Nonostante il passaporto italiano sia classificato fra uno dei più potenti al mondo, per il numero altissimo di paesi cui permette di accedere, senza visto, viene da chiedersi cui prodest?
La chimera del passaporto
Nella classifica 2024 la graduatoria dei documenti di viaggio più riconosciuti, rispettati e desiderati (come cittadinanza) al mondo ci sono sei paesi che condividono il primo posto con accesso senza visto a un numero record di destinazioni nell’indice Henley Passport 2024, che si basa su dati esclusivi e ufficiali dell’International Air Transport Association (IATA).
Quattro stati membri dell’UE, Francia, Germania, Italia e Spagna si uniscono a Giappone e Singapore nel vantare i passaporti più potenti, con i loro cittadini in grado di visitare ben 194 destinazioni su 227 in tutto il mondo, senza visto.
Bellissimo, entusiasmante, gratificante. Peccato che l’ottenimento del libercolo bordeaux dalle questure preposte alle consegna abbia, da tempo, assunto tempi biblici.
I mugugni dei cittadini, andati inascoltati, hanno certamente spostato l’attenzione su un non trascurabile particolare: le persone che non riescono ad ottenere il passaporto … non viaggiano lungo raggio con una grande perdita in termini di fruibilità di vacanza e di possibilità di spostarsi.
Naturalmente in molti si sono mossi per evidenziare questa criticità che pesa non solo sui cittadini, ma anche sul comparto turistico.
In tanti hanno interpellato il “Viminale”, e non solo sui passaporti, ma anche sulle carte di identità elettroniche, che però ha risposto in maniera quantomeno bizzarra.
In molte città occorrono mesi per ottenere il documento e il Dipartimento per la Pubblica sicurezza minimizza l’emergenza, asserendo come, dopo l’emergenza pandemica, si sia tornati alla “normalità” (concetto ampiamente discutibile, se questa è normalità n.d.r.) ossia alla gestione delle pratiche negli uffici, come se quella da remoto fosse solo in via straordinaria.
Questo evidenzia che molto c’è ancora da fare sulla digitalizzazione, termine del quale molti politici da tempo si riempiono la bocca, senza avere nemmeno idea, evidentemente, di cosa sia realmente, in termini culturali e operativi.
Tecnologie digitali e piattaforme online, per la propaganda, avrebbero il merito di snellire le procedure burocratiche e accelerare l’erogazione dei servizi. Permetteteci una risata, almeno circoscritta al “passport affair”.
Evidentemente, ciò non vale per tutta la PA (alcuni segmenti funzionano bene) e men che meno per il processo di rilascio di nuovi passaporti, che ormai da diversi mesi registra ritardi biblici, attribuiti, proprio sentendo il Dipartimento per la Pubblica sicurezza, al sistema di prenotazione via web.
In poche parole ci dicono che la problematica, non dissimile da quella che affligge l’emissione della carta d’identità elettronica, “riguarda principalmente i tempi necessari per prenotare sulla piattaforma informatica l’appuntamento in questura per la consegna della documentazione e il rilevamento dei dati biometrici”. Ci pare poco credibile.
Vieppiù che il Viminale stesso consiglia di ricorrere alle pratiche urgenti, ossia presentarsi con un biglietto aereo già acquistato per “forzare la mano della precedenza”. E, secondo il ministero le forze in campo sono state potenziate… chissà se non lo fossero state…
In particolare, “il portale Agenda onLine,” strumento utilizzato dalle questure per facilitare gli accessi agli uffici e dai cittadini per prenotare la giornata e l’orario di presentazione dell’istanza di rilascio qualora non ricorrano motivi di urgenza, è soltanto uno degli strumenti di accesso agli uffici passaporto del territorio. Terminata l’emergenza pandemica, si è progressivamente tornati alla normalità prevedendo sistemi di accesso diversi dalla prenotazione”. Dai ridiamoci su!

Il Viminale sottolinea come, “anche al fine di fornire riscontro alle richieste che provengono dalla cittadinanza, le questure hanno previsto ulteriori modalità, modulate secondo le rispettive potenzialità, per consentire l’accesso allo sportello a coloro che evidenzino situazioni di urgenza, legate a malattia, lavoro, studio e turismo. Sui siti web delle questure è infatti possibile rintracciare i percorsi – open day, sportello urgenze, mail dedicata, contatto telefonico, accesso diretto – attraverso i quali gli utenti possono presentare le istanze in caso di urgente necessità di ottenere il passaporto. A tutt’oggi, grazie alle diverse iniziative adottate sul territorio, non si ha notizia di casi in cui non sia stato possibile partire per mancanza del passaporto, né riscontri circa le asserite perdite di chance degli operatori del settore turistico”.
Eccome no?! Per tagliare i tempi attualmente previsti per il rilascio del passaporto (fino a sei-sette mesi), il Viminale consiglia in sostanza di utilizzare la procedura per le pratiche urgenti. “Proprio la predisposizione, da parte di tutti gli uffici di polizia di misure dedicate alle pratiche urgenti e l’inserimento del turismo tra le ipotesi di urgenza consente di rilasciare il passaporto in tempi utili rispetto alle prenotazioni esibite o alle motivazioni addotte a sostegno dell’urgenza stessa”.
E per il ministero le forze in campo sono state potenziate ma le cifre non risultano consone alla dichiarazione. Passaporti emessi: 1.783.415 nel 2019, 1.815.828 nel 2022 e 1.344.934 nell’anno in corso, mezzo milione di meno…
Dopo il deposito dell’istanza, i tempi per il rilascio del passaporto in quasi tutte le Questure si attestano su quelli previsti dalla normativa di riferimento (15 giorni e, in caso di ulteriori accertamenti, 30 giorni) e che, grazie all’impegno profuso dal Ministero dell’Interno, l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ha assicurato per quest’anno una fornitura di 3.510.000 libretti, a fronte dei 1.800.000 consegnati lo scorso anno”.

