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Washington, D.C. : visitare la capitale federale oltre la “retorica negativa degli Stati Uniti”

Da sempre una personalità di spicco nel panorama turistico statunitense, Eliott Ferguson massimo dirigente di Destination D.C. l’ente del turismo di Washington, capitale americana, in una accorata chiacchierata con i media ha affermato di sperare che i consumatori separino la retorica negativa sugli USA dalla realtà quando valutano se prenotare o meno una vacanza negli Stati Uniti.

L’attuale presidenza, che per inciso ha rivoluzionato Brand USA, l’ente preposto alla promozione degli USA nel mondo, “licenziando” 5 membri del CD, fra cui lo stesso Ferguson e le proteste legate alla politica sull’immigrazione dell’attuale governo, hanno di certo un ritorno negativo sui flussi turistici, soprattutto da parte di certi paesi nord europei, solitamente importanti per il turismo americano.

Secondo Ferguson, alcuni consumatori potrebbero scegliere di non visitare gli Stati Uniti a causa di una “retorica forte e confusa” che influisce il loro giudizio e toglie il desiderio di viaggiare verso gli USA.

Washington, D.C.: Ferguson racconta perché visitarla

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Elliott Ferguson, Wahsingron D.C.

Tuttavia, Ferguson, che non smentisce mai la propria altissima professionalità, ha esortato i media globali presenti all’IPW 2025 di Chicago a parlare dell’esperienza positiva e alla capacità immutata di accogliere i visitatori che gli Stati Uniti continuano a ricevere, sottolineando che gli americani “desiderano in modo inequivocabile dare il benvenuto alle persone nel nostro Paese”.

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Ferguson ha anche sottolineato le difficoltà nel promuovere Washington come destinazione accogliente, nonostante i titoli negativi che si riferiscono alla città in relazione alle dichiarazioni politiche dell’amministrazione Trump ed al fatto che il Presidente ed il suo staff risiedano proprio qui.

«A Washington ci sono 535 persone che vengono a legiferare e svolgere il loro lavoro di rappresentanti del popolo americano – spiega Ferguson – e altre 700mila che vivono in città. Come destinazione, siamo sfidati e penalizzati dai titoli negativi di stampa e tv mondiale. Questa che vi sto dando non è una dichiarazione politica, è semplicemente la nostra realtà; la retorica potrebbe essere forte e confusa, ma come destinazione e come Stati Uniti vogliamo che condividiate l’accoglienza che siamo in grado di dare a tutti i turisti del mondo».

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Washington, D.C. Inclusiva, aperta, ospitale, LGBTQ+

Ferguson ha sottolineato il successo delle recenti celebrazioni del World Pride in città, nonché il fatto che l’inclusività e accoglienza è anche data dal fatto che il 14% dei residenti si identifica come LGBTQ+, come esempio di come la realtà di visitare Washington differisca da alcune percezioni.

«Non posso dirvi io se viaggiare verso il nostro Paese o meno: dovete seguire la vostra coscienza –  prosegue Ferguson – come rappresentanti del turismo vogliamo che vi sentiate benvenuti e, come nazione, la sensazione generale è che gli americani accolgano volentieri le persone nel nostro Paese».

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National Gallery of Art Ph washington.org

È innegabile che da parte dell’ente di promozione turistica Destination D.C. siano state espresse preoccupazione per l’attuale clima politico, la sicurezza percepita e il calo stimato dei viaggiatori provenienti da mercati chiave come Canada (-37%), Regno Unito e Germania (-12%). Ferguson ha risposto senza esitare ad affrontare argomenti delicati.

«Vogliamo che tutti i visitatori si sentano benvenuti. Se qualcuno decide di non venire, lo comprendiamo, ma l’importante è che sappia che la stragrande maggioranza degli americani apprezza e accoglie a braccia aperte i turisti internazionali – . Al di là di ogni retorica, esiste un’America progressista, ospitale e resiliente».

Le ragioni di un viaggio

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National Portrait Gallery-Smithsonian American Art Museum courtesy of washington.org

Washington ha tanto da offrire: oltre 60 musei gratuiti, come lo Smithsonian e il nuovo Museo della Casa Bianca, i quartieri multiculturali e il crescente calendario di eventi. Tra questi, la più grande celebrazione del 4 luglio del Paese e la commemorazione del 250° anniversario dell’indipendenza nel 2026, che promette di posizionare la capitale come epicentro celebrativo e culturale degli Stati Uniti.

massimo terracina

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