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Vincenzo Vottero e Licia Mazzoni

VINCENZO VOTTERO: ARTE E CUCINA PER UN BINOMIO ACCOGLIENTE AL “VIVO”

La ristorazione assume sempre più aspetti che racchiudono altro.
E’ il caso di ViVo, “RistorArte” a Bologna. Da quando è in mano a Vincenzo Vottero, noto chef, tornato a Bologna dopo 36 anni di esperienze culinarie in patria ed all’estero, dal 2013, coniuga arte e ristorazione.

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Il giardino d’inverno di ViVo

L’atmosfera ricercata in stile shabby chic è il leit motivi di questo locale con un numero contenuto di coperti per una intimità raffinata, accogliente e curata, con una corte interna, quasi un “giardino d’inverno” riscaldato e segreto.

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Vincenzo Vottero con Licia Mazzoni, Simona Ragazzi e lo staff del ViVo

In questo nuovo locale la fa da padrone un’idea che affianca e potenzia l’indiscussa cucina, «Vorrei che questo fosse un ristorante “vivo” e vibrante più che mai – spiega Vincenzo Vottero –  Un luogo dove il Cibo sia arte da gustare e l’Arte sia nutrimento per l’anima».

Il nuovo ViVo non è un semplice ristorante, ma un RistorArte, ossia una fucina di ispirazioni e un laboratorio creativo nei confronti di idee e di sogni, non solo in cucina.

«Abbiamo deciso di realizzare in questo modo – prosegue Vottero – un incontro inedito tra due passioni che si rafforzano a vicenda, tra due sensi che viaggiano in parallelo: il gusto e la vista. Lo faccio perché la mia compagna, Licia Mazzoni, che mi aiuta a gestire questo spazio, mi ha così illuminato con la sua passione per l’arte, che abbiamo pensato di immaginare il nutrimento non più solo pensato per il corpo, ma anche per l’anima e lo spirito, in un gioco di riflessi e rimandi che si rincorrono fino a realizzare il connubio perfetto».

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Simona Ragazzi – Respiro (acqua) 2021

E così nasce ViVo, uno spazio nel quale si può godere della cucina curata e pensata nei dettagli dallo chef, ma anche un luogo che dà visibilità e voce agli artisti, quella voce che, ora più che mai, è necessario far sentire, decisa, per contrastare il cupo grigiore e l’appiattimento sensoriale di questi tempi in cui l’ombra ha oscurato tutto.

«L’idea è di ospitare con una cadenza quadrimestrale – spiega Licia Mazzoni, da una famiglia di galleristi molto noti a Bologna, che ha mangiato “pane ed arte” sin da bambina – pittori e scultori, per dare loro la possibilità di trovare nelle sale del locale alcune pareti ed angoli loro riservati e dedicati. Sono questi gli spazi che prendono vita grazie alla presenza di opere d’arte che si avvicendano nel corso delle stagioni».

Vottero sposa completamente il pensiero di Anthelme Brillat Savarin, secondo il quale cucinare per un ospite significa occuparsi della sua felicità durante tutto il tempo che passa sotto al nostro tetto ospitale.

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Il connubio con l’opera di Simona Ragazzi: la cialda di barbabietola e patata cotta su calco nel piatto Equilibri Red:
maialino nero al bbq
purèe di zucca e scalogno

«Con questo nuovo progetto, io e il mio staff, al quel tengo molto ed al quale debbo un grande rispetto per l’impegno e la passione che mettono nel seguirmi – prosegue Vottero – abbiamo creato un modo nostro di intendere l’accoglienza, che consiste in una diversa accezione del fare ristorazione, immaginando una creatività che parte dalla cucina e si riversa nell’ambiente, e viceversa, declinandosi in tante forme diverse, anche un po’, consentitemelo, artistiche».

Il progetto dedicato all’arte è curato con passione, dedizione e competenza dalla stessa Licia Mazzoni, che ricopre il ruolo di pr & event manager di ViVo.
«
La nostra idea è l’allestimento e la promozione di tre esposizioni l’anno, una ogni quattro mesi, seguendo e assecondando la stagionalità delle materie prime, che si esprime anche nel menu dello chef, con proposte creative in continuo divenire . Circa ad ogni passaggio di stagione, infatti, un nuovo artista avrà la possibilità di presentare i propri lavori, affinché i nostri ospiti possano assaporare e vivere un’esperienza di “creatività e bellezza diffusa”: dal piatto all’ambiente circostante e ritorno.

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L’interno di ViVo

L’idea di un RistorArte – continua Mazzoni – nasce per la stimolazione dei sensi e per far prendere loro “quota”. Noi, ora più che mai, crediamo nelle emozioni, amiamo le sinergie, ci nutriamo di bellezza, valorizziamo l’arte in ogni sua forma…poiché, come ci ha insegnato Andy Wharol: qualsiasi spazio in cui non ci sia arte, è uno spazio sprecato».

L’occasione per parlare diffusamene del progetto l’ha data la mostra Incontri: scultura, pittura e fotografia, in corso fino al 3 gennaio, dedicata a Simona Ragazzi, artista bolognese, le cui opere son presenti da ViVo.

«Incontri sta per “incontrare l’Altro, incontrare l’Arte e incontrare infine se stessi ” – conclude Licia Mazzoni, curatrice dell’esposizione – L’incontro avviene e si realizza quando lo sguardo si posa sull’opera, per poi rivolgersi all’interno, ponendo l’essere umano in profonda connessione con stati d’animo ed emozioni che fluiscono a partire da intimi vissuti e percezioni individuali. Ed è proprio in questo delicato equilibrio tra dialogo esteriore e sguardo interiore che si incontra la raffinata magia dell’arte di Simona Ragazzi».

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Un piatto molto bolognese: il “tortellino” tradizionale con burro Occelli, parmigiano reggiano “Vacche Rosse” 26 mesi, tartufo nero, brodo ristretto di faraona e fieno, perle di lambrusco…si chiama “The Winner Is“…

Non poteva mancare, una nota sulla colonna sonora di ViVo, la cucina, del ristorante di Vincenzo Vottero.

«La nostra cucina è sempre aperta alle sperimentazioni – spiega Vottero – conservando però i suoi punti di forza nella genuinità e nella ricerca accurata delle materie prime, tutte di prima qualità. La proposta culinaria infatti parte dalla tradizione classica e viene rielaborata con accenti creativi, fino a sfociare in esplosioni di gusto che mi piace pensare possano sorprendere il nostro ospite».

Troppo lungo sarebbe elencare le prelibatezze che si possono gustare…ma, se vi va, credeteci, sulla parola!

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