Venezia e i suoi turisti, si sa, offrono scene e situazioni che, a volte, ti spingono a pensieri antropologici. Vedere decine di suore in gondola, in una caldissima giornata di luglio, mi incuriosisce ancor di più e fa riemergere nella mia memoria il concetto di antropologia filosofica di Ludwig Feuerbach che nel 1841 nel suo saggio L’essenza del cristianesimo, afferma di “voler ridurre la religione ad antropologia”.

Premetto che Feuerbach nella sua Antropologia Filosofica, non voleva affermare le critiche al cristianesimo: quelle illuministiche o antireligiose che identificano le religioni un cumulo di superstizioni ma riteneva, al contrario, che la religione cristiana, ma anche tutte le altre religioni, avessero (e abbiano, anche secondo me) contenuti estremamente positivi che consentono di scoprire quale sia l’essenza del genere umano.
Ma torniamo alle nostre suore. Dicevo che stavo camminando per Venezia, 38° celsius, quando il mio sguardo viene catturato da alcune gondole piene di sorridenti monache, in abito ecclesiastico bianco e velo nero, intente a scattarsi selfie. Decido di giocare a fare il giornalista, quello da curiosità della cronaca vera e cerco di capire dove verranno sbarcate per seguirle e fare uno scoop.
Assumo un comportamento di ostentata decolpevolizzazione, tipico di alcuni giornalisti d’assalto, consapevolmente preoccupati per il modo in cui verranno visti dal soggetto di cronaca, e mi dirigo verso il gruppo di religiose. Con sguardi e sorrisi di assoluto apprezzamento, stanno scendendo dalle gondole, cercando di trattenere risatine e gridolini tipici delle comuni turiste attente a non scivolare nella fase di sbarco.
Ad attenderle, un comitato di civili tra i quali mi pare di scorgere anche dei parlamentari oltre a, naturalmente, qualche personaggio di spicco di questa città. Saranno più di cinquanta, che dico? Quasi cento. Mi avvicino e mi mescolo nel gruppo distribuendo qualche saluto e molti sorrisi mentre continuano ad arrivare gondole di suore e civili.

Mi avvicino ad un gruppetto, nel quale c’erano due suore che tenevano ben stretto una specie di depliant, di Venezia, quasi fosse il passaporto e tento di carpire qualche informazione. Noto una signora che sta cercando di attirare l’attenzione del gruppo invitandoli a cominciare a camminare. Immagino sia una sorta di hostess o capogruppo e l’avvicino iniziando la conversazione come s’addice ad uno sgamato cronista d’assalto, ovvero sibilo un becero “le servirebbe un megafono” pentendomi subito dopo. Lei mi perdona e mi sorride continuando a sbracciarsi, distribuendo mezze carezze che sono più pacche sulle spalle a religiose e civili. Penso che mi abbia scambiato per un partecipante perché, invece di chiedermi chi sono, si lamenta del troppo caldo.
Le cammino accanto e noto che regge sottobraccio, oltre ad una grossa agenda, dei fogli A4 che hanno tutto l’aspetto di essere il programma di questo curioso evento. Le dico che, non avendolo al momento con me, vorrei dare un’occhiata al programma. Lei mi passa il foglio sul quale c’è scritto qualcosa come Campus estivo Agidae, 18 – 23 luglio 2022.
Lo sfoglio velocemente e riesco a leggere alcune informazioni: il tema dell’evento, che sembra svolgersi in tre giornate di formazione e aggiornamento, è “Conoscenza, competenza, coraggio” ed è riservato ai gestori di scuole e strutture cattoliche. Le attività ludiche comprendono giri in gondola (appunto), tour della città e cene in ottimi ristoranti compresa una cena di gala in un famoso hotel a cinque stelle del centro storico.

Arriviamo al ristorante (che conosco molto bene) e il campiello è coperto di tavoli con una mise-en-place degna di una cena diplomatica. Scambio due parole di saluto con il proprietario che spera che vada tutto bene. Scatto un paio di foto appena tutti hanno preso posto e la capo gruppo mi invita a sedere ma le dico che devo scappare.
Prendo il vaporetto non tanto perché camminare con questo caldo mi darebbe il colpo di grazia, ma perché voglio immediatamente smanettare in internet per capire cosa sia questo Agidae. Sul loro sito, compare in prima battuta il comunicato ANSA del giorno prima che spiega che l’inaugurazione dei lavori è stata presieduta dal Patriarca di Venezia, Mons. Francesco Moraglia, sul tema “La scuola cattolica nella prospettiva attuale del Magistero: dialogo e identità”.
Sul tema del PNRR interverrà l’eurodeputato Aldo Patricello e cita la dichiarazione del presidente dell’associazione, Padre Francesco Ciccimarra, che cita a sua volta l’affermazione di Papa Francesco: ”Noi non possiamo fare una cultura del dialogo se non abbiamo identità (…) in un momento in cui il mondo sta vivendo una grossa crisi e disorientamento in cerca di valori comuni e condivisi”. Hanno chiuso i lavori con una tavola rotonda sul tema della recente riforma scolastica e il reclutamento del personale docente, con i parlamentari Angela Colmellere, Manuel Tuzi e l’ex Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti”.

Apprendo, dal loro sito, che l’Agidae è stata fondata nel 1960 e associa Istituti che svolgono attività apostoliche rilevanti anche per l’ordinamento dello Stato (presumo quello Italiano), quindi: scuole, pensionati per studenti, case di riposo, seminari e molto altro che, per il loro funzionamento, si avvalgono della collaborazione di personale dipendente (presumo anche civile).
L’Agidae controlla una Fondazione, la Agidae Labor e sostiene e finanza il FOND.E.R., un fondo Enti Regiliosi, paritetico e interprofessionale per la formazione continua. Nel 2003 ha costituito Agiqualitas srl, un’agenzia per il controllo della qualità delle attività gestite da Agidae che contemplano settori come Istruzione, Sanità, Servizi alle imprese e Strutture Ricettive.
Scopro anche che il loro CCNL è quello del settore scuola e che il loro Contratto di secondo livello è stato pattuito e siglato con la CGIL.
Immagino Peppone e Don Camillo del Guareschi in gita a Venezia: sicuramente, anche loro, per una buona causa, quella scolastica, avrebbero lasciato Brescello per fare un giro in gondola senza litigare.