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Emile SANREMO Rodin rectifie le mouvement de la main d’une danseuse, 1903 Fotografia, 12 x 17 cm Parigi, Musée Rodin © musée Rodin

Rodin e la danza, direttamente dal Museo di Parigi

La Mostra si svolge come un racconto, completo di testimonianze video, estratti di film e di documentari, che si rifà all’esistenza dell’artista come alle danzatrici che Rodin incontrò durante la sua vita e la sua carriera.

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ph Carlotta Coppo

Tutto ha inizio a Parigi nel 1900 quando la capitale francese dal 15 aprile al 12 novembre di quell’anno magico ospita l’Esposizione Universale, superando la quota di 50 milioni di visitatori.
Un risultato ottenuto solamente con le Esposizioni Universali di Osaka nel 1970 e di Shangai nel 2010.

Parigi diventa un cuore pulsante mondiale dove c’è espansione economica, divertimento e fede nel progresso e nel cambiamento rappresentati dalla scienza e dalla tecnica innanzi tutto, come l’elettricità e il cinematografo. Quest’ultimo, un vero trionfo, è fondamentale perché cambierà la percezione del sapere e dell’immaginario collettivo e inventerà un linguaggio universale. Questi i fil rouge della manifestazione.

In occasione della Esposizione Universale arrivano a Parigi delegazioni di artisti da ogni parte del mondo con le loro esibizioni, studiate e ritratte dagli artisti del tempo: danze popolari come quelle della delegazione cambogiana, spettacoli di cabaret o singoli ballerini e acrobati bravi e innovativi.

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Stephanie Ludwig Ruth Saint-Denis in posaYogi, 1908 Parigi, Musée Rodin © musée Rodin

Un’atmosfera unica e irripetibile, vissuta anche dal parigino Auguste Rodin che, a quell’epoca, aveva 60 anni ed era al sommo della sua carriera artistica.

Un circolo virtuoso in cui, da un lato, la danza fu musa ispiratrice per l’artista nei primi del Novecento, dall’altro la danza contemporanea trae ancora oggi ispirazione dall’artista stesso attraverso le sue opere ‘danzanti’, uniche e attuali. Infatti, sono molte le coreografie di danza contemporanea che a lui ancora oggi si ispirano.

Cuore del progetto espositivo organizzato dal Mudec insieme con il Museo Rodin, aperto fino al 10 marzo 2024 è la presentazione, per la prima volta in Italia, di quindici statuine di danzatrici in terracotta, dedicate dall’artista a “Movimenti di danza“. Quattordici provengono dal museo parigino, e la quindicesima statuetta dalla GNAM, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.

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Loïe Fuller mentre danza, 1900 circa Parigi, Musée Rodin © musée Rodin

La mostra è l’occasione per confrontare le statuette con una selezione di diciassette disegni dell’artista e cinque fotografie, provenienti dalla stessa collezione.

Una ricerca e uno studio che Rodin portò avanti per tutta la vita. Al di là di questo, Rodin visse una grandissima attrazione per la danza le cui storie e testimonianze sono ben presenti nella mostra: i suoi incontri con i più grandi ballerini dell’epoca, come Isadora Duncan, Loïe Fuller, le danzatrici del balletto reale cambogiano, la danzatrice giapponese Hanako che Rodin ammirava molto e che ritrasse e scolpì, arrivando a esprimere anche un profondo interesse per l’arte drammatica giapponese.

Rodin ebbe stretti legami con la cultura del sud-est asiatico, in particolare con la danza cambogiana, dando luogo a contaminazioni tra arte occidentale e orientale e dando luogo a un sostanziale ripensamento del concetto di corpo in movimento. Nella esposizione è possibile ammirare una selezione di oggetti provenienti da collezioni museali etnoantropologiche quali stampe, sculture di piccole dimensioni, strumenti musicali, marionette e ombre legati alla cultura cambogiana e alle sue danze.

La mostra diventa quindi anche l’occasione per fare un viaggio straordinario nel mondo della danza attraverso una selezione video riferita alla coreografia contemporanea e ad artisti coreografi che hanno tratto ispirazione da Rodin per le loro rappresentazioni. Il dialogo continuo tra le sculture di Rodin e l’apparato multimediale e digitale creano un costante gioco di rimandi visivo e simbolico.

La mostra, divisa in tre sezioni, diventa teatro con un allestimento fatto di quinte sceniche.

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PRIMA SEZIONE. “Mouvements de danse”. Rodin e la danza del suo tempo.
Negli ultimi anni dell’Ottocento l’arte della danza da forma di intrattenimento urbano ben codificato, diviene a tutti gli effetti una forma artistica, e Parigi è il cuore di questa nuova arte.