Qualche politico alza la voce: “Non è accettabile che nel 2023 in molte città italiane le questure non permettano di prendere appuntamenti per fare un semplice passaporto, costringendo i cittadini a rinunciare a viaggi per incapacità amministrativa. Altro che Open to Meraviglia!“.
E allora scendono in campo le associazioni di categoria (turistica) per farsi sentire con il Ministro Piantedosi, al momento in tutt’altre faccende affaccendato. (cit. Giuseppe Giusti)
Non bastassero guerre, pandemie et similia, il turismo italiano è afflitto dal mal funzionamento della PA su un nodo cruciale: il rilascio del passaporto dicono in coro le Associazioni di categoria.
Non sono bastati servizi di Striscia la notizia e Report, centinaia di articoli sulla carta stampata, scandali su truffe ai danni dei cittadini, comunicazioni accorate di appello per trovare una soluzione per opporsi ad una burocrazia insensata e demenziale, per un paese che si definisce civile, che non solo fa male ai cittadini ma, e soprattutto, alle imprese dei viaggi, i cui accorati (e pertinenti) appelli sono rimasti inascoltati.
Il nodo dei tempi di rilascio o rinnovo dei passaporti italiani, a due anni dall’uscita dell’emergenza Covid, rimane purtroppo scandalosamente inaccettabile. Come se non bastasse, anche per l’emissione delle carte di identità elettroniche si verificano problemi analoghi. “Il tempo passa, ci si stanca di segnalare e chiedere soluzioni” segnalano le associazioni turistiche che si sono fatte portavoce di questa istanza che volentieri riportiamo..
Assuefarsi alla mediocrità vuol dire che l’Italia sta perdendo e noi italiani non dobbiamo permetterlo. Il Turismo organizzato, già proiettato sulla vendita delle vacanze estive, a nome dei presidenti delle principali associazioni di categoria, chiede ancora una volta al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, cui ha inviato due giorni fa una ulteriore lettera sollecitando un incontro, di intervenire per tutelare il diritto degli italiani di viaggiare e a difesa degli imprenditori del comparto che continuano a perdere fatturato a causa della burocrazia.

Secondo una stima effettuata, i tempi lunghi o lunghissimi per ottenere o rinnovare un passaporto hanno, infatti, mandato in fumo nel biennio 2022-2023 167mila viaggi internazionali per un giro d’affari di 300 milioni di euro.(!) Purtroppo, anche la soluzione “Polis”, che riguarda esclusivamente i Comuni con meno di 15mila abitanti, rischia di essere una ulteriore comunicazione priva di efficacia reale e rappresentare solo una proroga di questa agonia legata alla Pubblica amministrazione.
Le voci dei presidenti delle Associazioni:
Pier Ezhaya, presidente ASTOI Confindustria Viaggi, afferma che «Il mondo del Travel ha bisogno di velocità e fluidità e non può essere frenato da intoppi burocratici che lo costringono a subire danni ingenti direttamente causati dallo Stato».

Franco Gattinoni, presidente FTO – Federazione Turismo Organizzato di Confcommercio, attacca: «Ci vantiamo di avere il passaporto più forte del mondo, peccato che sia una chimera riceverlo, a causa della complessità e delle tempistiche per fissare un semplice appuntamento».
e prosegue a 24 Mattino su Radio 24: «potremmo chiedere i danni al ministero. È una cosa incomprensibile che in un Paese moderno come il nostro accadano queste cose. Nel nostro settore abbiamo perso circa 300 milioni di fatturato ed a questo punto chiederemo i danni al Ministero della Giustizia, qualcosa dovranno pur fare.
Abbiamo segnalato il problema un anno e mezzo fa.
Quello che mi fa arrabbiare è che non trovo comprensibile che non si riesca a intervenire? Qualche mese perché si torni a regime, può passare, ma dopo un anno e mezzo essere ancora a questo punto, assolutamente no. Abbiamo segnalato al Ministero del Turismo che so essere intervenuto in diverse occasioni. Ora abbiamo scritto direttamente, la settimana scorsa, per l’ennesima volta, a Piantedosi. Noi e tutte le associazioni del turismo italiano, ci aspettiamo almeno una risposta ma più che una risposta ci aspettiamo una risoluzione dei problemi».
Giuseppe Ciminnisi, presidente Fiavet di Confcommercio, aggiunge: «Si sta violando un diritto costituzionale alla mobilità e discriminando i cittadini in base al loro luogo di residenza. Alcune questure, a distanza di pochi chilometri, offrono servizi totalmente diversi, ma con le regole attuali si lavora a compartimenti stagni».

Enrica Montanucci, presidente Maavi Conflavoro PMI, riflette: «Siamo un settore di microimprese a conduzione prevalentemente femminile, con altissimo tasso di occupazione di donne e dover perdere opportunità di lavoro per una burocrazia incomprensibile non è più tollerabile».
Gianni Rebecchi, presidente di Assoviaggi Confersercenti, conclude: «Gli italiani sono costretti a giocare quotidianamente con la lotteria degli appuntamenti per ottenere il passaporto. In questo caso non si vince niente, ma perdiamo come sistema Paese».
Domenico Pellegrino, presidente Aidit Confindustria, spiega: «In un’era in cui si parla di digitalizzazione e intelligenza artificiale è paradossale metterci due anni per risolvere un problema che in tutti gli altri Paesi europei non esiste».
Quindi se vi preme viaggiare, organizzatevi con un anno di anticipo per avere il libretto color vinaccia! Se no, a casa!
Massimo Terracina


