E’ Carnevale, è il momento dei travestimenti, delle sfilate di carri allegorici e di dare libero sfogo alla fantasia, agli scherzi e ai giochi. L’emozione della Sartiglia si affianca a quello che accade in ogni parte del mondo, dove la voglia di lasciarsi andare esplode. Dalle coloratissime e fastose “Samba Parade” di Rio de Janeiro ai carri di Viareggio, dall’elegante e sfarzoso Carnevale di Venezia alla “Battaglia delle arance” del Carnevale di Ivrea e ..all’emozionante Sartiglia di Oristano!

La grande festa avrà luogo dal 19 al 21 febbraio, ma quali sono le origini della Sartiglia?
I documenti più antichi riguardanti la sua storia si trovano in un registro di consiglieria all’interno dell’Archivio Storico della città di Oristano. Il registro è datato 1547-48 e all’interno di esso si parla di una “Sortilla” organizzata in onore dell’Imperatore Carlo V, probabilmente nel 1546. Il termine Sartiglia deriva infatti dal castigliano “Sortilla”, che a sua volta deriva dal latino “Sorticula”, ovvero anello ma anche “Sors”, ossia fortuna.
La Sartiglia consiste infatti nel tentativo dei cavalieri di centrare un bersaglio, la stella, sfidando la sorte. Fonte di ispirazione i giochi militari introdotti nel XI secolo in Europa, che venivano utilizzati per l’addestramento delle milizie. Queste gare, con il passare degli anni, hanno subito diverse evoluzioni sino al XV e XVI secolo, quando le corse equestri persero la loro valenza militare e si trasformarono in veri e propri spettacoli a beneficio del pubblico.

Sovrani, viceré, feudatari e corporazioni di mestiere organizzavano gli spettacoli in occasione di prese di possesso di cariche di re o vescovi, di nascite di eredi al trono o di particolari festività del calendario liturgico, coinvolgendo direttamente il ceto nobiliare e regalando al popolo spettacoli suggestivi.
Due le corporazioni o meglio “gremi” che oggi si occupano della manifestazione: il Gremio dei Falegnami di San Giuseppe ed il Gremio dei Contadini. L’istituzione di questi ordini risale all’età spagnola in cui le città Regie del Regno di Sardegna, tra cui Oristano, godevano di prerogative speciali tra le quali istituire corporazioni religiose tra soci che esercitavano un medesimo mestiere come agricoltori, falegnami, ferrai, sarti, calzolai e carrettieri. Oggi il Gremio dei Contadini si occupa di tutte le fasi cerimoniali della Sartiglia che si corre la domenica, mentre spetta a quello dei Falegnami organizzare quella del martedì.
Entrambi i gremi sono custodi della tradizione e hanno il compito di assicurarsi che la giostra venga celebrata a qualsiasi condizione. La loro attività si svolge durante tutto l’arco dell’anno ed è strettamente correlata con la giostra equestre. Si perché il cavallo è il cuore pulsante della gara. Durante la giostra l’uomo e l’animale sono in totale simbiosi. Nella storia di Oristano e della Sartiglia ha sempre rappresentato un elemento fondamentale.

Per questo è stato avviato nel 2012 un progetto che ha come obiettivo la sua tutela e il suo benessere. Un mese prima della manifestazione tutti i soggetti vengono sottoposti ai controlli sanitari dal punto di vista clinico-ispettivo con appositi esami che tendono a mettere in luce patologie pregresse o recenti al fine di dichiarare i cavalli idonei a partecipare alla giostra o ad essere riformati a tutela della loro condizione fisica e dei cavalieri che li montano. Nei giorni della Sartiglia invece vengono eseguiti test metabolici ed altri esami che tendono a valutare lo stato di performance durante tutta la manifestazione.
Il cerimoniale della Sartiglia ruota intorno alla figura de Su Componidori, la più importante di tutta la manifestazione. Il 2 di febbraio di ogni anno, durante la festa della Candelora, le massime autorità dei “Gremi” nominano ufficialmente il proprio Componidori. La consegna di un cero benedetto segna l’investitura dei cavalieri, che avranno il compito di guidare rispettivamente le corse dell’ultima domenica e martedì di carnevale.

La Vestizione, fase in cui il cavaliere prescelto viene trasfigurato in Componidori è la cerimonia più solenne della Sartiglia. Il cavaliere da quel momento in poi diventa agli occhi dei presenti come un semidio e avrà il compito di comandare la corsa. Su Componidori è colui che dà inizio alla corsa alla stella affrontando per primo la sorte. A partire da quel momento, solo lui potrà stabilire chi tra i cavalieri partecipanti potrà avere l’onore della spada, ovvero tentare la fortuna nel cogliere la stella.
Ma è anche colui che chiude le corse con Sa Remada e affronta, con grande abilità e coraggio, il percorso a gran galoppo riverso sul cavallo mentre benedice la folla con Sa Pippia de Maiu, un doppio mazzo di viole mammole. Al termine della cerimonia della vestizione, il corteo dei cavalieri, guidato dal capocorsa e preceduto dai trombettieri, dai tamburini e dal gremio, si dirige alla volta della via della Cattedrale di Santa Maria Assunta.
Il passaggio del corteo è uno dei momenti più emozionanti della manifestazione. Rapisce l’imponenza dei cavalli, l’eleganza dei cavalieri rivestiti degli antichi costumi della tradizione sarda e spagnola, l’esplosione dei colori delle bardature, il tripudio delle trombe e dei tamburi. La Corsa alla Stella è la fase principale e più conosciuta di tutta la manifestazione. Consiste in una corsa al galoppo dei cavalieri per cogliere con la propria spada la stella sospesa.

Su Componidori sarà il primo a tentare la sorte, cercando di cogliere al galoppo il bersaglio. Sarà poi la volta di Su Segundu e Su Terzu (i suoi due aiutanti). I cavalieri che riusciranno a cogliere la stella riceveranno in premio una piccola stella d’argento. I cavalieri che per sorte e straordinaria abilità riusciranno nell’impresa di cogliere un’altra stella nella seconda giornata di Sartiglia riceveranno in premio una piccola stella d’oro. Al termine delle gare lo squillo di trombe e il rullo dei tamburi annuncia sa Remada, terminata la corsa mozzafiato il corteo si prepara per le Pariglie, evoluzioni acrobatiche di tre cavalieri alla volta sui loro cavalli.
Le corse partono da “Su Brocci”, il piccolo tunnel che si immette nella via Mazzini. Da qui prendono il via le spericolate acrobazie dei cavalieri che, dopo mesi di preparazione, danno sfogo al proprio entusiasmo e alle proprie abilità. Apre la corsa la pariglia de Su Componidori, che non potrà cimentarsi nelle evoluzioni per preservare l’incolumità del capo corsa. A seguire gli spericolati passaggi di tutti gli altri cavalieri, che regaleranno ai visitatori uno spettacolo unico e irripetibile.
Dopo due anni di sofferenze e restrizioni causate dalla pandemia, Oristano si riappropria di riti e tradizioni che la caratterizzano ed è pronta ad accogliervi insieme a Su Componidori!!!
(Danilo Casula per il Gremio dei Contadini, domenica 19 febbraio e Giampaolo Mugheddu per il Gremio dei Falegnami, martedì 21 febbraio.)
Elena Volpato