Per Zuccchero – Adelmo Fornaciari all’anagrafe- stata una serata intrisa di energia, nostalgia e maestria quella vissuta ieri allo Stadio Olimpico Grande Torino, dove ha entusiasmato il pubblico con il suo “Overdose d’amore Tour”. Una tappa importante di questo secondo giro negli stadi italiani, che ha portato a Torino non solo un repertorio leggendario, ma anche l’anima profonda di un artista che ha fatto della contaminazione musicale e della libertà espressiva la sua cifra inconfondibile.
Zucchero: una band da sogno per un artista senza confini
Sul palco ormai abituale, con il grosso “sole” ledwall alle spalle, i tanti gradoni e una disposizione raccolta pur nella monumentalità di un palco enorme, Zucchero non era solo. A condividere la scena con lui c’era la sua storica super band, un ensemble affiatatissimo di professionisti che lo accompagnano da anni e che sanno seguirlo anche quando, come ha confessato lui stesso, “cambio idea all’ultimo minuto e mi invento qualcosa di nuovo”.
Guidati dal direttore musicale Polo Jones al basso, la formazione comprendeva artisti del calibro di Kat Dyson (anche ai cori) e Mario Schilirò alle chitarre, Peter Vettese alle tastiere, l’instancabile Adriano Molinari alla batteria affiancato sull’altro lato del palco da Monica Mz Carter a seconda batteria e percussioni, e una sezione fiati esplosiva con James Thompson (anche ai cori), Lazaro Amauri Oviedo Dilout e Carlos Minoso. Completavano il sound trascinante la seconda voce e i cori di Oma Jali, vera e propria presenza scenica, e Nicola Peruch alle tastiere.
Tra gospel, blues e provocazioni
Il concerto si è aperto con le suggestive note gospel di Oh, Doctor Jesus, interpretate da Oma Jali, che hanno preparato il pubblico all’ingresso di Zucchero con Spirito nel buio, Soul Mama e La canzone che se ne va, tratte dall’album D.O.C..
Non sono mancati brani “ritrovati”, come Pene e la meravigliosa Iruben Me, autentiche perle che l’artista ha riportato alla luce negli ultimi anni.
Come sempre, Zucchero ha saputo mescolare sacro e profano, alzando il tono quando ha parlato – senza mezzi termini – di guerra, politica e potere, lanciando invettive contro Trump, Musk, Bezos e Netanyahu, per poi stemperare con Un soffio caldo, brano scritto con Francesco Guccini, che canta la pace e la libertà.
Una celebrazione del blues italiano
Il concerto è stato più di un semplice show: una vera e propria celebrazione e un rito blues, ma con la connotazione italia, dove il pubblico alternava la danza sfrenata nei brani più ritmati al silenzio rispettoso durante le ballate.
Momento di grande commozione l’omaggio a Luciano Pavarotti – che quest’anno avrebbe compiuto 90 anni – durante l’esecuzione di Miserere, un brano che simboleggia l’eterna fusione tra pop e lirica e l’amicizia tra due giganti.
Zucchero si è concesso anche incursioni fuori scaletta, lasciando uno spazio tutto loro alla band che ha brillato con omaggi a Ike & Tina Turner, agli Stones e a Keith Emerson, dimostrando ancora una volta che la sua musica vive in continua evoluzione.
Zucchero: una carriera leggendaria
Zucchero è uno dei pochissimi artisti italiani ad aver lasciato un segno indelebile sia in patria che all’estero.
Nato a Roncocesi nel 1955, ha attraversato la storia della musica italiana contaminandola con soul, blues e rock d’Oltreoceano, ma senza mai perdere il cuore mediterraneo.
Dal successo di Oro, incenso e birra – che lo ha consacrato come fenomeno internazionale – a collaborazioni epocali con Eric Clapton, Miles Davis, B.B. King e Ray Charles, ha costruito un ponte tra la musica italiana e il mondo.
Nel 1995, con Spirito DiVino, ha firmato uno degli album più iconici della sua carriera. Oggi, a 30 anni da quel successo, l’album viene celebrato con una special edition in formato digitale, vinile crystal e un box deluxe da collezione che riporta i fan nel cuore degli anni Novanta.
L’Arena nel destino
Dopo la prossima tappa a Padova il 28 giugno, Zucchero si prepara a tornare a casa, nel tempio che più lo rappresenta: l’Arena di Verona.
Con oltre 600.000 spettatori e 54 show nella storica cornice veneta, detiene il primato assoluto con 22 serate in un solo anno e ben 14 concerti consecutivi nel 2022.
A settembre, l’appuntamento è con otto nuove date imperdibili (16, 17, 19, 20, 22, 23, 25 e 26 settembre), che si preannunciano già sold out.
Torino: tre ore da ricordare
Il concerto torinese si è chiuso dopo oltre tre ore di musica, con le luci che si sono accese su Hey Man e un pubblico emozionato che ha lasciato lo stadio con il cuore pieno di musica e di gratitudine.
Zucchero ha dimostrato, ancora una volta, che non è solo un artista, ma un’esperienza, una voce che sa cantare le passioni e le contraddizioni dell’anima umana, con ironia, rabbia, dolcezza e profondità. E che, nonostante i decenni di carriera, continua a “godere” – come lui stesso dice – della sua musica. E il pubblico, con lui.
La Photogallery della serata è a cura di Renata Roattino @Jhonninaphoto
Per info sul tour e biglietti:
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Zucchero: la scaletta del concerto
- Oh, Doctor Jesus
- Spirito nel buio
- Soul Mama
- Il mare impetuoso al tramonto salì sulla Luna e dietro una tendina di stelle…
- Ci si arrende
- La canzone che se ne va
- Una come te
- Partigiano reggiano
- Vedo nero
- Amor che muovi il sole
- Pene
- Il volo
- Facile
- Con le mani
- Solo una sana e consapevole libidine salva il giovane dallo stress e dall’Azione Cattolica
- Baila (Sexy Thing)
- Iruben Me
- Menta e rosmarino
- Un soffio caldo
- Il suono della domenica
- Donne
- Miserere
- Nutbush City Limits
- Jumpin’ Jack Flash
- Honky Tonk Train Blues
- Madre dolcissima
- Dune mosse
- Diamante
- X colpa di chi?
- Diavolo in me
- Chocabeck
- Hey Man
































