Negli ultimi anni, sempre più persone hanno deciso di cambiare vita.
Grazie alla tecnologia, oggi è possibile lavorare da qualsiasi parte del mondo, basta una connessione internet e un computer. Nasce così una nuova figura: il nomade digitale.
Chi è il nomade digitale
Il nomade digitale è una persona che lavora da remoto, senza un ufficio fisso, e allo stesso tempo viaggia in modo continuativo.
Non si tratta solo di vacanze prolungate, ma di un vero stile di vita. Può lavorare da un caffè a Lisbona, da una spiaggia in Thailandia o da una biblioteca in Giappone.
La libertà di scegliere dove vivere diventa parte integrante del lavoro stesso.
Le professioni più adatte
Alcuni lavori si adattano meglio a questa modalità.

Tra i più diffusi ci sono: sviluppatori web, designer, copywriter, traduttori, insegnanti di lingue online, consulenti marketing, project manager e social media manager. Anche liberi professionisti come fotografi, videomaker e coach possono lavorare viaggiando.
La condizione fondamentale è poter svolgere tutte le attività online, senza la necessità di una presenza fisica.
I vantaggi di essere nomade digitale
Il primo vantaggio è la libertà. Chi sceglie questo stile di vita può decidere dove vivere e quando cambiare città.
Spesso si risparmia anche sul costo della vita, scegliendo paesi dove il potere d’acquisto è più favorevole. Un altro aspetto positivo è l’arricchimento culturale.
Viaggiare permette di entrare in contatto con nuove persone, abitudini e modi di pensare. Questo può migliorare anche la qualità del lavoro, grazie a stimoli sempre diversi.
Le sfide quotidiane
Non mancano però le difficoltà. Trovare una buona connessione Wi-Fi, adattarsi ai fusi orari, affrontare la solitudine o gestire il proprio tempo sono alcune delle sfide principali.
Serve una buona dose di organizzazione e autonomia per mantenere la produttività. Anche la burocrazia può creare problemi, soprattutto se si cambia spesso paese.

Come iniziare
Molti iniziano questo percorso lasciando il proprio lavoro in ufficio per passare al freelance.
Altri chiedono al proprio datore di lavoro la possibilità di lavorare da remoto, almeno per alcuni mesi. In alternativa, si possono cercare piattaforme che offrono lavori da remoto, come Upwork, Freelancer o Remote OK.
Prima di partire, è consigliabile pianificare un budget, stabilire una routine e informarsi sulle regole dei paesi che si intende visitare.
Serve la Partita IVA?
Per lavorare in modo autonomo come nomade digitale, nella maggior parte dei casi è necessaria l’apertura della Partita IVA. La Partita IVA permette di emettere fatture per i propri servizi e lavorare in regola con il fisco.
Non sempre è facile orientarsi tra i regimi fiscali, le scadenze e gli obblighi burocratici. Per questo motivo, molte persone si affidano a servizi che semplificano la gestione della propria attività.

Un esempio è Fiscozen, che offre supporto completo per chi ha una Partita IVA, dalla dichiarazione dei redditi al calcolo delle tasse. Grazie a servizi di questo tipo, anche chi viaggia spesso può gestire tutto online, con pochi clic.
Dove vivere da nomade digitale
Ci sono città che attirano particolarmente chi lavora da remoto. Tra le più popolari ci sono:
- Lisbona, per il clima mite, la vivace scena tech e il basso costo della vita
- Bali, meta preferita dai freelance creativi, grazie agli spazi di coworking e all’ambiente rilassato
- Barcellona, per chi cerca un mix tra cultura, mare e vita notturna
- Tbilisi, capitale della Georgia, offre visti lunghi e costi molto contenuti
Anche città italiane come Palermo, Napoli o Lecce stanno diventando interessanti, grazie agli spazi di coworking e alla qualità della vita.
Aspetti legali e fiscali da considerare

Oltre alla Partita IVA, è importante sapere dove si è fiscalmente residenti. Se si trascorre più di 183 giorni all’anno in un paese, si potrebbe diventare residenti fiscali lì.
In questi casi, conviene parlare con un esperto per evitare problemi con le tasse. Inoltre, bisogna fare attenzione ai visti: alcuni paesi permettono soggiorni lunghi con visti turistici, altri richiedono permessi specifici per lavorare.
Il futuro del lavoro è remoto

La pandemia ha accelerato un cambiamento già in corso. Sempre più aziende permettono il lavoro da remoto, e il concetto di “ufficio” sta cambiando.
Molte persone non vogliono più scegliere tra vita personale e carriera. Il nomadismo digitale rappresenta una risposta concreta a questa esigenza. Non è per tutti, ma per chi ama viaggiare e cerca flessibilità, è un’alternativa sempre più valida.
Una vita senza confini è davvero possibile.
Diventare nomade digitale non è una fuga dalla realtà, ma un modo nuovo di viverla.
Con una buona preparazione, una connessione stabile e gli strumenti giusti, è possibile lavorare in libertà e scoprire il mondo allo stesso tempo. E con il supporto di servizi come Fiscozen, anche la gestione fiscale diventa più semplice.
massimo terracina