Il cinema offre una nuova opportunità di affermazione e fama a ballerini e artisti quali Loïe Fuller, Isadora Duncan e Vaslav Nijinski, che portano nel mondo del movimento corporeo una vera e propria rivoluzione. Con il cinema e con questi artisti nasce una nuova idea di danza, basata sugli effetti combinati del movimento del corpo con stoffe e luci colorate.

Rodin trae ispirazione da tutto questo nel rappresentare al meglio la possibilità di movimento che il corpo umano rivela attraverso la danza. Nascono le piccole, armoniose, fragili e preziose figurine di terracotta – ognuna di esse raffigura un passo, una ‘figura’ di danza – esposte in mostra per la prima volta: Mouvements de danse,

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Le mani di Loïe Fuller, 1914 circa Parigi, Musée Rodin © musée Rodin

In quegli anni nasce la danza moderna e contemporanea, in cui il movimento del corpo si scioglie in una nuova libertà ritmica senza precedenti, assai lontano dai canoni del balletto classico. Un’armonia tutta nuova e sconosciuta figlia di un’apertura e contaminazione culturale legata ad altri modelli di danza provenienti da altre culture.

Nel passaggio tra Otto e Novecento, tra Romanticismo e Avanguardie, Rodin vive pienamente questa liberazione del movimento del corpo, in un contesto culturale generale di rinnovamento del rapporto con il corpo, espresso anche nel resto d’Europa. La danza emerge come un tema centrale: l’anatomia e l’attenzione al corpo e al benessere anche fisico riprendono un ruolo di primaria importanza.

Per comprendere al meglio questo passaggio concettuale epocale vengono esposte in mostra fotografie d’epoca delle danzatrici, una selezione di disegni di ballerini di Rodin, le statuette e alcune sculture in marmo.

SECONDA SEZIONE. Influenze dall’Estremo Oriente, Cambogia, Giappone e altri orizzonti.

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Danzatrice cambigiana di profilo Musée Rodin – Paris © musée Rodin – photo Jean de Calan

La danza ‘occidentale’ viene contaminata con altri tipi di danze.
Su questo concetto si innesta lo studio che Rodin dedicò ai danzatori e alle danzatrici, sia occidentali che orientali.

Dal Museo Internazionale delle Marionette Antonio Pasqualino di Palermo provengono numerose ombre cambogiane raffiguranti danzatrici, dal Museo dei Popoli e delle Culture di Milano un’apsara cambogiana in bronzo (danzatrice celeste) del XX secolo.

Nel 1906 fu organizzata la mostra coloniale di Marsiglia dove furono invitati a esibirsi sia i ballerini reali cambogiani che la giovane attrice giapponese Hanako. In particolare, le danzatrici cambogiane investono la ricerca di Rodin di una rinnovata sensibilità formale.  Il concetto di espressività corporea ne uscirà infatti completamente stravolto, con un cambio di passo che rinnoverà profondamente anche il mondo vero e proprio della danza, traghettandola dalla danza classica verso la danza moderna e poi contemporanea.

TERZA SEZIONE. Rodin e la danza del nostro tempo.
Suggestioni scultoree nelle creazioni della coreografia contemporanea.

Rodin è stato il primo – e ancora oggi unico – artista a cogliere la vera essenza della danza. Nelle sue opere i danzatori e i coreografi si ritrovano e traggono ancora oggi ispirazione continua per il loro lavoro. In continuità e a conclusione delle prime due sezioni, questa terza e ultima sezione esplora, attraverso un confronto visivo, i legami formali e artistici che intercorrono tra sette capolavori di Rodin: – Il pensatore, L’Età del Bronzo, Donna accovacciata, Idolo eterno, Jean de Fiennes, L’uomo che cammina, Il risveglio – e sei coreografie concepite tra il 1990 e il 2021.

Rodin occupa ancora oggi un posto di rilievo come figura cardine tra la fine di una tradizione e l’inizio di una nuova visione. La sua lezione costruisce un ponte spazio-temporale imprescindibile tra l’Europa e le culture extraeuropee, tra l’Ottocento e il nuovo millennio, all’interno di quella contaminazione caratteristica della più recente sperimentazione artistica.

La mostra che il Mudec presenta, progetto espositivo inedito e originale “Rodin e la danza”, prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, promossa dal Comune di Milano-Cultura e dall’Institutional Partner Fondazione Deloitte, è resa possibile grazie alla collaborazione con il Museo Rodin di Parigi da cui provengono 53 opere.
Le varie sezioni della mostra sono curate da Aude Chevalier, Elena Cervellati, Cristiana Natali.

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