Carlo Scarpa

“VETRO VERO-CARLO SCARPA”: bello, raffinato alla ricerca del sublime

Vetro: l’incredibile arte dei maestri vetrai di Murano abbinata al genio di Carlo Scarpa, celebre per le sue creazioni architettoniche, i restauri, gli allestimenti magistrali ma anche per essere uno straordinario designer: 30 opere da tempo non visibili al pubblico, uniche, create da una materia sostenibile per eccellenza, plasmabile e riutilizzabile all’infinto.

Carlo Scarpa
Carlo Scarpa 1954

È secolare l’arte della lavorazione del vetro, e questo è risaputo, ma sino ad oggi non è stato possibile stabilire quando esattamente abbia avuto origine l’industria vetraria veneziana. Le sue prime manifestazioni risalgono al trasferimento nelle isole dell’estuario di quei Veneti vissuti nei fiorentissimi centri romani della fascia costiera adriatica da Adria ad Altino, dove avevano appreso le tecniche della lavorazione del vetro.

Le sole testimonianze della fase arcaica del vetro veneziano sono costituite dai frammenti rinvenuti nel 1961-62, insieme con i resti di una fornace, negli scavi effettuati soprattutto nella “Piazza” di Torcello e dai frammenti restituiti dal sottosuolo di Murano oltre che dalle acque della laguna. Più recentemente, tra il 1992 e il 1993 gli scavi condotti nella Piazza di Malamocco, piccolo centro del Lido, hanno portato alla luce due bicchieri tronco-conici e una bottiglia a collo lungo e corpo panciuto databili tra la fine del XIV e l’inizio del XV secolo.

Carlo Scarpa
Flacone per profumo in vetro trasparente a regolari bolle d’aria color pagliesco 1936 Firma all’acido “Venini Murano”

Dal XIII secolo i vetrai avevano uno statuto, in latino, contenente le norme disciplinari che dovevano regolare l’attività della corporazione, riformato nel 1441 e redatto in volgare chiamandosi “Mariegola dell’Arte dei verieri de Muran”. Nella “Mariegola” (o Matricola) si davano precise disposizioni riguardanti la disciplina della corporazione in tutte le fasi dell’ attività, dalla fabbricazione alla vendita del prodotto, dal pagamento delle tasse alle relazioni tra padroni della fabbrica, maestri e gli altri lavoratori.

Carlo Scarpa e il “vetro vero”

“Vetro vero” (in dialetto veneziano vetro si dice “vero”), giocando sul  doppio significato del termine, mette in mostra un materiale antico che si presta ad affrontare tutte le sfide della modernità e della contemporaneità, da quelle artistiche a quelle ambientali e dello sviluppo, di cui il design si fa interprete e portavoce. L’esperienza dell’artista Carlo Scarpa nell’universo del vetro si intreccia con due importanti fornaci di cui fu direttore creativo: la MVM (Maestri Vetrai Muranesi) Cappellin e Venini.

Carlo Scarpa
Vaso in vetro bicolore verde e amaranto ad incalmo, con la parte superiore regolarmente battuta ad esagono e la parte inferiore rifinita a mola 1940

La vetreria M.V.M. Cappellin fondata da Giacomo Cappellin nel 1925, si qualificò dalla fine del 1926 al 1932, anni della sua attività, come la migliore, alla pari della V.S.M. Venini, con cui rivaleggiò idealmente, realizzando una produzione di qualità eccezionale, sia per i tessuti vitrei impiegati sia per il design degli oggetti. Scarpa assunse presto una certa autonomia nella progettazione dei modelli, che si distinsero soprattutto per il ricorrere di forme geometriche.

