Torino è una città che si concede a poco a poco. Va scoperta con delicatezza, partendo dai suoi luoghi simbolo, la Mole, il Monte dei Cappuccini, Superga, le eleganti piazze, i palazzi del potere, il Teatro Regio rinato dopo trent’anni di chiusura, o il Museo Egizio ridisegnato, per poi addentrarsi nel suo tessuto urbano, fatto di design, riqualificazione e di famiglie profondamente legate alla città.
Ma Torino è anche mistero, crocevia di magia bianca e nera, (non bianconera!!!)intrisa di simboli esoterici che avvolgono chi la visita in una curiosità crescente.
Torino esoterica: tra luce e ombra

Secondo la tradizione, Torino è una delle capitali mondiali dell’esoterismo, divisa tra due triangoli magici: quello della magia nera, con Londra e San Francisco, e quello della magia bianca, con Praga e Lione.
Una città sospesa tra razionalità e mistero, attraversata da correnti energetiche opposte.
La parte luminosa richiama conoscenza e trasformazione positiva; quella oscura rimanda all’alchimia, alla morte e al dolore. Non è un caso che Torino sia stata capitale sia della monarchia sabauda che del pensiero massonico, patria di logge, alchimisti e società segrete.
Il cuore della magia bianca è Piazza Castello, sede del potere legittimo.
Anche la Fontana Angelica in Piazza Solferino è ricca di simboli: le statue delle stagioni esprimono ambiguità tra serenità e dolore, mentre l’acqua rappresenta la purificazione dell’anima.
Il polo “oscuro” è invece Piazza Statuto, costruita a ovest, dove tramonta il sole.
Al centro, il Monumento al Traforo del Frejus con il suo angelo dalle sembianze luciferine e la stella a cinque punte rovesciata, è considerato l’accesso alle forze oscure. Si dice che sotto la piazza sorgessero necropoli romane.

Molti palazzi del centro nascondono simboli alchemici e massonici: mascheroni minacciosi, bassorilievi, decorazioni segrete. Il più celebre è il Portone del Diavolo in via XX Settembre, con un volto demoniaco apparso misteriosamente nel XVII secolo sulla porta del palazzo del conte Trucchi di Levaldigi.
Anche il Museo Egizio, secondo alcuni, sarebbe un centro di energia mistica, i cui reperti millenari emanerebbero poteri nascosti. Molti credono inoltre che la disposizione urbanistica della città segua proporzioni ermetiche e geometriche volute per canalizzare tali energie.
Oggi queste leggende hanno dato vita a un vero circuito esoterico: tour guidati, passeggiate notturne, itinerari che svelano il volto nascosto di Torino, dove ogni piazza può diventare un portale tra mondi opposti. È forse questa dualità — tra ragione e arcano — il fascino più profondo della città.

Aurora: il quartiere che cambia volto
Il quartiere Aurora, tra i più antichi di Torino, ha avuto a lungo un’identità industriale e operaia, segnata da alta densità abitativa e dal declino delle fabbriche. Storicamente area mista fra residenze, officine e magazzini lungo la Dora, per anni ha sofferto degrado urbano e carenza di spazi verdi.
Negli ultimi anni, però, Aurora sta vivendo una nuova stagione grazie a progetti di rigenerazione urbana sostenuti dal Comune e da fondi europei (PINQuA, ToNite).
Il progetto ToNite valorizza le aree lungo il fiume Dora, creando percorsi pedonali e spazi comunitari. A Borgo Dora, un intervento da oltre 5 milioni ha realizzato nuovi sistemi di drenaggio per contrastare gli allagamenti.
Altri progetti, come Valdocco Vivibile 2, prevedono la riqualificazione degli incroci, la rimozione delle barriere architettoniche e nuove aree verdi. Tutto ciò punta a restituire vivibilità, mobilità sostenibile e qualità dello spazio pubblico.

Oggi Aurora è in trasformazione: nascono nuovi servizi, attività culturali e piste ciclabili, ma permangono sfide legate alla sicurezza e alla convivenza sociale. È un quartiere “in evoluzione”, che passa da un passato industriale a una nuova identità urbana più sostenibile e vivibile.
Torino, sospesa tra luce e ombra, industria e rinascita, resta una città che sorprende chi la osserva con sguardo curioso: razionale e misteriosa, antica e moderna, concreta e magica allo stesso tempo.
Simboli massonici, figure demoniache, portoni con facce nascoste, statue inquietanti e antiche necropoli romane sotto la superficie: tutto contribuisce a questa dimensione misteriosa.

