Puebla, ufficialmente Puebla de Zaragoza, a 100 km circa a sud est di Città del Messico è un centro ricco di storia, architettura, gastronomia e vitalità urbana.
Le sue origini risalgono al XVI secolo, è parte integrante della cultura coloniale messicana, ed oggi rappresenta una delle mete più attraenti per chi desidera esplorare la tradizione, il gusto e l’energia del paese.
Le origini di Puebla
La città fu fondata il 16 aprile 1531 nel Valle di Cuetlaxcoapan, su ordine della Corona spagnola per creare un centro urbano strategico lungo la rotta che collegava la capitale della “Nuova España” con il porto di Veracruz.
Secondo la legge reale, la città fu concepita “ex nihilo”, ossia non sopra un insediamento indigeno preesistente, ma progettata appositamente per questa funzione alla maniera del castrum romano, con cardo e decumano.

Fin dal principio le furono concessi titoli nobiliari e agevolazioni: nel 1532 la regina Isabella di Portogallo le conferì il titolo di “Ciudad de los Ángeles”, cosìcchè il nome “Puebla de los Ángeles” deriva, secondo la leggenda, da un sogno del vescovo nella valle, in cui un gruppo di angeli indicava l’ubicazione ideale della città.
In termini urbanistici, Puebla fu tracciata secondo lo schema della pianta a griglia spagnola, con al centro la piazza maggiore (lo Zócalo) e attorno chiese, amministrazione e mercato
Durante il periodo del Vicereame spagnolo (Nueva España), Puebla divenne un crocevia importante tra l’Atlantico e la capitale, grazie alla sua posizione strategica.
La città prosperò grazie all’agricoltura, all’artigianato (in particolare la maiolica “Talavera”), e alla presenza di conventi, chiese e istituzioni religiose. Molti edifici ancora oggi testimoniano quell’epoca. Il centro storico della città è stato riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità nel 1987 con ben 2619 edifici di interesse, dei quali 61 a carattere religioso, in 391 isolati, su un’area di circa 6,9 km².

Puebla oggi: una città vibrante
Oggi Puebla non è solo storia; è un centro urbano vivo, con università, industrie (tra cui l’automobile), turismo, artigianato e una scena gastronomica celebre.
Il suo tessuto urbano combina il passato coloniale con spunti contemporanei e una forte identità regionale.
Gli abitanti, la vita di strada, i mercati artigianali e le botteghe creano un’atmosfera dinamica: nei weekend, ad esempio, si anima il quartiere del mercato artigianale El Parián, dove visitatori e locali si mescolano.
L’esplorazione della città partendo dallo splendido rifugio del Banjantree non può partire se non dalla piazza principale, lo Zócalo, fin dall’inizio il fulcro della vita sociale, commerciale e politica.

