Era la destinazione più amata dagli italiani. Negli Stati Uniti si recavano, prima della pandemia, oltre un milione di connazionali l’anno. Poi il crollo, ma l’incessante lavoro della Associazione VIsit USA e dei suoi associati, che promuovono gli Stati Uniti a tutto tondo secondo le proprie competenze, danno frutti e fanno ben sperare per una ripresa.
Come si fa a stare senza un viaggio in Alaska, nei grandi parchi dell’Ovest, sulla storica west coast, nella rutilante Florida, in New Mexico, in Texas, nel “southern comfort” dei pigri stati del sud, nella regione dei Laghi, a Los Angeles e in California?
Non si può… l’appeal dei viaggi on the road americani è sempre grande.
Infatti i dati in merito al turismo nazionale verso gli USA, secondo le primissime stime riportate dai principali tour operator italiani specialisti della destinazione, soci Visit USA, a stagione estiva ancora da concludersi, sono positivi.

Difficile, per il momento, estrapolare dati corretti in termini di percentuali, a confronto con l’ultima stagione pre-pandemia, ovvero il 2019, ma sicuramente c’è soddisfazione generale tra gli addetti ai lavori; soddisfazione che era stata percepita e auspicata già con l’inizio anno vedendo il numero di richieste che arrivavano ai booking, le successive conferme e i risultati delle prime partenze primaverili.
Il cambio euro/dollaro, sfavorevole per la valuta europea nel corso degli ultimi mesi, non ha comunque scoraggiato il pubblico dei viaggiatori che, sicuramente, avevano desiderio di vedere o ri-vedere (gli USA sono meta di tantissimi “repeater”) gli amatissimi Stati Uniti dopo 2 anni di stop.
Ricordiamo che, al momento, questa meta rimane la più desiderata e visitata, tra quelle lungo raggio, dai turisti Italiani. Un aiuto che ha contribuito a mantenere alta la richiesta verso gli USA lo si deve anche ai molti viaggi “sospesi” nel 2020 (soprattutto i viaggi di nozze) che hanno visto finalmente concretizzarsi le condizioni per essere effettuati.
Una certa flessione del numero dei passeggeri è stata comunque riscontrata rispetto allo stesso periodo 2019.

Dai rientri dei primi clienti viene segnalato qualche problema (soprattutto ritardi) nell’erogazione di alcuni servizi fondamentali come ad esempio quelli del comparto alberghiero; non è un segreto, e accade in parte anche da noi in Italia, che ci sia ancora carenza negli USA di personale qualificato, uscito (forzatamente o meno) dal settore soprattutto ad inizio pandemia e non ancora reintegrato per far fronte alla necessità del momento. Si tratta di ruoli anche semplici ma fondamentali nel fornire un servizio di ospitalità soddisfacente per i clienti, come receptionist, house-keeper, camerieri dei bar e ristoranti dell’ hotel, manutentori, autisti…
Altro segmento del turismo USA che ha avuto sicuramente difficoltà ad erogare i propri servizi con regolarità ed efficienza è stato quello dei tour escorted in pullman; diversi receptive tour operator americani, che forniscono e talvolta costruiscono ad hoc per i tour operator italiani questo tipo di servizio, hanno cancellato partenze.
Infine, non certo per ordine di importanza, la situazione del trasporto aereo. Nonostante tutte le problematiche di gestione delle principali compagnie aeree europee e americane, alla quale si sono aggiunte in certi casi criticità, in Europa, dovute al personale di terra degli aeroporti e che hanno portato a disservizi per i passeggeri (cancellazioni, ritardi, ri-schedulazione dei voli), si può dire che il comparto abbia retto abbastanza bene, almeno fino ad oggi, salvo la faticosa gestione bagagli, molto spesso non arrivati.

La grossa preoccupazione per il futuro, da parte dei tour operator interpellati, riguarda sicuramente il possibile aumento dei costi dovuto alla scenario mondiale che ben tutti conosciamo (crisi energetica mondiale, recessione economica, criticità nella situazione geo-politica) che porta ad un aumento dei costi trasversale e va a colpire tutti i comparti del settore turismo non solo quello aereo, che a sua volta è strettamente connesso con decine di altri settori dell’ industria e dei servizi.
L’ aumento dei prezzi dell’energia, delle materie prime e l’inflazione è qualcosa che ha colpito gli Stati Uniti dopo decenni che non accadeva (il costo della benzina è oramai sopra ai 4,5 $ al gallone in tutti gli Stati quando pre-pandemia superava a malapena i 2 $) e questo ha ed avrà conseguenze sul futuro costo delle proposte di viaggi organizzati; basti pensare al classico tour in pullman che dovrà tener conto sia dell’incremento del costo del carburante che della maggior spesa da sostenere per le camere di hotel e ristoranti.

L’aumento rischia di essere a doppia cifra e quindi, sommato alle concrete preoccupazioni economiche degli italiani per i mesi futuri, rischia di distogliere l’attenzione e l’interesse per un tipodi viaggio (sia tour di gruppo che fly&drive) che per molti potenziali clienti potrebbe essere non più “accessibile”.
Quello che si auspicano, per il 2023, i tour operator Soci Visit USA interpellati è, da parte dei partner americani, un assestamento in termini di qualità e puntualità dei servizi erogati al viaggiatore: dal semplice transfer aeroportuale, al soggiorno in hotel fino al più complesso tour in pullman con guida; elementi sui quali l’unico “potere” in mano ai tour operator italiani è quello di fare “gioco di squadra”, (come fino ad oggi è stato), condividendo informazioni importanti e strategiche al fine di garantire, sempre, ai propri clienti, il miglior servizio e consulenza possibile.

Il supporto professionale alle agenzie di viaggio, oggi importantissimo per le mille sfaccettature degli adempimenti di viaggio, e quindi ai viaggiatori, resta l’arma su cui puntare anche per la prossima stagione resta il suggerire sempre più soluzioni calibrate ad hoc sulle reali esigenze del cliente con accurata attenzione al rapporto qualità/prezzo e che scongiuri il rischio, purtroppo concreto, di dover proporre un prodotto Stati Uniti più scarno ed essenziale per compensare l’aumento dei costi dei singoli servizi.
Le notizie sono state raccolte interpellando Arianna Pradella – UTAT VIAGGI, Cesare Ferrari – IGV, Giuseppe Gerevini – ALIDAYS, Luca Cesaretti – REIMATOURS, Frederic Naar – NAAR TO