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"Giovanni Battista Moroni, il ritratto del suo tempo" a Gallerie d'Italia Milano Ph Roberto Serra / Iguana / Gallerie d'Italia

GIOVAN BATTISTA MORONI (1521-1580): IL RITRATTO DEL SUO TEMPO

Un’esposizione assai completa – oltre 100 opere tra disegni, libri, medaglie, armature – forse la più completa mai dedicata al pittore bergamasco Giovan Battista Moroni che offre dipinti provenienti da musei internazionali (National Gallery di Londra, Kunsthistorisches Museum di Vienna, Gemäldegalerie – Staatliche Museen di Berlino, Musée du Louvre, Museo Nacional del Prado, National Gallery of Art di Washington e Philadelphia Museum of Art).

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“Giovanni Battista Moroni, il ritratto del suo tempo” a Gallerie d’Italia Ph Roberto Serra Iguana Gallerie d’Italia


Mentre alle sue opere si affiancano importanti testimonianze di Lotto, Moretto, Savoldo, Anthonis Mor, Tiziano, Veronese e Tintoretto.  

Due ore da vivere per la gioia degli occhi e del pensiero.

La mostra, a cura di Simone Facchinetti e Arturo Galansino, è inserita nel programma Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 e realizzata in partnership con Accademia Carrara di Bergamo e Fondazione Brescia Musei. Le due città lombarde hanno condiviso per secoli l’appartenenza alla Repubblica di Venezia, sviluppando scuole artistiche autonome e indipendenti. La figura di Moroni le lega idealmente essendo stato allievo del maggiore pittore bresciano del Cinquecento, Alessandro Bonvicino detto il Moretto.

Entrambi i pittori hanno lasciato una preziosa eredità al Caravaggio e, in particolare, è Moroni ad avergli trasmesso l’approccio al ritratto naturalistico senza mediazioni tratte dal disegno o da abbellimenti estetici.

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Arturo Galansino e Simone Facchinetti

E’ proprio quella certa luce “che batte trasversalmente sulla parete” nei quadri di Moroni, a catturare l’interesse di Caravaggio e dei pittori olandesi del Seicento.

Roberto Longhi lo definisce “pittore della realtà” e scrive che “i ritratti di Moroni appaiono così veri e semplici da comunicarci la certezza di averne conosciuto i modelli”. Al di là della raffinata e perfezionata strategia tecnica, Moroni copia il modello in un formato a grandezza naturale passando direttamente alla pittura del soggetto, arrivando a un risultato che possiede una straordinaria immediatezza espressiva, una vibrante autenticità. Nessun abbellimento e se esistono difetti fisici il pittore li registra senza nasconderli.

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Ritratto di donna con ventaglio

E’ da Lotto che Moroni trae esempio per il suo approccio informale e disincantato, entrando in intima confidenza con il modello. Mentre è Moretto che gli fornisce i tagli visuali per concentrarsi sull’aspetto fisico del soggetto e sulla intensità degli sguardi.

Sono questi gli esordi di una brillante carriera da ritrattista, mentre Moroni, nella bottega bresciana del Moretto, raccoglie appunti grafici che andranno a costituire un prezioso taccuino di disegni utili al futuro lavoro, nel corso del quale Moroni avrebbe scoperto nuove formule e nuovi schemi.

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L’ultima cena secondo Moroni

Durante la permanenza a Trento nel clima internazionale del Concilio Ecumenico (1545), Moroni entra in contatto con la famiglia di Cristoforo Madruzzo Principe Vescovo della città e realizza i ritratti dei nipoti da un lato, mentre incontra esempi di una ritrattistica aggiornata grazie a Tiziano e Anthonis Mor che stavano gettando le basi dello State Portrait”.

Nel corso del Cinquecento i rappresentanti del potere con funzioni pubbliche, a cominciare dall’imperatore Carlo V, vogliono le proprie effigi ben rappresentate nelle corti europee, con la giusta immagine da veicolare. Ma Moroni, che dedicherà un’ampia parte della carriera alla ritrattistica approfondita in tutti i suoi aspetti, rappresenta i suoi modelli facendo emergere aspetti più intimi e amichevoli mentre il suo pennello rivela una sfera privata piuttosto che pubblica.

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Don Gabriel de la Cueva, Duca di Alburquerque, 1560 Artwork Location: Gemaeldegalerie – Staatliche Museen zu Berlin, Berlino, Germania Permission for usage must be provided in writing from Scala.

Eccoci al “ritratto al naturale laddove Moroni restituisce al soggetto l’aspetto più umano e più vero. Nella sua produzione rientrano i ritratti delle personalità del suo tempo, fra le quali spiccano la poetessa Isotta Brembati, Prospero Alessandri, i Grumelli e gli Albani, Gabriel de la Cueva (futuro Governatore di Milano), gli Agliardi e gli Spini che volevano un ritratto eseguito proprio dal Moroni. Grazie a questo ampio catalogo è stato possibile conoscere e studiare meglio la società del suo tempo.

In questo periodo (1560) Moroni realizza alcune delle opere più belle come il “Cavaliere in rosa” (Gian Gerolamo Grumelli), segnate da un assoluto controllo dei mezzi pittorici. Non da meno il ritratto del “Cavaliere in nero” che suscita il commento di Bernard Berenson (1895) “…ditemi se, secondo voi, esista al mondo un ritratto più distinto, raffinato e geniale del Cavaliere in Nero di Moroni. Vedete, non è stato assolutamente Whistler a inventare la tonalità…”  E ancora il “Ritratto di sarto” (Il tagliapanni 1572-1575), il dipinto in assoluto più celebre, il quale, con uno sguardo intenso rivolto all’osservatore, si appresta a utilizzare le forbici sul panno disteso sul tavolo.

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Mostra Giovanni Battista Moroni Gallerie d’Italia Milano (Roberto Serra / Iguana / Gallerie d’Italia)

Accanto al ritratto un volume “Il libro del Sartoun repertorio di modelli disegni, appunti e figurini raccolti da un sarto milanese nella seconda metà del Cinquecento.

Non è un caso che il Sarto stia tagliando un panno nero per confezionare un abito. Nero era infatti tradizionalmente il colore indossato all’epoca dalla aristocrazia veneziana e dalla classe mercantile che, durante il regno di Carlo V, divenne il colore ufficiale della corte asburgica in Spagna, diffondendosi poi nel resto d’Europa.

Donne e uomini ritratti da Moroni indossano completi neri e confermano questa tendenza che risulta anche dal “Libro del Sarto”.

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Mostra “Giovanni Battista Moroni, il ritratto del suo tempo” a Gallerie d’Italia Milano (Roberto Serra / Iguana / Gallerie d’Italia)

Moroni, tendenzialmente, costruisce dei set di posa sempre uguali – come facevano i fotografi nell’Ottocento – concentrando l’attenzione dell’osservatore sulla testa, lo sguardo, la posa delle mani e i dettagli della moda. Rigoroso e sobrio ma senza cupezze, il personaggio è vivo, comunica con l’osservatore ed è lontano da qualsiasi ritrattistica ufficiale. Moroni troverà un amico e un estimatore in Tiziano che lo raccomandava a chi volesse farsi fare un ritratto….

Vi sono anche incursioni nel genere sacro con alcune pale d’altare e dipinti destinati alla devozione privata nei quali gli stessi devoti sono ritratti e coinvolti direttamente nella scena. Tra tutti assai bella “Madonna con Bambino”.

Gallerie d’Italia – Milano, Museo di Intesa Sanpaolo, fino al 01 aprile 2024

Daniela di Monaco

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