E’ da una delle terrazze di una antica casa di proprietà dalle sorella di Achille Lauro, il grande armatore sorrentino, Antonietta,che immaginiamo il grande tenore partenopeo, Enrico Caruso, guardare il golfo e commuoversi per la bellezza del paesaggio, anche se in realtà il maestro, deluso dai melomani partenopei che lo fischiarono, lui il più grande interprete del mondo, non tornò più, se non per morirvi, nella città natale, soggiornando, invece a Sorrento in una suite con terrazza di un hotel sul mare.
A questo si ispirò Lucio Dalla quando scrisse “Caruso” i cui famosi versi Là dove il mare luccica e spira forte il vento… a Sorrento, affacciata sul golfo, nel comune confinante di Sant’Agnello, dove lo scenario è il Vesuvio, Napoli, Capri, punta Campanella, le isole Gallo Lungo, Catelluccia, lo scoglio Vetara, quel mare dove Ulisse incontrò le Sirene per poi fermarsi e dare origini alle colonie greche, prima di tornare a Itaca.

La Casa di “Nonna Etta”
“Quella casa”, a Sant’Agnello, oggi, è un hotel, anzi molto di più è il “Mediterraneo”. «La casa della mia bisnonna, costruita nel 1912, è stata convertita in albergo dai suoi 6 figli e, per molto tempo, fra successi altalenanti il Terminus (era quello il nome) – racconta Pietro Monti – fu un 3 stelle, poi divenuto 4 e, quando nel 1999 ne abbiamo ripreso la gestione è passato per una profonda ristrutturazione che ne fa questo, lasciatemi dire, gioiello, cui abbiamo aggiunto una stella, la 5°, lo scorso anno».
In effetti con sole 61 stanze di cui 4 junior suite e 4 family, l’hotel dalla calorosa accoglienza, d’altri tempi, è un luogo immobile, ma al contempo dinamico, inserito in uno scenario che va dall’antichità ad oggi, indistintamente.
L’attenzione alla calda ospitalità sorrentina, città che è una costante scoperta apre la porta del Vista Sky Bar e del Ristorante Vesuvio, parti importantissime del welcoming della famiglia Monti., come “Le Pietre, cozy spa”, tutta da godere.

Sorrento come Miami e New York: al “Vista Sky Bar“, rooftop life!
«Abbiamo aperto il rooftop perché una vista così emozionante e comprensiva del Golfo, va condivisa – racconta Francesco Monti che si dedica al F&B – seguendo un concetto di internazionalità che abbiamo abbracciato. Finger food, drinks, musica da vivo, dj set su tramonti pittorici e giornate ventilate sono il prologo ad una cena al nostro ristorante, che da ben 14 stagioni è affidato allo chef, Giuseppe Sacconi, nostro punto di riferimento, come il dehor della piscina, dove si può gustare la “pizza sorrentina” di Benito, 49 stagioni con i nostri colori». Un senso di appartenenza profondo che si ritrova nella passione di coloro che vi possono far scoprire la città e i dintorni.
Camminate, trekking ed esplorazione del territorio
Mariano Orsi, guida trekker, ci illumina su quanto abbia da offrire l’area per chi ama scoprire camminando gli angoli più belli e segreti.
«Il nostro territorio è pieno di meravigliosi cammini sia verso la montagna che verso il mare – spiega Orsi -Una visita obbligatoria è la scoperta delle ville dell’ozio romane che erano molto popolari nell’antichità in quest’area: la più nota è quella dei Bagni della Regina Giovanna, che molti conoscono come villa di Pollio Felice,)di cui oggi resta la pianta affacciata con la parte balneare su un’incantevole insenatura che la regina di Napoli, Giovanna II D’Angiò-Durazzo, si narra, utilizzasse per i suoi incontri clandestini, (1373-1435). La domus, composta di fabbricati dislocati su terrazze degradanti non è più identificabile, mentre restano meglio conservati le cisterne, i magazzini e gli approdi naturali con il ninfeo a ridosso del mare, con vani con volta a botte, pavimenti in mosaico bianco e nero, decorazioni in stucco a rilievo, a testimonianza dell’antico sfarzo di quel periodo storico».
La punta estrema della Penisola Sorrentina
Per chi ama camminare la visita a Punta Campanella è illuminante.
«La propaggine estrema della penisola Sorrentina è qui – prosegue Orsi – dove sorge una torre di avvistamento, talmente vicina a Capri che quando Tiberio trasferì la sede dell’Impero nell’isola, per far viaggiare gli ordini verso Roma, escogitò questo sistema di torri di comunicazione, poi utilizzate per l’avvistamento delle navi pirata. E’ una splendida area marina protetta, che divide i golfi di Napoli e Salerno, nel comune di Massa Lubrense. Un altro bel momento è la salita al Monte San Costanzo, che la sovrasta dai sui 497 metri. Da qui si vede il netto confine della penisola Sorrentina con la costiera Amalfitana, il confine con la Baia di Jeranto e le sue famose isole, Ligalli e Sirenuse, dove sorgono case che appartennero a Nureyev e De Filippo e che, nell’Odissea all’ XI canto, compaiono come dimora delle ingannevoli e ammaliatrici Sirene».

