Il Bea, Best Event Award, il più importante festival degli eventi a livello nazionale e internazionale, in questo anno di pandemia Covid, lancia un segnale molto forte e importantissimo per tutta la filiera della meeting industry. Il festival si farà. E si farà con una giuria in presenza, con un pubblico in presenza, con una cerimonia di premiazione in presenza. Perché gli eventi sono vita, emozione, contatto, ricordo da tramandare nel tempo attraverso le sensazioni vissute e non solo attraverso un’immagine trasmessa in video da qualcuno in una stanza vuota animata da un computer.

E quindi ecco che ADC Group che il premio l’ha istituito 17 anni fa, ancora una volta porta all’attenzione di tutta la filiera di persone e di aziende che costituiscono il 13% del Pil nazionale, la possibilità di ripresa degli eventi live. E lo fa con un’indicazione diretta alla giuria: quest’anno le premiazioni avverranno principalmente per eventi live. Nella comunicazione il Bea dice infatti che “condizioni sanitarie permettendo la formula che il Premio di ADC Group proporrà quest’anno vedrà un peso preponderante della dimensione fisica”. Che non vuol dire, basta eventi virtuali, basta eventi teletrasmessi, basta webinar e call che tolgono emozione pur essendo perfetti nella loro tecnica e nella loro execution; ma significa privilegiare il lavoro di tutte quelle maestranze che fisicamente costruiscono l’evento, che gli danno vita con luci vere, palchi veri, azioni reali compiute dai protagonisti. Perché dopo tanto distanziamento sociale, abbiamo bisogno di recuperare la vita, abbiamo bisogno di recuperare il contatto, abbiamo necessità di tornare ad un sorriso e ad una stretta di mano.

Il segnale del Bea è chiaro in questa direzione: sì all’evento live. “Un segnale forte che la event industry lancia alle istituzioni e alle aziende per la ripresa della comunicazione dal vivo in totale sicurezza nel rispetto delle normative anti-contagio e dei protocolli già sperimentati con successo dalla community della live communication in occasione degli eventi in presenza organizzati post lockdown.” dicono. Che non vuol dire tutti insieme appassionatamente senza alcuna precauzione. Non significa buttiamoci nella mischia e speriamo che vada bene, bensì fare eventi con attenzione, con rispetto delle norme di sicurezza, ma anche con la voglia e la necessità di ritrovare quello che da sempre caratterizza l’evento vero: l’emozione dello human touch, di quel contatto umano e di quella trasmissione diretta di un messaggio attraverso le sensazioni, che nient’altro potrà mai darci.

Grazie quindi al Bea per aver gettato il cuore oltre l’ostacolo, come dicono nel loro comunicato stampa e per aver voluto dare una sferzata di energia ad un settore che, insieme al turismo, molto più degli altri ha subito le conseguenze del lockdown; un settore che ha pagato il dramma di perdite di posti di lavoro, terribili momenti di tensione, paure per un domani che non è ancora così chiaro né così certo. Grazie al Bea per aver voluto essere ancora una volta apripista nella gestione di un evento che -oltre a premiare il meglio dell’anno passato- da sempre rappresenta una via per andare verso un futuro ancora più spettacolare ed innovativo.