Venezia è disseminata di graffiti storici incisi su colonne, portali, pareti di ogni tipo.
Si tratta di disegni, simboli, scritte.
«Sono circa 40mila i graffiti presenti su una mappatura del 20% della città – spiega la coordinatrice del progetto Flavia De Rubeis, professoressa di Paleografia latina a Ca’ Foscari – dalle scritte ai disegni, dai messaggi d’amore alle armature. Le ricerche sono suddivise in tre aree: una mappatura urbana, una che si concentrerà nei monasteri cittadini e lagunari, una proprio a Palazzo Ducale».

40 mila graffiti storici censiti
I graffiti storici rappresentano dediche, citazioni, avvertimenti, insulti, messaggi d’amore, figure, armature, navi e molto altro. Sono iscrizioni che raccontano la storia della città da tanti punti di vista, attraverso decine di migliaia di testimonianze lasciate lungo i secoli.
Un progetto di ricerca dell’Università Ca’ Foscari Venezia sta censendo e studiando questi segni. Uno studio che, come ha dichiarato De Rubeis «…servirà a ricostruire i movimenti e le storie di persone apparentemente ai margini della storia, ma invece preziose per arricchire la nostra conoscenza del paesaggio culturale veneziano nel corso dei secoli».
I graffiti storici incisi sulla pietra non sono casuali o momentanei.
I ricercatori, attivi sui graffiti veneziani fin dal 2019, con il progetto “VeLA Venezia libro aperto” hanno anche ricostruito con tecniche di archeologia sperimentale la loro stessa lavorazione.
Per disegnare una nave o una firma servono strumenti adatti, quasi da scultori, e un lavoro intenso e prolungato per ore e giorni. A scrivere con tanto impegno erano persone che avevano un intento preciso, motivazione e molto tempo da dedicarvi.

A Palazzo Ducale, per esempio, per alcuni anonimi il sentimento di appartenenza alla Serenissima si traduce in leoni marciani che compaiono ben 7 volte incisi, o disegnati a grafite o fumo di candela.
Il pittore greco Theodoros Rallis, attivo in Francia alla fine dell’Ottocento, ha voluto lasciare segno di un suo passaggio certo a Venezia di cui abbiamo evidenza nel 1875, con la sua firma in cui si dichiarava “pittore da Parigi”.
Dotati di macchina fotografica, tablet e di scanner sofisticati, l’epigrafista Giulia Frambusto, la paleografa Debora Pasquariello e l’archeologo Francesco Masiero percorreranno il Palazzo palmo a palmo per scoprire i graffiti inediti, oltre ai 20mila già individuati, dei quali 9mila già studiati.
Storie e disegni, lasciati dalle migliaia di frequentatori di Palazzo Ducale nei secoli, raccontano la vita della città. Ci sono viaggiatori, pittori, soldati, carcerati: c’è chi ha inciso quello che vedeva, chi ha lasciato una traccia per i posteri accompagnata da un autoritratto. C’è un graffito elettorale per Giovan Battista Nani, il procuratore capo di San Marco che non riuscì mai a farsi eleggere doge, un ritratto inciso di Francesco II Sforza ma anche graffiti del custode della Biblioteca Marciana Giovanni Panutti, in servizio per 50 anni, fino al 1925.

Non mancano le rappresentazioni di città, di persone, di statue, ricordi di regate o di grandi freddi.
«Questo progetto scientifico è un bell’esempio di collaborazione tra le varie istituzioni cittadine soprattutto per quanto riguarda i temi della riqualificazione urbana e architettonica della città – ha dichiarato la rettrice dell’Università Ca’ Foscari Venezia Tiziana Lippiello –
La ricerca scientifica oggi svolge un ruolo importante, ha un impatto sul territorio e sulla società: è responsabilità delle ricercatrici e dei ricercatori svolgere attività di ricerca non solo per la propria crescita professionale, ma per portare un beneficio alla collettività. Il progetto VeLA Venezia libro aperto consente di conoscere nuovi aspetti della storia di Venezia e di uno dei suoi monumenti più importanti e conosciuti al mondo».
Ovviamente la ricerca ha un costo, e per poter realizzare il progetto il gruppo ha ottenuto un finanziamento europeo gestito dall’IRHT, ovvero il Centro internazionale di studi dei testi di Parigi del CNRS, nella sezione Biblissima+, che per la prima volta ha aperto i bandi a progetti stranieri.
Nel 2022 è stato anche vinto il finanziamento nazionale PRIN “VeLA, Venezia Libro Aperto, Palazzo Ducale”, al quale collabora anche lo IUAV, l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia.
Complessivamente, lo studio su Palazzo Ducale conta su 300mila euro di finanziamenti. Alla fine del progetto, i graffiti saranno accessibili anche ai visitatori ipovedenti e non vedenti, attraverso una voce narrante in cinque lingue (italiano, inglese, spagnolo, francese e tedesco) che descriverà i graffiti e i loro protagonisti.
Oltre alle scritte incise nelle celle delle Prigioni di Palazzo Ducale, e le figure di Santi a cui probabilmente i reclusi nei “pozzi” rivolgevano una preghiera, in Piazza San Marco, vicino alla Biblioteca Marciana e alla Libreria Sansoviniana, troviamo i graffiti sulle colonne inneggianti ai dogi, che riportano la scritta W Marco Giustiniani (1684), le scritte devozionali sulla facciata della Basilica di San Marco, o ancora la curiosa incisione di un ratto che figura sul fusto di una colonna bianca di Calle del Traghetto a San Felice e che riporta la data del 1644.
Iniziali, lettere, simboli, testimonianza di un passaggio di merci e commercianti da paesi lontani. Numerosi sono i graffiti storici delle navi veneziane, galee o gondole, soprattutto sul portale della Scuola Grande di San Marco, accanto all’Ospedale civile, quasi un trattato visuale della marineria veneziana in età moderna. Ancora navi, questa volta inedite, compaiono sulle colonne della Ca’ d’Oro, insieme a due raffigurazioni dei preziosi corni ducali.
Il progetto in corso continuerà a lungo, dentro e fuori da Palazzo Ducale. Ma già nelle prossime settimane il sito di VeLA andrà online, consentendo di consultare le schede sulle decine di migliaia di graffiti storici ( o meno storici) già censiti!
elena volpato
