C’è una strana sindrome che colpisce chi entra in uno dei qualsiasi supermercati, di qualsiasi brand: ti illudi di essere un consumatore furbo, moderno, premiato, coccolato. Poi esci con un portafoglio più leggero, un sacchetto di pesche mutanti e l’amara sensazione di essere stato fregato. O ..preso per il c…arrello!
Supermercati: la farsa dei concorsi
Perché sì, cari supermercati vari, facciamola finita con questa farsa dei concorsi a punti. Ogni due metri un cartellone ti promette la luna, ma per portarti a casa un frullatore decente servono i punti che raccoglie uno che fa la spesa per un intero villaggio vacanze in piena stagione. La verità? Si vince solo un portachiavi di Peppa Pig e la frustrazione permanente.
E mentre tenti di consolare il bambino che sognava il drone, nel tuo frigo giace l’ennesima albicocca della delusione: comprata matura, tenuta in frigo e trasformata in granito. Lasciata fuori? Dopo due giorni ti ritrovi la marmellata sul pavimento, direttamente dallo zoccolo della cassettina, come un’opera concettuale.
Ma brava gestori, brave catene, bravi tutti, bravi davvero. Non bastava la frutta a tempo, ci mettete anche il prezzo “conveniente” e il sorriso finto della cassiera obbligata a proporti il concorso “Win & Lose”. Intanto il vecchio mercato di quartiere, quello dove il fruttivendolo ti dava la pesca buona “da oggi” e quella da “domenica”, chiude per mancanza di clienti.
Con la scusa della comodità della spesa in un unico posto dobbiamo avere 6 occhi e 4 orecchie. Per guardare la scadenza di ciò che si compera che è sempre troppo vicina alla data d’acquisto, o per ascoltare la voce dell’altoparlante che strilla come risparmiare con “l’offerta a tempo in corsia 3” dove quando arrivi sembra un paesaggio bombardato da un attacco nucleare. Tabula rasa. E forse prodotti mai neppure messi, tanto chi arriva pensa di non aver fatto in tempo.
Siamo andati avanti, certo. Ma avanti dove? In un mondo dove il rapporto umano è sostituito dallo scontrino parlante e dalla promessa di un premio mai conquistato. Dove la qualità è un’illusione imbustata nella plastica e la vera comodità consiste nell’essere spennati senza accorgersene.
Supermercati: il vero premio è capire che non ne vale la spesa.
