Carracci
Il Mangiafagioli

Majestic già Baglioni: storia del Mangiafagioli di Annibale Carracci rivisto in tavola da Agostino Schettino

Prendi un hotel di rango, il più bello e storico della città, ricavaci uno spazio di grande appeal con affreschi sul soffitto e un ambiente di grande intimità e classe.
Ti troverai semplicemente, in centro a Bologna al Majestic, già Baglioni nel suo ristorante I Carracci, premiato con Tre Forchette dal Gambero Rosso e segnalato dalla prestigiosa Guida Michelin.

Il concetto di ristorante all’interno dell’hotel, in Italia, spesso non è visto con lo stesso interesse che all’estero, ma si sta affermando anche da noi, dove la ristorazione che può garantire un hotel di rango beneficia del sistema “accoglienza” che solo un albergo può mettere in campo.

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Lo chef Agostino Schettino

13 componenti la brigata agli ordini di chef Agostino Schettino rappresentano  una garanzia dalle colazioni al room service, dai pranzi di lavoro alle cene eleganti fino al catering per gli incontri di lavoro.

La magia che ha realizzato Tiberio Biondi, il gm della struttura facente capo al gruppo Duetorrihotels è tutta qui, nella semplice esecuzione dalla lungimirante perfezione di un concetto altrove già affermato.

La presentazione del menu primaverile (cambia ogni 4 mesi) ha come “piatto forte” il “Mangiafagioli” ispirato al quadro di Annibale Carracci. Infatti arte e cucina si incontrano sotto le volte affrescate della sala del Ristorante I Carracci per dare vita ad un piatto, ispirato all’omonimo dipinto, del maestro bolognese vissuto fra il 1550 e il 1609, che riprese la tecnica della grande pittura italiana.
E questo diventa punto di connessione tra due mondi, quello della pittura bolognese e quello culinario di chef Schettino, executive dal settembre 2024 già in forza alla struttura dal 2023,  che si rifà ad un dipinto dalla semplicità disarmante, che regala al gesto umile del nutrirsi la dimensione immortale dell’arte.

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Il Mangiafagioli di Schettino

Quest’opera, così rivoluzionaria per il suo tempo, funge da ispirazione per il piatto di Schettino: una Tagliatella, fagioli, cozze e plancton marino, una creazione che parte dalla modestia del piatto dipinto da Annibale Carracci e viene rivitalizzata dalle radici partenopee dello chef, trasformata in un omaggio personale che fonde la tradizione mediterranea con l’ispirazione artistica del capolavoro del Carracci.

La storia del dipinto

Quando tra il 1584 e il 1585 Annibale Carracci dipinse Il Mangiafagioli, oggi conservato nella Galleria Colonna di Roma, la scelta di rappresentare un uomo comune che consuma un pasto frugale segnò una svolta epocale nella storia dell’arte: l’opera è considerata, infatti, uno dei primi esempi in Italia della cosiddetta pittura di genere, tipica della tradizione nordica dei pittori fiamminghi, rielaborata attraverso la sensibilità italiana.

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Annibale Carracci, Il Mangiafagioli, olio su tela, 1584-1585, Galleria Colonna Museo e Pinacoteca, Roma

Il dipinto, lontano dai canoni religiosi e aulici dell’epoca, esalta la dignità del quotidiano e restituisce al gesto del nutrirsi un significato universale. L’uomo che consuma un pasto povero diventa simbolo di bellezza nascosta nella semplicità.

L’omaggio del Ristorante I Carracci

Un quadro semplice fa da ispirazione a Schettino incarnando lo stesso spirito che caratterizza l’opera dell’artista bolognese permeando l’esperienza al Ristorante I Carracci.
La sala del ristorante, adornata dagli affreschi ispirati al Mito di Fetonte e alle allegorie delle stagioni, trasporta gli ospiti in un viaggio tra mito e realtà, grazie all’opera, verosimile, di interventi successivi di allievi della scuola carraccesca, in particolare a Lorenzo Sabbatini per la parte figurativa e Giovanni Luigi Valesio considerato l’autore dei quattro tondi con le allegorie delle Stagioni e delle grottesche.

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La sala principale del ristorante I Carracci

Il Mangiafagioli di Schettino non è da considerare solo una proposta gastronomica: è un viaggio simbolico che attraversa il tempo e lo spazio. I fagioli, materia prima povera ma nutrimento essenziale, si accompagnano alle cozze, in un abbinamento che richiama la tradizione culinaria partenopea. Il piatto diventa così una tela dove sapori e colori si mescolano, dove ogni elemento si rifà al dipinto che lo ha ispirato e ogni boccone evoca il gesto immortalato da Carracci.

In un contesto raffinato e di classe, quello del Grand Hotel Majestic “già Baglioni”, unico 5 stelle lusso di Bologna, la scelta di proporre al meglio ingredienti poveri attraverso una cucina diretta ed elegante.
Il piatto diventa un omaggio all’intuizione di Annibale Carracci, che nel Mangiafagioli nobilitò il gesto quotidiano del nutrirsi a contenuto artistico, rompendo con i canoni tradizionali.
A tavola, come sulla tela, lo chef Schettino valorizza questo messaggio, offrendo un’esperienza gastronomica che celebra il profondo significato del nutrire corpo e spirito.

Con questo omaggio, il Ristorante I Carracci onora non solo Annibale Carracci e la sua eredità, ma anche il suo profondo legame con Bologna. Una città ricca di storia, dove la tradizione artistica si intreccia inevitabilmente anche con quella gastronomica. L’invito è quello di provare un’esperienza dove l’essenza di un capolavoro rivive in un piatto in cui ogni elemento contribuisce a restituire all’arte, pittorica e culinaria, il suo valore più profondo: la capacità di nutrire, di raccontare, di emozionare.

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Un’altra creazione di Schettino: Velo di seppia, broccoli, arancia e caviale “Asetra”

I Carracci

Gli elementi racchiusi, come in un prezioso scrigno, che descrivono l’atmosfera del Ristorante possono essere eleganza, arte e gusto. Un luogo suggestivo. All’interno del Grand Hotel Majestic, è divenuto un riferimento del fine dining bolognese e meta imperdibile per appassionati gourmet. Il plus è una sala unica nel suo genere, pochi tavoli intimi, dalla mise en place semplice e raffinata, posizionati sotto le volte seicentesche affrescate.

L’executive chef Agostino Schettino, campano d’origine, porta ai Carracci una doppia anima: da una parte un’alta ristorazione d’hotel con materie prime di lusso e piatti rielaborati con personale creatività; dall’altra un menù d’autore incentrato sui sapori più autentici della tradizione gastronomica partenopea che racconta con fermezza la firma identitaria del giovane cuoco.

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Il Maestro Leonardo Lucchi e una sua scultura

Majestic, un occhio all’arte del Maestro Lucchi

In questi giorni è visitabile la mostra diffusa, all’interno dell’hotel già Baglioni, del maestro cesenate Leonardo Lucchi, 50 anni di attività, concentrati in 35 opere in bronzo, selezione di una produzione che nasce dalla sua capacità di lavorare l’argilla ceramica, poi convertita in lavorazione del bronzo. Sue opere sono in esposizione permanente in importanti musei in Francia, Regno Unito e Italia.

Un’altra ragione per visitare Bologna, il Majestic, i Carracci e godersi al meglio “la Dotta”

massimo terracina

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