In questi anni la M.V.M. seppe proporre nuove serie di vetri frutto di continue ricerche sulla materia e sulla forma, spesso rivisitando antiche tecniche di lavorazione come la filigrana a reticello e il decoro fenicio cogliendo anche la sfida del vetro opaco. La storia della vetreria verrà raccontata all’interno della mostra ricostruendo per la prima volta l’intero catalogo di produzione. Esempio di soffiati dalle forme geometriche essenziali, molti dei quali caratterizzati da un piede tronco-conico, è il vaso bellissimo in mostra: colori tenui e preziosi, in linea con le tendenze artistiche del tempo dominate dal gruppo Novecento. A partire dal 1932 l’architetto veneziano inizierà la collaborazione con la fornace Venini, che durerà fino al 1947.

Carlo Scarpa
– Vaso sferico in vetro trasparente color “pagliesco” su piede tronco conico 1926

Le sue creazioni alternano superfici trasparenti o opache, lisce o volutamente irregolari, con una ampia gamma cromatica dimostrando una continua tensione verso l’innovazione, spingendo al massimo le potenzialità della materia e della tecnica. In cent’anni di storia e passione, VENINI ha custodito e interpretato un patrimonio artistico unico, che affonda le proprie radici nella cultura veneziana del 1200, dando vita ad opere inconfondibili, capaci di fondere insieme i profondi saperi della tradizione con il fascino dell’estetica contemporanea di eccellenza, promuovendo a livello internazionale i valori del Made in Italy, della Bellezza e del Savoir Faire.

Nel 1940 la Biennale di Venezia dedica una intera sala alle creazioni di Carlo Scarpa realizzate per Venini, ricevendo un ennesimo importante riconoscimento di critica e pubblico. Di quest’anno in mostra sono esposti i cosiddetti “tessuti”, vasi a sottili canne vitree policrome; un incredibile vaso in vetro bicolore verde e amaranto a incalmo, che unisce tecniche diverse, con la parte superiore regolarmente battuta ad esagono e la parte inferiore rifinita a mola; e ancora un vaso a battiture orizzontali, ma soprattutto alcune pregiate opere a tessere in pasta vitrea nera, rossa e bianca rifinite a mola.

Carlo Scarpa
Coppa “serpente” a tessere in pasta vitrea nera e decoro a tessere bianche e rosse rifinite a mola 1940

Tra queste “murrine opache”, in cui le tessere vitree sono perfettamente lisce per l’intervento della mola, nella Biennale del ’40 apparve il piatto a murrine nere (in mostra una recente riedizione) su cui spiccava un serpente avvolto a spirale disegnato da tessere bianche e rosse. L’innovazione a livello tecnico ed estetico, è visibile ancora in una delle serie più tarde che troviamo esposte: i “corrosi” dalla tipica superficie irregolare aggredita dall’acido fluoridrico imbevuto nella segatura.

Carlo Scarpa
Il Parco di Palazzo Foscolo

Carlo Scarpa a Palazzo Foscolo fino al 17 marzo

Qui, scrive Carlo Sala, “la superficie si fa imperfetta per una materia che diventa vibrante perdendo parte della staticità tipica del gusto estetico di quegli anni, proiettandosi così verso la dimensione aniconica che sarà protagonista del dopoguerra”. Nella mostra di Oderzo (TV) a Palazzo Foscolo fino al 17 marzo 2024, ideata e supervisionata da Renzo di Renzo e Carlo Sala, spiccano varie serie prodotte per la Venini: i cicli “mezza filigrana”, le “murrine romane”, “i lattimi”, i vetri “a bollicine”, caratterizzati da piccole bolle d’aria incluse nel tessuto vitreo, e i “sommersi” nelle tante varianti proposte, come quelle con inclusione di foglia d’oro.

Uno splendido omaggio a Carlo Scarpa “artista-alchimista”, capace di sfruttare le infinite possibilità dei componenti, della luce, delle variazioni di temperatura, delle tecniche di lavorazione, soprattutto di una materia che dall’antichità ad oggi sa trasformarsi all’infinito, forgiata dalla creatività e dalla maestria degli uomini.

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