Bolzano
MMM, Courtesy Thomas Rötting

Bolzano, mobilità sostenibile: proposte nell’anima verde della città

L’assioma fondamentale è “muoversi a Bolzano è semplice, ma soprattutto sostenibile”!
Il capoluogo altoatesino Autobus urbani e citybus elettrici e ibridi, oltre 50 km di piste ciclabili e un ottimo servizio di bike sharing – “Bici Bolzano” – (e le bici posso anche essere portate sui mezzi pubblici!) sono parte di un’ampia strategia di mobilità finalizzata alla creazione di una rete integrata di trasporto pubblico in grado di offrire ai cittadini un ventaglio di alternative per lo spostamento urbano.

Bolzano: mobilità articolata ma verde

Non solo. Bus extraurbani, treni e funivie consentono anche di esplorare i dintorni e godere della bellezza di luoghi a due passi dalla città come i colli sopra i 1.000 metri dove poter salire per ammirare il fantastico spettacolo delle Dolomiti attraversando pascoli e respirando a pieni polmoni i delicati aromi tipici dei boschi, oppure le tante strade che si snodano nei vigneti da percorrere per avventurarsi in un viaggio alla scoperta delle origini della viticoltura altoatesina e fermarsi in qualche ottima cantina per una meritata degustazione.

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Zona vinicola di Santa Maddalena vicino a Bolzano, vigneti, viticoltura, viticoltori, agricoltura, funivia del Renon Photo Courtesy Thomas Rotting

Scoprire Bolzano senz’auto è non solo una scelta green ma anche un modo di viaggiare in modo veloce, autonomo e consapevole. Perché non c’è zona della città che non possa essere raggiunta utilizzando i mezzi pubblici, le due ruote o a piedi.

Bolzano: itinerario in 5 tappe per scoprire la città in modo sostenibile:

Gries e la sua Parrocchiale: si raggiunge con l’autobus 10 A da Piazza Walther oltrepassando il ponte Talvera (dove è possibile far tappa anche al Monumento alla Vittoria costruito per volontà del regime fascista dal 1926 al 1928 su progetto di Marcello Piacentini e dal 2014 sede del percorso espositivo “BZ ’18-’45 – Un monumento, una città, due dittature” che ripercorre le vicende locali, nazionali e internazionali e la storia della città in questo particolare momento storico). Annesso a Bolzano nel 1925, Gries è stato il luogo di cura e villeggiatura di molte personalità celebri del periodo austro-ungarico ospitate dagli eleganti alberghi e ville circondati da parchi, giardini e vigneti.

Bolzano
A Bolzano su due ruote Ph. azienda di soggiorno bolzano, turismusverband bozen

Oggi è un vero e proprio paese all’interno della città, con il mercato del sabato, ottimi negozi e bar per gustosi aperitivi. In piazza Gries si possono ammirare l’Abbazia dei Benedettini di Muri Gries e la chiesa di Sant’Agostino, un impeccabile esempio di stile barocco, impreziosito all’interno dagli affreschi di Martin Knoller. Il mastio dell’antica fortezza, ora torre campanaria, ospita la campana più grande dell’Alto Adige.  Vicino alla Piazza sorge la vecchia Parrocchiale di Gries in stile gotico che custodisce tesori di grande pregio: un altare a scrigno di legno realizzato nel 1475 da Michael Pacher, un crocefisso romanico del 1200 e un antico cimitero

Don Bosco e il Parco delle Semirurali: sempre con il bus 10 A si raggiunge anche un altro interessante quartiere della città, il Don Bosco con il suo Parco costruito intorno ai preziosi resti archeologici medievali della Canonica Regolare Agostiniana di Santa Maria in Augia, che ospita anche l’anfiteatro dove ogni anno si apre la stagione del Bolzano Festival Bozen, l’evento musicale clou dell’estate bolzanina.

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Semiruralis, Park, Photo courtesy Thomas Roetting

Oggi il vecchio quartiere operaio, il “Rione Dux”, nato negli anni Trenta per accogliere la forte immigrazione italiana favorita dal regime fascista e composto da 327 casette spartane a due piani con orticello annesso, non esiste più ma lo spirito di solidarietà e di condivisione che regnava è sopravvissuto. Suggestiva, a pochi metri dal parco, l’ultima casetta-museo (la Casa Semirurale) che racconta la storia del quartiere. Gli amanti dell’architettura non potranno poi rinunciare a una visita a Casanova, il nuovo rione di espansione verso sud del quartiere di Don Bosco che, racchiuso fra i vigneti e sotto lo sguardo attento di Castel Firmiano, accoglie 3500 abitanti in 941 alloggi ed è un esempio a livello nazionale di architettura ecologica destinata all’edilizia sociale, agevolata e privata residenziale.

Rencio e Santa Maddalena: partendo ancora da Piazza Walther, ma con il bus n.8, si arriva in una zona ad altissima vocazione vinicola, in un quartiere – Rencio – impreziosito su tutti i pendii da ordinati filari di viti e bellissimi masi.  Qui si coltiva soprattutto la schiava, vinificata perlopiù in Santa Maddalena (dal nome della collina), dal noto rosso color rubino. Da visitare la chiesetta del curato dedicata a San Lorenzo (prima testimonianza nel 1180, successivi rimaneggiamenti, abside rotonda e campanile del 1712), il Museo della Scuola e la chiesetta di Santa Maddalena, situata in posizione panoramica sulla sommità della collina, che custodisce un pregevole ciclo di affreschi del Trecento, ben conservato su tutte le pareti interne.

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Museion, Graffiti. Ph. Marten de Leeuw. Courtesy The Estate of Rammellzee

Il Museion: per chi ama l’arte contemporanea il Museion è certamente una delle tappe da non perdere. Facilmente raggiungibile in bicicletta unisce il piacere di una pedalata alla scoperta di un luogo iconico che propone mostre in continuo dialogo con la scena artistica internazionale in un edificio di architettura moderna nel cuore della città: fino al 14 settembre la mostra “Graffiti” dedicata al rapporto tra graffiti e arte contemporanea è la prima esposizione istituzionale in Italia a esplorare l’evoluzione dell’uso della pittura spray nell’arte.  Da segnare in agenda.

Messner Mountain Museum: sempre in bicicletta, costeggiando il fiume Isarco si può raggiungere Castel Firmiano, le cui antiche mura ospitano oggi il museo ideato dal celebre alpinista Reinhold Messner. Il percorso espositivo si snoda tra le torri, le sale e i cortili della rocca, offrendo al visitatore una visione a 360° del mondo della montagna. Opere, quadri, cimeli e reperti naturali raccontano lo stretto rapporto che unisce l’uomo alla montagna, l’orogenesi delle catene montuose e il loro disfacimento, il legame tra montagna e religione, la maestosità delle vette più famose del mondo, la storia dell’alpinismo dagli albori fino all’odierno turismo alpino. Imperdibile.

massimo terracina

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