Venezia

VENEZIA:  LA MAGIA DI UNA CITTÀ, ANCORA MISTERIOSA, PER I TURISTI CHE LA VISITANO

Quali sono le domande più curiose e ricorrenti che italiani, inglesi, americani e tanti altri rivolgono al web quando devono visitare Venezia?

Nasce proprio da queste curiosità di chi per la prima volta vuole visitare la città lagunare il sito di “spigolature” Venice Insider Guides, un progetto editoriale in lingua inglese nato nel 2022 che vuole, attraverso gli articoli ispirati proprio dalle curiosità degli interlocutori stranieri, raccontare la cultura, la storia e gli eventi che hanno contribuito a dare lustro alla “Serenissima”.

Venezia
Chiostro del convento sull’Isola di San Francesco

Alcune, le più classiche, fanno riferimento alla viabilità della città, come ad esempio: Dove posso parcheggiare l’auto in Piazza San Marco? Ci sarà un bus o un taxi che porta in Piazza San Marco se non posso arrivare in auto?” Altre meno anacronistiche si riferiscono alla storia della città.

Perché Venezia è stata costruita sull’acqua? Perché era chiamata “Serenissima”? Quanti ponti ci sono sul Canal Grande?” Molte, ovviamente, fanno riferimento all’acqua come per esempio: “È potabile l’acqua che esce dai rubinetti dei pozzi e delle piccole fontane? Quando c’è l’acqua alta si può annegare?”

Venezia
San Francesco del Deserto

A queste e altre domande più attuali risponde puntualmente Venice Insider Guide con le sue rubriche Food, Attractions e Events, curate da chi vive e ama ogni giorno la città, cercando anche di educare i visitatori a comportarsi rispettosamente. A Venezia ci sono cose che è sconsigliato e vietato fare, come nuotare o tuffarsi nei canali, dar da mangiare ai gabbiani, fare picnic nelle piazze o “campielli”, sedersi sulle scale vicino ai monumenti. Inoltre è sconsigliato camminare sulle alghe che si formano nei gradini vicino alle rive ed è richiesto, come in tutti i paesi del mondo, di indossare abiti adeguati all’ingresso nelle chiese.  A questo proposito, una visita particolare merita l’isola di San Francesco del Deserto, una delle isole minori della laguna, un’oasi di pace dove ritrovarsi.

La storia  inizia nel 1220, come narra Agostino, uno dei 5 frati francescani residenti, che ci accompagna nella visita. L’isola è molto antica, dal sottosuolo emergono tracce romane del I, IV e V secolo  d.c. .

Venezia

Frate Francesco d’Assisi nella primavera del 1220 ritorna dall’oriente, con una nave veneziana, probabilmente giunge a Torcello, centro storico di rilievo e sede del Vescovo. In Italia Francesco dovrà affrontare gravi problemi creati dalle numerosissime persone che desiderano seguirlo sulla strada del Vangelo, pertanto egli cerca un luogo tranquillo dove fermarsi nel silenzio a pregare e riflettere. Arrivato su una piccola isola che è proprietà del nobile veneziano Jacopo Michiel, è accolto dal canto di una moltitudine di uccelli.

Si deduce che l’isola fosse “San Francesco del Deserto” dal fatto che nel 1233 (appena 5 anni dopo la canonizzazione di frate Francesco d’Assisi), Michiel, di famiglia dogale, dona l’isola ai frati minori, affermando che su di essa è già stata edificata una chiesetta dedicata a san Francesco.

Gli scavi archeologici eseguiti in diverse epoche, soprattutto negli anni 1961-1965, hanno portato alla luce conferme di rilievo di quanto era stato da sempre tramandato. Due sono i chiostri presenti nel complesso: il primo risale al secolo XIII, con la pavimentazione antica in altinelle è a 45/50 cm di profondità, ben conservata sui quattro lati. Il tetto era sostenuto da colonnine binate, demolito durante la soppressione napoleonica, venne rifatto dopo il ritorno dei frati nella seconda metà del XIX secolo.

Il pozzo al centro, della prima metà del sec. XV, è detto di san Bernardino perché il Santo senese con un segno della croce ne avrebbe reso nuovamente potabile l’acqua che era stata inquinata da una falda salmastra.

Venezia
Ua vecchia cartolina raffigurante l’isola di San Francesco del Deserto e i frati francescani

L’altro è della seconda metà del ‘400, opera di fra Nicolò Erizzo, che resse il convento dal 1452 al 1460. Ospita al piano terra il refettorio e le sale della Fraternità, al primo piano la biblioteca e le celle. Particolare attenzione merita la chiesa di San Francesco: sembra che la chiesa primitiva a lui dedicata sia stata fatta costruire da sant’Antonio di Padova nel 1228 (anno della canonizzazione di san Francesco); era situata tra l’Oratorio e il campanile, ossia occupava lo spazio dell’attuale presbiterio. Di essa rimangono i due muri laterali con l’imposta dell’architrave del tetto, il basamento dell’altare e alcuni corsi della parete di fondo.

La chiesa, a una navata con tetto a capriata scoperta, fu costruita nel 1401 su munificenza di Frangola Giustinian. Ingloba, nel sottosuolo, i resti della chiesa duecentesca, a sua volta costruita su un edificio a due vani. Nel 1609, abbattuta la parte superiore della facciata e allungato il tetto di una capriata, si ottennero all’interno il coro pensile dei frati e all’esterno il porticato. Nel 1629 fu eretto un secondo coro sul retro del presbiterio.

È un luogo davvero magico che accoglie, oltre ai visitatori quotidiani, anche chi desidera un’esperienza di preghiera, di riflessione e di condivisione di vita con i frati.
La Fraternità francescana offre ospitalità di alcuni giorni, basta semplicemente telefonare o scrivere richiedendo la disponibilità.

Venezia

Tra i tanti suggerimenti che trovate nel sito di Venice Insider Guide vi sono anche “tips” su palazzi e luoghi da visitare, ma anche delle festività ricorrenti come: “lo sposalizio del mare”, della “Vogalonga” e ovviamente, indicazioni sulla ristorazione.

Perché non prendere spunto dall’ “Happy Hour in Venice, Italy: savor the spirit of the city”?
Un classico Spritz, o “un’ombra” (un bicchiere di vino, così chiamata dai veneziani dal Settecento, quando il vino veniva servito sotto l’ombra del campanile di San Marco), accompagnati da qualche “cicchetto”.

Ah si, per i non veneziani un cicchetto è un ‘accompagnamento all’aperitivo, il cui nome viene dal latino “ciccus”, che significa “piccola quantità”. Infatti il cicchetto è quello che si definisce uno stuzzichino, perfetto sia a metà mattina o come aperitivo nel tardo pomeriggio come merenda. Verdure fritte, baccalà, polpettine di melanzane e tanto altro. Al principio si trovavano solo nei bacari, piccoli locali con pochi posti a sedere dove poter mangiare senza l’uso di posate e trovare cibo e vino a buon prezzo.

Venezia
I “cicchetti”

Proprio al Bakarò, ristorante e osteria in campo Santa Margherita, si conclude la nostra esplorazione seguendo i suggerimenti di Venice Insider Guide.

Vladimir Grigoriev, moldavo di origine e veneziano di adozione da molti anni ha centrato appieno lo spirito di informazione che può generare in maniera informale e simpatica il suo Venice Insider Guide, a supporto dei visitatori stranieri con  articoli ed “insider tips”

…affinchè Venezia continui ad essere unica e “sostenibile”: perché perdersi tra calli e campielli è “una cosa da fare”!

Elena VOLPATO

Share via