Le chiese: San Domenico e la cappella del Rosario
La Iglesia de Santo Domingo, appartiene all’Ordine dei Domenicani.
L’architettura combina stili manieristi e barocchi, con una facciata in pietra grigia e interni che conservano elementi tipici del periodo coloniale.
All’interno, la chiesa ospita la Capilla del Rosario, che ne rappresenta l’apice artistico e di devozione, uno dei più splendidi esempi del barocco novo spagnolo.
Iniziata intorno al 1650 su impulso di Juan de Cuenca e terminata nel 1690, quando fu consacrata il 16 aprile, veniva descritta come la “Casa de Oro” grazie alla decorazione in foglia del prezioso metallo (si stimano 100 kg) che riveste quasi ogni centimetro dell’interno.
La pianta è a croce latina e la volta è decorata con affreschi; le colonne salomoniche intorno all’altare principale simboleggiano gli apostoli, mentre l’oro utilizzato proviene dalla miniera “La Valenciana” di Guanajuato.
L’interno è ricco di elementi decorativi: onice, stucchi, azulejos in stile locale, dipinti e sculture che raccontano la vita della Vergine del Rosario e della famiglia domenicana. Fu anche considerata la “ottava meraviglia del mondo”.
La Cattedrale di Puebla (Catedral de la Inmaculada Concepción
Nel cuore del centro storico, di fronte allo Zócalo, sorge la Cattedrale di Puebla, una delle più maestose del Messico. Costruita tra il 1575 e il 1690, unisce stili rinascimentali e barocchi.
Le sue torri alte 70 m, dove albergano 19 campane, sono tra le più imponenti dell’America Latina. All’interno custodisce altari in marmo, affreschi, un imponente coro in legno intagliato e un baldacchino dorato progettato da Manuel Tolsá.
È un luogo di grande fascino spirituale e artistico, simbolo della ricchezza coloniale di Puebla e punto di riferimento della sua identità culturale.
La biblioteca Palafoxiana
Nel cuore del centro storico, la Biblioteca Palafoxiana è una delle istituzioni bibliotecarie più antiche delle Americhe, fondata nel 1646 da Juan de Palafox y Mendoza, vescovo della città, che donò circa 5mila volumi al Seminario-Colegio di San Juan con l’intento di renderli accessibili “non solo al clero ma a chiunque volesse studiare”.
Dal punto di vista istituzionale, la sua creazione venne ratificata da una cédula reale nel dicembre 1647 ed anche da un decreto papale nel 1648.
L’edificio che la ospita ha conservato scaffalature in cedro e ayacahuite (pino) collocate nel 1773 che conferiscono all’ambiente una rara eleganza storica.
Sono circa 45mila i volumi e manoscritti che spaziano dal XV al XX secolo, con incunaboli, stampe antiche e manoscritti preziosi che testimoniano la lunga storia della cultura scritta in America Latina.
Nel 1981 è stata dichiarata Monumento Storico Nazionale, e nel 2005 ha ricevuto il riconoscimento di “Memoria del Mondo”, a sottolinearne il valore universale.
Oggi la Biblioteca Palafoxiana funge non solo da luogo di studio, ma anche da museo del libro e della biblioteca storica: è visitabile, e chi desidera consultare i materiali antichi può farlo previa autorizzazione, dato l’alto valore dei pezzi conservati.
Gastronomia e vita notturna
Puebla è anche città del gusto: il piatto simbolo è il Mole Poblano, una salsa ricca di ingredienti, peperoncini e cioccolato, che incarna l’incontro tra culture indigene e europee. E oltre ai ristoranti eleganti, il centro offre caffè, terrazze, bar e vie pedonali animate dopo il tramonto.
Uriarte: la “Talavera” tradizionale
Fondata nel 1824 da Dimas Uriarte Núñez, la Uriarte Talavera è la più antica fabbrica di ceramica ancora attiva a Puebla e una delle prime del Messico. Nata come “La Guadalupana”, ha sede nello storico edificio di Calle 4 Poniente 911.

L’azienda conserva intatto il metodo artigianale della Talavera, ceramica smaltata di origine coloniale introdotta nel XVI secolo: preparazione delle argille locali, modellatura, prima cottura, smaltatura con ossido di stagno e piombo, decorazione manuale con pigmenti minerali e seconda cottura a 1050 °C.
Riconosciuta con la Denominación de Origen “Talavera”, rispetta la Norma Oficial Mexicana che tutela autenticità e qualità. Produce pezzi d’arte come stoviglie, vasi, piastrelle e azulejos, offrendo visite guidate al laboratorio storico, molto interessanti.

Custode di forni e tecniche antiche, Uriarte Talavera è oggi simbolo dell’identità culturale di Puebla e ambasciatrice dell’artigianato messicano nel mondo.
Nel quartiere noto come Centro historico de Puebla basta camminare per imbattersi in luoghi che lasciano stupiti, come per esempio la Oveja Negra, un negozio enorme che contiene tutto ciò che serve a festeggiare el dia de los Muertos (1-2 novembre). Assolutamente da vedere.

