Quale migliore occasione per parlare di Ambiente & Cinema se non la LXXX edizione della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia?
L’iniziativa si inserisce all’interno della XII edizione del Green Drop Award, il premio che Green Cross Italia, organizzazione fondata oltre trent’anni fa dal premio Nobel Mikhail Gorbaciov e introdotta in Italia dal Nobel Rita Levi Montalcini, assegna al film, tra quelli in gara, che interpreta meglio i valori dell’ecologia, dello sviluppo sostenibile e della cooperazione fra i popoli.
È l’Hotel Excelsior al Lido di Venezia, lo scrigno che racchiude i segreti della Mostra del Cinema, ad ospitare l’evento. A raccontare la storia del cinema attraverso le tematiche dell’ambiente e del clima è lo scrittore, nonché direttore del Green Drop Award, Marco Gisotti con il saggio Ecovisioni.

Un excursus cronologico che parte da quello che Bertrand Tavernier definì “il primo film ecologista mai realizzato”, ovverosia Baku, prodotto dai fratelli Lumière nel 1897, per spaziare da Buster Keaton a Metropolis, da Bambi a 2022: i sopravvissuti, dal primo Avatar al più recente Siccità, includendo i grandi film e i registi più significativi che dalla nascita del cinema ad oggi hanno saputo descrivere o evocare con il proprio stile la crisi ecologica e le sue possibili (o impossibili) soluzioni.
Pellicole che hanno rivelato pezzi di storia del nostro Paese, come la vera tragedia del Polesine ne Il ritorno di Don Camillo, ma anche argomenti di specifica attualità, come gli speculatori sull’ambiente nemici di James Bond in “007 Quantum of Solace” o i film della Marvel nei quali la metafora dell’11 settembre è sostituita dalla preoccupazione per il futuro delle risorse e degli ecosistemi.

Il libro rivolge l’attenzione anche agli impatti ambientali della filiera cinema, dalle produzioni fino all’efficientamento energetico delle sale e ai grandi Festival, tematica particolarmente sensibile a Claudia Cardinale che ne ha curato la prefazione: «Nella mia vita ho girato più di 180 film. Sono convinta che ciò che facciamo e diciamo noi artiste e artisti del cinema possa avere un peso importante nello spiegare questi problemi alle persone, per convincerle ad agire. A volte bastano poche azioni, spesso anche una sola, per ottenere grandi risultati. Il cinema non solo fa bene all’anima ma può fare bene anche all’ambiente».
Carlo Giupponi invece, con il saggio Venezia e i cambiamenti climatici, intreccia il tema del cambiamento climatico con quelli del turismo di massa e degli effetti della pandemia di COVID-19, cercando di interrogarsi sul futuro della città di Venezia, dotata di un patrimonio tanto inestimabile quanto fragile. Quando nel novembre 2019 l’acqua alta ha raggiunto i 187 cm sul livello medio del mare, tutto il mondo l’ha vista in pericolo.

Successivamente il MOSE, entrando in funzione, ha stabilizzato la situazione, ma questo non significa che non ci si debba preparare a profondi cambiamenti nei prossimi decenni. La realtà di Venezia è estremamente complessa e va valutata con uno sguardo d’insieme. La prova più ardua sarà posta dall’innalzamento globale del livello dei mari e, di sicuro, la città dovrà cambiare in una direzione di sostenibilità sociale, economica e ambientale. Scelte delicate per salvare un tesoro di bellezza, vita e cultura che l’umanità non può perdere.
Ma torniamo al premio. «In oltre un decennio qui alla Mostra di Venezia abbiamo visto come le artiste e gli artisti di tutto il mondo abbiano preso sempre più sul serio i temi dell’ambiente – spiega Elio Pacilio, presidente di Green Cross Italia. Nel 2012, creando il premio insieme a Claudia Cardinale ed Ermanno Olmi, l’industria cinematografica era già sul cammino di praticare e promuovere una maggiore sostenibilità. Oggi possiamo dire che quasi tutte le opere hanno ormai una certificazione green e molte delle storie sul grande schermo raccontano il percorso che ogni popolo sta seguendo verso la difficile transizione per un Pianeta in cui sostenibilità ambientale e sociale possano fondersi. Green Cross a Venezia vuole dare, sia pure con una “goccia”, il proprio contributo per continuare su questa strada».
Ed è proprio Marco Gisotti che sottolinea: «Quest’anno abbiamo voluto dedicare il premio alla memoria di Galileo Galiei per due ragioni. La prima perché ricorrono i 400 anni da quando Galilei usò per la prima volta la parola “ambiente”, dal latino ambire, nella sua accezione moderna nel testo “Il Saggiatore”, del 1623. La seconda perché Galileo Galilei è il padre della scienza moderna, che ci consente di studiare con obiettività e concretezza il mondo che ci circonda, unico metodo per dare una soluzione alla crisi climatica ed ecologica».
Il trofeo simboleggia una goccia d’acqua, soffiata dal maestro vetraio di Murano Simone Cenedese, e ogni anno contiene un pugno di terra proveniente da un luogo significativo del pianeta. Quest’anno, data la ricorrenza, la terra depositata all’interno della goccia arriva dalla Villa di Galileo ad Arceti (Firenze), raccolta in collaborazione con il Sistema Museale d’Ateneo e l’Università di Firenze che hanno in consegna la Villa da parte del Demanio dello Stato. Per ripristinare la terra della Villa di Galileo, torna come partner del Green Drop Award il Consorzio Italiano Compostatori (CIC).
«Dalla valorizzazione del biowaste – spiega Massimo Centemero, direttore del CIC – si ottiene il compost, un fertilizzante naturale che, oltre a restituire sostanza organica ricca di nutrienti alla terra, gioca un ruolo fondamentale nel contenimento delle emissioni. Per contrastare la crisi climatica servano scienza, innovazione e comunicazione, ed il Green Drop Award incarna questi valori permettendo di raccontare la sostenibilità ad un pubblico sempre più vasto grazie all’arte cinematografica».
A vincere il premio quest’anno 2 film in gara a Venezia: “Il confine verde” ed “Io Capitano” complementari e contigui, entrambi sul tema delle migrazioni delineandone aspetti umani e politici in contesti geoambientali molto differenti, rappresentando un momento storico di un fenomeno umanitario ed ecologico segno di profonda crisi di valori e identità dell’attuale società. A ritirare il premio per “Io Capitano” Luigi Lonigro direttore di 01 Distribution, e per “Il confine verde”Massimiliano Cadeddu, direttore commerciale Movies Inspired. Un’edizione speciale del Green Drop è stata assegnata al docufilm “Materia viva”: un racconto corale che insegna come un mondo diverso sia possibile se ognuno di noi si impegna a fare la propria parte.
Perché tutti noi siamo “gocce” significative che scavano nelle rocce!
Elena VOLPATO