Tampone si, Tampone no. Non c’è Speranza.

Tampone si, Tampone no. Nel dilemma … il caos.

Tampone si, tampone no, è una trasposizione di un pezzo cantato ormai qualche anno fa da Elio: Italia si, Italia no, Puoi dir di sì, puoi dir di no, ma questa è la vita; Infetto sì, infetto no, quintali di plasma. Primario sì, primario dai, primario fantasma. Ecco, siamo alla situazione in cui il governo è quello della Terra dei Cachi di Sanremiana memoria. E non fosse che stiamo vivendo un dramma ci sarebbe da ridere a crepapelle di questo ministro che promulga editti come un Hidalgo di provincia senza essersi prima accertato di poterli far mantenere. Pare dei essere su Scherzi a Parte.

tampone

Ancora una volta, l’esecutivo detta legge e poi si accorge che …ops… nessuno è pronto a farla eseguire. I test a Malpensa e Fiumicino non si possono fare, nei porti si provocherebbero assembramenti che neppure le discoteche di Riccione ai tempi belli hanno mai provocato. E quindi … e quindi un’altra meravigliosa autocertificazione; ormai c’è gente che ne fa la collezione. Su Catawiki qualcuno metterà all’asta le prime, di marzo, quelle sbagliate, che diventeranno rare quanto un il BLP da una lira con la sovrastampa capovolta. Si faranno aste come con gli Swatch qualche anno fa.

Ma veniamo a noi: la decisione del ministro Speranza, di sottoporre al tampone chiunque entri in Italia da Spagna Croazia Grecia Malta (e chissà perché non dalla Germania o dalla Francia, non dalla Tunisia eccetera), dimostra una sola cosa: la totale incapacità del governo di prendere decisioni sensate, la totale incapacità del governo di far fronte a possibili emergenze, la totale incapacità del governo di accettare che in questo momento le numeriche del virus sono in forte calo e di conseguenza non giustificherebbero gli atteggiamenti restrittivi proposti da Conte e dalla colite dei suoi. Ma soprattutto è una imposizione che dimostra l’atteggiamento punitivo fortemente voluto da questo esecutivo che dopo aver fallito con il piano vacanza in Italia, dopo aver fallito con il bonus da 500 €, dopo aver fallito con le concessioni dei bonus da 600 euro finiti nelle tasche dei parlamentari per giustificatissime ragioni, ovvero la possibilità legale di richiederle in presenza di una partita Iva (e lasciamo stare la parte morale ma occupiamoci solo di quella legale), dopo aver fallito con la cassa integrazione, se la prende con coloro che sono usciti dei confini nazionali provando a vivere in modo indipendente dai dettami del governo la loro vacanza. E li obbliga al tampone nel naso, magari rigirando un po’, così; per il gusto.

Siamo in una dittatura sudamericana da Stato Libero di Bananas. Nessuno forse se ne è reso conto fino a questo momento. Ma nulla giustifica un atteggiamento come quello del nostro governo che a fronte di persone che hanno liberamente scelto dove trascorrere le loro vacanze, ha avuto come unica risposta quello di rendere loro la vita difficile e quello di obbligarli a sottoporsi all’odioso tampone al rientro in Italia. Non si giustifica in altro modo quanto attuato dal governo. L’unica cosa che si può realmente pensare è ad una reazione indispettita ed isterica nei confronti di chi ha violato il diktat di non uscire dai patri confini, verso vacanze più economiche in paesi dove la libertà è ancora un valore garantito.

Invece in questa estate romana, i ministri si trastullano con promesse non mantenute e gestioni farraginose affidate a nuclei o comitati emergenziali che nulla di buono fino ad oggi hanno prodotto.

Abbiamo assistito inermi ad attacchi ingiustificati ai governatori della Lombardia; abbiamo assistito inermi e disarmati a decisioni che hanno bloccato l’Italia, penalizzato settori, ucciso il turismo nel nostro paese. Abbiamo subito un esecutivo che non fa nulla se non promulgare emendamenti, DPCM, nuove costruzioni che nulla hanno a che vedere con l’emergenza ma solo con il mantenimento del loro potere.

Siamo nella Francia pre rivoluzionaria. Il Re Sole solo al comando, che si è arrogato titoli che francamente fanno ridere anche i bambini (ricordiamo che si è paragonato a Winsrton Churchill), non riesce a capire che stanno finendo non solo i soldi, non solo il pane, ma anche le brioches che lui promette senza poi neppure regalare al popolo. Al popolo lui offre un ministro che minaccia i tamponi, senza sapere se mai potrà farli. Ma intanto alza la voce, l’unica cosa che può alzare visto che sollevare l’economia non è proprio stato il suo punto di forza.

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