USA: l’industria del “viaggio” lancia un grido di allarme

Nonostante la maggior competenza politica e l’intelligenza di avvalersi di “veri” esperti”, anche in USA in turismo è al collasso

Tutto il mondo è paese.
Se il comparto turistico italiano lamenta l’inerzia degli organi preposti, in primis quella del ministro del turismo, “figura fatiscente e non abbastanza competente in materia”, lamentano i portavoce delle varie associazioni di categoria, gli Stati Uniti, dove il settore ha un peso economico importantissimo, non si trovano in condizioni migliori.
La U.S. Travel Association, organizzazione che comprende tutte le componenti della filiera legata alla “travel industry” statunitense, attraverso le parole del vice presidente esecutivo per gli affari pubblici Tori Emerson Barnes, ha emesso una dichiarazione “pesante” riguardo la notizia del record di caduta del prodotto interno lordo, diffusa la scorsa settimana.

«La comunicazione resa nota nei giorni scorsi a proposito della contrazione del pil statunitense nel secondo trimestre 2020, di quasi un terzo,  esattamente il 32.9%, è la prova che questa economia non sarà in grado di rialzarsi dal ”tappeto” dove è finita. La ripresa sarà possibile solo ed esclusivamente, data la unicità della situazione, attraverso azioni “forti” da parte del Congresso che dovrà attivare importanti e significativi provvedimenti».

La “travel industry”, che nel 2019 ha dato lavoro a un americano su 10, è stata duramente colpita dagli effetti della pandemia, a partire dalla perdita di metà dei posti di lavoro, per non parlare della “scomparsa” di fatturato legato all’industria di oltre mezzo trilione di dollari (500.000.000.000.000.000 per renderlo comprensibile in cifre) per l’anno in corso.

Tori Emerson Barnes, U.S. Travel Association

«I lavoratori del turismo hanno quindi un grande peso nelle priorità del prossimo pacchetto legislative e, semmai i loro datori di lavoro dovessero sopravvivere a questa crisi senza precedenti, una grande parte di questi posti di lavoro non verrà, semplicemente, reintegrata nemmeno se l’economia di scala dovesse riprendersi – ha aggiunto Emerson Barnes – Un’importante ripresa non ci sarà se non si riprenderà il settore del Turismo e questo succederà solo attraverso uno sforzo complessivo e totale, una serie di pacchetti di stimolo che possa risollevare il settore “travel” (con annessi e connessi)  dalla depressione in cui è caduto causa pandemia».

Come si diceva, tutto il mondo è paese!

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