Torna a Surriento…
Sorrento va visitata per scoprire non solo i luoghi teatro del film” Pane, Amore e…” con gli indimenticabili Loren e De Sica, ma per esplorare un gioiello vitale. Un giro per il centro parte dall’alto terrazzo di tufo, Piazza Tasso, che viene solcato da falesie (valloni) che celano una ricca vegetazione. «Camminare e scoprire la città è quello che si dovrebbe fare – racconta Sabina Gargiulo, guida turistica – un panorama di agrumeti, giardini, marine, iniziando dalle ultime attrattive come il murale di Jorit che, nel decennale dalla morte, ha dedicato a Lucio Dalla. Un’opera particolare eseguita nello stile dello street artist che prima ha dipinto sul muro versi di una sua canzone, poi li ha ricoperto con il viso del cantante solcato dai tipici tagli rossi che rappresentano la “human tribe”. C’è molto di Dalla in città, luogo cui era affezionato, e si era esibito, giovanissimo, come la scritta sul muretto dell’ultima curva della discesa verso Marina grande, “veniva dal mare” così come c’è un mondo da scoprire vagando per le strade del centro…animate, dipinte, affollate».
Marina grande, oggi è solo case variopinte e localini deliziosi, al posto dei vecchi cantieri dei gozzi sorrentini, mentre Marina piccola è il porto di Sorrento, importante approdo di traghetti e aliscafi non lontano dalla centralissima Piazza Tasso. Sì perché Torquato era nativo di Sorrento.
Tutto qui è agrumi, maioliche con i colori che oltre al bianco e blu aggiungono verde e giallo, con le vie centrali che pullulano di negozietti di articoli tipici locali.
Sorprendente la chiesa dedicata a Sant’Antonino, “Patrono, Avvocato e Padre” di Sorrento. Al Santo che protegge la città da calamità ed epidemie sono attribuiti numerosi miracoli. All’ingresso della basilica due ossa di cetaceo ricordano il prodigio più celebre, ovvero quello di aver salvato un bambino che era stato inghiottito da una balena.

Navigando verso Capri
Ma il pezzo forte per completare un long week end memorabile è navigare lungo la costa e raggiungere l’Isola di Capri per poterla esplorare nelle sue strette viuzze fino alla “Piazzetta” Per poi perdersi in mezzo ai turisti e magari defilarsi per andarsi a godere gnocchi, pizza e torta, tutto rigorosamente “alla Sorrentina”, al Villa Verde, il noto ristorante nel cuore dell’isola. Passeggiando, dovunque aroma caprese ben sintetizzato nelle fragranze Carthusia che rappresentano il lavoro officinale dei padri Certosini che hanno avuto nella Certosa di San Giacomo (1371) il loro rifugio per secoli, voluta da Jacopo Arcucci, Segretario di Stato e Tesoriere della Regina Giovanna I d’Angiò.

Ad Anacapri sarà bello scoprire un gioiello nascosto: la villa San Michele, sulla sommità del monte, la realizzazione del sogno mediterraneo di Axel Munthe, un giovane medico svedese giunto a Capri nel 1885, luogo do ve visse per 56 anni. Realizzò la villa sui resti di un’antica cappella dedicata a San Michele e dette vita al secondo luogo più visitato dell’isola dopo la Grotta Azzurra: un luogo costellato di opere d’arte antiche inclusa una sfinge egizia, incastonata in uno scenario unico.

Oplontis, la domus otiae che non sarà mai dissotterrata per intero
Ormai il tempo stringe e sulla strada per Napoli, a Torre Annunziata, si può fare una sosta interessantissima in mezzo alle case, per ammirare una domus a dir poco meravigliosa, appartenuta a Poppea, la seconda moglie di Nerone, non ancora (e forse mai per la presenza di costruzioni all’intorno e sopra) dissotterrata completamente, patrimonio dell’Umanità. Oplontis, alla periferia di Pompei, (3.5 km) ha ancora affreschi di rara bellezza, con i colori vivi e che ti catapultano nella realtà dell’area in epoca romana…per capire davvero molte cose. Dalle terme alle cucine, dal peristilio all’impluvium, addirittura al calco di una porta a soffietto, una piscina immensa e colori perfettamente conservati, ti danno l’idea di quello che doveva essere ai tempi del suo massimo splendore.
Scoprire queste bellezze è come vedere una nuova luce su tutto quello che la Campania, spesso così bistrattata, può offrire ad un occhio curioso e attento.