Il lusso incontra la tradizione: Banyan Tree Puebla
Un soggiorno raffinato nel cuore di Puebla, è un edificio del XIX secolo restaurato, che integra elementi storici, come la maiolica tipica dell’area, e comfort contemporanei, interessante esempio di come la città integri il passato con l’ospitalità moderna.
Nel cuore del centro storico sorge il lussuoso hotel Banyan Tree Puebla. Con sole 78 camere, l’hotel punta su un’esperienza altamente personalizzata: interni in stile talavera, ampie viste sui tetti della città e sul profilo dei vulcani Popocatépetl e Iztaccíhuatl, e un’attenzione alla sostenibilità con alimentazione al 100 % da energia solare.
Tra le esperienze memorabili offerte dall’hotel emerge un percorso alla scoperta del Mezcal, distillato tradizionale ottenuto da diverse varietà di agave, a differenza del tequila che usa solo l’agave blu.
È noto per il suo sapore affumicato, dovuto alla cottura delle “piñas” (cuori dell’agave) in forni a legna sotterranei prima della distillazione,
Attenzione però, perchè fra noccioline, formaggi e triangoli di mais, cioccolato, potrebbero offrirvi anche “chapulines“, una vera ghiottoneria, ma non per tutti…

Più avvolgente, “La Conquistadora”, una cena esclusiva, evento privato per gruppi, che si svolge nelle suggestive rovine dell’ex convento di San Francesco, annesso al complesso dell’hotel attraverso un tunnel segreto.
L’ambientazione è intima e teatrale: all’arrivo al tramonto, i rintocchi delle campane segnano l’inizio, quindi gli ospiti, avvolti in manti e cappucci rossi in omaggio al pellegrinaggio storico, si addentrano lungo il percorso guidato che conduce alle antiche pietre, avvolte da luci soffuse e atmosfera mistica, con un sottofondo di canti gregoriani.

Una volta giunti nella sala imponente tra archi e muri in pietra, si vive un viaggio sensoriale: un menu gourmet di più portate, creato dallo chef Sarahi Ponce, che intreccia ingredienti locali e tecniche moderne, raccontando l’incontro tra culture e la tradizione culinaria del Messico.
Tra i momenti magici: la vista al crepuscolo, l’eco del passato che accompagna il servizio accurato, e la sensazione di trovarsi in un luogo sospeso nel tempo.
I dintorni di Puebla: Cholula

La Grande Piramide di Cholula (Tlachihualtépetl)
Usciti da Puebla, a San Andrés Cholula, una decina di km si incontra una meraviglia archeologica: la piramide tronca, la più grande al mondo per volume; infatti la sua base misura circa 450 metri per lato.
Costruita tra il III sec. a.C. e il IX sec. d.C., era dedicata al dio Quetzalcóatl, in una struttura di sette sovrapposizioni di epoche diverse, oggi in parte esplorabili attraverso gallerie interne.

Sulla sommità, in epoca coloniale, fu edificata la Iglesia de Nuestra Señora de los Remedios, creando un suggestivo contrasto tra il culto indigeno e quello cristiano.
Dalla cima si gode una vista spettacolare sul vulcano Popocatépetl e sulla valle di Puebla.
Non è difficile fra le bancarelle, sulla piazza, trovare i partecipanti alla cerimonia della Danza de los Voladores, un’anticorituale mesoamericano ancora praticata in Messico.
Si tratta di cinque uomini che si arrampicano su un palo alto (fino a 40 metri), dove quattro si lanciano nel vuoto legati da corde, mentre il quinto (il “caporal”) rimane in cima a suonare il flauto e il tamburo.
La cerimonia simboleggia l’armonia con la natura e il cosmo, invocando la fertilità e la pioggia, ed è stata riconosciuta come patrimonio culturale immateriale dell’Umanità.
Puebla è una città con un passato coloniale davvero imponente e anche oggi vi si respira un’aria che ti avvolge e ti fa capire il retaggio di questo luogo, non sempre inserito negli itinerari turistici, ma tutto da scoprire.
La scoperta di questo Messico è stata realizzata grazie alla Camera di Commercio Italo Messicana (Camexital) con la collaborazione del Ministero del Turismo di Puebla
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