etere, in realtà stanno portando avanti una lotta epica per un’informazione libera, per una visione meno tragica di quella che vogliono farci passare le veline governative di Conte, (che ormai ebbro di autostimasi fa fotografare al lavoro sorridente come le star di Hollywood), Casalino, Speranza e Boccia con una strategia del terrore che gli analisti di marketing delle aziende dovrebbero (e forse lo stanno già facendo) studiare con cura per adottarla in futuro per promozioni di prodotto. Ogni mossa di questo governo è infatti studiata a tavolino con cura, con un solo unico scopo: mantenere la popolazione nel terrore, dividerla in fazioni più facilmente controllabili, in “squadre di tifosi” affinché ci si insulti su social e per strada, spaccarla tra sceriffi e provocatori in modo che scoppino ogni giorno casi attraverso i quali far trapelare che o si rispetta il verbo governativo o si muore. E invece no. Non si muore. O -almeno- non si muore più come una volta. Basta guardare i numeri che nessuno pubblica in modo chiaro:

Ma il Governo pare non saperlo e adesso, in silenzio, si prepara ad un nuovo giro di vite. Sono tutti rumors, per cui non sappiamo ancora se questo sia vero o meno perché, ovviamente ed in linea con la strategia di marketing del terrore, le notizie sono divulgate di nascosto, come passaparola, per testare gli animi e gli umori prima di emettere i famigerati DPCM che abbiamo imparato a leggere al mattino, tra i titoli del cellulare, dopo le conferenze stampa in diretta Facebook delle notti. Ma sono rumors che spaventano perché di fatto introducono un nuovo lockdown. Solo che questa volta non sarà dichiarato, perché non ne hanno il coraggio e la possibilità. E perché così non dovranno (non li hanno ed infatti cercano cassa inviando milioni di cartelle esattoriali e non rimandando i pagamenti di tasse e contributi) dare soldi a chi non può lavorare, eviteranno le polemiche per un’INPS incapace di erogare i sussidi e le Casse integrazioni ma abile ad aumentare a dismisura lo stipendio del suo presidente e manterranno il potere nella paura e nell’incapacità di adottare misure realmente valide. Cosa si sente? Brutte cose. Possibilità di chiusure di province e regioni, limitazioni di spostamenti, richieste di chiudere bar e ristoranti all 17, impedire feste con più di 10 persone anche in famiglia, impedire nuovamente eventi pubblici e congressi, limitare il numero di persone invitate in ambienti chiusi, obbligo (già in vigore) di mascherine anche all’aperto e consigliate anche in famiglia; magari tra poco arriveremo a consigliarle anche nei baci tra congiunti. Un po’ come alcuni anni fa quando Guccini cantando “Talking sul Sesso” e parlando degli anticoncezionali diceva “i dottori consigliano di farlo con il filtro; si sente un po’ di meno ma la salute ne guadagna”.
Ecco se le notizie che si leggono questa mattina, partorite nella notte come d’abitudine, fossero vere, saremmo alla fine della nostra economia per come la abbiamo conosciuta fino ad oggi. Il nostro tessuto sociale è fatto di microimprese, di aziende famigliari, di bar e ristoranti che sono i nuovi punti di socialità; abbiamo un turismo che sosteneva una filiera paria al 15% del PIL nazionale: se chiude, siamo alla perdite di milioni di posti di lavoro, alla chiusura di migliaia di aziende. Traduttori, guide turistiche, accompagnatori, hostess di cassa o di volo o di accoglienza in evento o di qualsivoglia incarico, tecnici audio, luci, montatori, facchini, personale delle stanze, chef, camerieri. Tutti a casa, tutti senza lavoro, senza cassa integrazione, senza sussidi, senza più nulla. E quel che è peggio, nel silenzio più totale del governo che non ha neppure il coraggio o la forza di dichiararlo perché ha il ricordo di Rita Pavone che cantava la sigla di Gianburrasca “un popolo affamato fa la rivoluzione” e ha paura che la situazione scappi di mano. Per cui non fa più alcuna dichiarazione ufficiale. Lascia intendere che potranno crearsi blocchi e divieti di spostamento tra le regioni interne al territorio. Gioca a scaricabarile sulle Regioni che “se vogliono possono adottare misure ancora più drastiche di quelle del governo” che invece non ha neppure il coraggio di dire cosa vuole realmente fare: bloccare tutto e tutti per stare altri anni al potere senza doversi giustificare.

Speriamo davvero di sbagliare e che queste notizie siano false o falsate dagli incubi notturni. Perché quello che non è chiaro a Conte e ai suoi accoliti, è che l’Italia non è Amazon, non è vendita per corrispondenza di servizi attraverso internet (gli unici che hanno aumentato utili e fatturati in questo periodo). L’Italia è un tessuto di microaziende e piccoli lavoratori che la fanno grande, che ogni giorno come formiche operose costruiscono il futuro, che rischiano in proprio vessate da tasse e balzelli inutili perché non corrispondono poi a servizi attivi. L’Italia sono le città d’arte, i musei, le cene in riva al mare o davanti a capolavori che il mondo ci invidia. L’Italia vive grazie al lavoro e al rischio degli imprenditori. Fermare eventi, congressi e turismo, bar e ristorazioni, non è solo miope; è castrante come il marito che trova la moglie e letto con l’amante e le dice “non mi vedrai mai più” o, peggio: è un omicidio di una classe non annunciato e portato avanti in silenzio e disinteresse. Perché, purtroppo, i voti questo governo li prende in un’area in cui esistono stipendi garantiti, sussidi di stato, redditi di cittadinanza e simili. Garanzie di una vita se non agiata, almeno possibile. Gli altri, invece, purtroppo non avranno più vita; perché con il nuovo lockdown non dichiarato, non potranno più guadagnare, né vivere. Ma questo al governo non interessa. Se muoiono coloro che non lo votano, alle prossime elezioni avranno un plebiscito al 100%. Per cui non ci resta che ridere della satira che affolla internet, sperando che davvero Conte non arrivi a mettere un limite anche ai pastorelli del presepe.