Simboli, massoneria e alchimia della Torino misteriosa
Gran parte della narrazione esoterica torinese si fonda su simboli presenti nell’architettura: obelischi, draghi, maschere, meduse, creature alchemiche, passi d’angolo che seguirebbero regole “magiche”.
Il legame con la massoneria è spesso evocato: molti palazzi avrebbero una simbologia massonica nascosta, operata da architetti e logge del passato.
In questa visione Torino diviene “palcoscenico” dove si incontrano culti, dottrine occulte, antiche religioni, alchimie, un mix che affascina turisti e appassionati.
Il “circuito” della Torino esoterica

Sebbene non esista un percorso ufficiale universalmente riconosciuto, sono numerosi i tour che propongono un cammino tra i luoghi “magici” di Torino: portoni enigmatici, statue con simbologie nascoste, mobili urbane che segnano confini simbolici, ecc.
Gli itinerari suggeriti spesso includono: Piazza Statuto, Piazza Castello, Fontana Angelica, Museo Egizio, Vie e palazzi del centro storico con simbologia alchemica o massonica, Luoghi “di passaggio” tra la dimensione della luce e dell’ombra
Critica e realismo
Va detto che molte delle leggende hanno valenza più simbolica, narrativa o turistica che documentata da fonti storiche rigorose. Alcuni scettici mettono in guardia “non fare tour organizzati esoterici a meno che tu non voglia sentire due ore di sciocchezze prive di senso e di fondamento”, eppure, come fenomeno urbano‑culturale, l’idea della Torino esoterica ha avuto un impatto concreto: rivitalizzazione del turismo tematico, valorizzazione di angoli poco noti, aumento dell’interesse per il patrimonio simbolico della città.

Interpretazione simbolica
Il lato “magia bianca” della città rappresenta l’aspirazione alla luce, al bene, alla trasformazione positiva.
Il lato “magia nera” richiama l’ombra, il mistero, l’inconscio urbano, le forze sotterranee e nascoste.
Così in cui camminare non è solo muoversi nello spazio, ma anche in una mappa simbolica, tra dualità, segreti, intrecci visibili e invisibili.

Il quartiere Aurora (e in particolare l’area Borgo Dora) rappresenta un esempio plastico di come la città di Torino stia cercando di trasformarsi: da zona industriale e operaia a spazio urbano rigenerato, più sostenibile, più vivo, più attento alla mobilità, al verde, alla qualità della vita. Allo stesso tempo, la città nel suo complesso si offre come palcoscenico di un’esplorazione esoterica: luoghi, simboli, storie che interagiscono con l’architettura, la topografia, la memoria urbana.
Le piccole spigolature … alimentari di Torino, per non farsi mancare, mai, una gioia!

Un percorso tra tradizione e sapori autentici parte dalla Pasticceria Racca, in zona Crocetta, dove la torinesità profuma di lieviti e cioccolato. Da lì ci si sposta verso il cuore della città per una sosta storica da Baratti & Milano, sotto i portici di Piazza Castello: un caffè ottocentesco fermo nel tempo.
Proseguendo verso la collina, la Pasticceria Raspino accoglie con dolci classici e una cura artigianale d’altri tempi.
Per il pranzo, una tappa conviviale è d’obbligo ai Fratelli La Cozza, locale popolare e verace, dalle porzioni ciclopiche, che celebra la cucina di mare in chiave piemontese, in quello che fu l’opificio (1916) del Maglificio calzificio torinese, oggi sede del gruppo BasicNet (Robe di K Superga, K-way).

Combo Torino è uno spazio polifunzionale, ex caserma dei pompieri di Porta Palazzo, che unisce ristorante, bar e area eventi nel cuore della città. Propone una cucina contemporanea con influenze internazionali, cocktail e un’atmosfera conviviale in un luogo d’incontro tra arte, musica e buon cibo. Ha anche un’area ospitalità (200 letti in varie combinazioni).
San Tommaso 10, sede storica del primo laboratorio Lavazza, oggi raffinato ristorante e caffetteria fa il paio con Condividere, il ristorante stellato parte del progetto Nuvola Lavazza, all’interno del quale si trova.

A pochi passi, sotto le arcate di Piazza Castello, l’Arcadia offre un ambiente elegante per un aperitivo o una cena nel cuore delle Gallerie Subalpina. Alcuni ristornati fanno parte del progetto Magèbin, circuito di ristoranti di Torino e provincia che celebra e promuove la cucina piemontese autentica, con l’obiettivo di salvaguardare la tradizione culinaria locale con almeno il 60% di ingredienti e piatti tradizionali.
Ogni volta, Torino si scopre un po’ di più, rendendo necessaria una prossima visita!
massimo terracina
