Padova, Patavium, la città di Sant’Antonio, con la sua basilica dalle cupole bizantine e le nobili origini che si attribuiscono ad Antenore, principe troiano. Oggi ospita due siti patrimonio dell’Umanità: gli orti botanici e il ciclo degli affreschi realizzati nel XVI secolo, che in otto differenti siti le hanno conferito il titolo di Urbs Picta, i più famosi dei quali ornano la cappella degli Scrovegli e il Palazzo della Regione nella splendida sala chiamata semplicemente “Il Salone”.
A Padova, però, la vita scorre nelle strade, fra i segreti conservati dai patavini, gelosi delle loro tradizioni, culinarie ed enologiche, di abitudini e di vita, di arte e storia.
Il percorso “Urbs Picta et Tabernae” nasce da un progetto formativo finanziato dalla Regione Veneto in partnership con l’associazione Strada del vino Colli Euganei (con bando Atelier), avviato per creare nuovi spunti di collaborazione tra produttori enogastronomici del territorio ed enoteche padovane, con l’intento di allargare il raggio di conoscenza di questi ben celati segreti.
«L’obiettivo è costruire un itinerario di degustazione tra sapori autoctoni, dedicato sia ai turisti che ai cittadini – racconta Roberto Gardina, presidente dell’associazione nata nel 2002 che raccoglie circa 100 entità del territorio – per dar vita ad un’esperienza tutta padovana legata al cibo e al vino, con un’attenzione più profonda per i prodotti locali dei quali andiamo molto fieri».
Vi sono tanti luoghi caratteristici, ma da qualche parte si deve pur partire no?
E allora appuntamento alla “Enoteca Evoè”. Fu fondata nel 1993 da Ubaldo Pellegrini, ed è la piccola enoteca storica che si affaccia sotto i portici di via del Vescovado, al civico 85. E’ qui che Michele Gasparini, ingegnere che da frequentatore si è mutato in oste, dopo la scomparsa di Ubaldo, propone un’offerta tutta incentrata su filiera corta, produzioni piccole e sostenibili apprezzata da personaggi della politica locale, studenti, artisti e molti cittadini padovani, conosciuti e non. Facciamo conoscenza con la città fra un sorso di Pianzìo, vino narrato da Nicola Selmin e un Ca’ della Vigna illustrato da Catia Bolzonella, per iniziare la giornata con “I Spunciotti”, stuzzichini realizzati con le farine de Il Molino Degli Euganei, presentato da Francesco Zambon, realizzati dalla chef moldava dell’Evoè, Maria Colesnic.
Si cammina per il centro passando di fronte al Duomo, per poi immergersi nella magica e rinata atmosfera senza tempo del “Ghetto ebraico” dove sta un’altra nota enoteca, L’Anfora, per poi giungere alle piazze mercantili, altri simboli cittadini: Piazza delle Erbe e Piazza della Frutta, che circondano il Palazzo della Ragione, un simbolo patavino, che contiene quella che per secoli è stata la più grande sala pensile al mondo: circa 80 metri per 27 con un’altezza di quasi 40 metri, con soffitto ligneo a carena di nave, affrescata e stupefacente, che sta proprio sopra i banchi del mercato ‘Sotto il Salone’, il più antico mercato coperto d’Europa. Lo scopriamo con l’Assessore al marketing territoriale Antonio Bressa che ne illustra le meraviglie e ci parla di come attrarre turismo in una così bella città.
Ma non vogliamo fermarci “All’Ombra della Piazza”? Nome sul quale gioca il proprietario Fabio Ferrato, (Ombra in veneto è un bicchiere di vino…) e fra un sorso di Ca’ Lustra, che ci racconta Linda Zanovello e un Loreggian che ci narra Lisa Loreggian scopriamo le focacce appena sfornate, arricchite con il Prosciutto Veneto Dop dello storico Salumificio Giovanni Fontana di Este, che ci racconta con amore, Paola Fontana. Come si capisce, tutte aziende prevalentemente facenti capo a famiglie, da decenni.
All’Ombra della Piazza è nata sotto i portici di via Pietro d’Abano come pizzeria al taglio, ma non si poteva resistere al fascino dell’enoteca: Fabio, sull’onda della sua passione per il vino e, in particolare per quello naturale hanno fatto il resto. Tra i bocconcini polpette, cicchetti e focacce sfornate sul momento, si accoppiano a vini di rango.
E’ illuminante una passeggiata al mercato Sotto il Salone, tra botteghe di formaggi, macellai, pasta fresca, pescherie e negozi di spezie, sbucando in piazza della Frutta da cui si svolta in via Boccalerie dove, dai portici, si accede alla Corte dei Leoni. E’ questa una storica osteria padovana situata nella corte del XIII secolo, oggi guidata da Stefano Schettini, dove si può anche ascoltare buona musica dal vivo.
Proseguiamo per la vicina Piazza dei Signori, sulla quale si affacciano la Chiesa di San Clemente, la rinascimentale Loggia del Consiglio (o della Gran Guardia) e la Torre dell’Orologio, che sovrasta il portale di accesso a piazza Capitaniato, chiudendo la Piazze dei Signori come il fondale di un palcoscenico.
E’ qui che si trova Brutal (nulla di cruento, viene dal vocabolo spagnolo che esprime qualcosa di più della meraviglia) enoteca gemella dell’Ombra della Piazza dove Fabio Ferrato ci ospita e lascia la parola al “narrato con gusto” dei vini di Quota 101 con il racconto di Roberto Gardina e delle Vigne al Colle, con le spiegazioni di Martino Benato, che ci tiene a precisare che le mani della foto della homepage sono le sue.
E come non assaggiare i ‘crunch’ del Brutal (che si definisce anche cruncheria), ma soprattutto il pan biscotto e i ‘zaeti’, tipici biscottini della tradizione veneta, preparati con gli ingredienti della fattoria La Pignara, un’azienda agricola che esprime la poesia del grano attraverso la narrazione appassionata di Sandro Zancanella.
Certo non sarà facile incontrare tutti i produttori, ma gli osti, ancora veri e appassionati come Michele Gasparini, Fabio Ferrato, Stefano Schettini sapranno affabularvi nella stessa, antica, genuina, amichevole, maniera patavina!