Rovigo, il Polesine e la sua provincia, un territorio dove ambiente e tradizioni sanno fondersi con il tessuto produttivo e imprenditoriale, dove agricoltura e pesca offrono prodotti di alta qualità e dai sapori unici.
Proprio qui, nel sud del Veneto, i due fiumi principali d’Italia, creano le “Terre fra Adige e Po” disegnando paesaggi naturali straordinari, come il Delta del Po, area Mab Unesco dal 2015, nonché set cinematografico prediletto dai grandi registi italiani.
Rovigo, il Polesine e le terre fra Adige e Po
È il Polesine, attorno al capoluogo, Rovigo, il territorio sinonimo di movimento: una terra plasmata dall’acqua che non è mai uguale a se stessa, ma in continuo cambiamento, una terra caleidoscopica, dalle numerose sfumature di verde e azzurro, che si attraversa lentamente da ovest a est seguendo il naturale fluire dei corsi d’acqua. Una terra fertile che, proprio per la sua posizione geografica, si è arricchita di grandi corti rurali, di ville venete, di valli di pesca.

Sono proprio i due fiumi ad essere i protagonisti di questi cambiamenti, nel corso dei secoli. Durante il Medioevo e l’Età Moderna le strade erano scarsamente praticabili per cui le “vie d’acqua” rappresentavano la soluzione più idonea per il transito dei trasporti.
L’Adige era la principale via di collegamento tra l’area trentino-germanica, Verona e Venezia.
Le merci trasportate tra le due città come olio, grano, fichi, formaggio, legname venivano principalmente condotte con imbarcazioni su questo fiume e già nel 1192 furono stabiliti dei trattati tra Verona e Venezia per regolamentare questo commercio, che fu meglio codificato nel 1230 con il “Liber plegiorum”.
Badia Polesine, infatti, era “Porto internazionale sull’Adige”, dal ‘500 funzionale al sistema mercantile della “Serenissima”.

Ed è proprio Venezia, per difendere i capitali che i nobili veneziani impegnarono nella coltivazione dei suoli, ad intervenire in maniera decisiva deviando nel 1604 il corso del fiume Po verso sud, nel timore che nel tempo potesse interrare la laguna.
Con queste parole il Provveditore Zane annunciava la fine dei lavori: era il 16 settembre 1604. I lavori erano iniziati nel 1600, dopo un dibattito durato mezzo secolo.
“Hoggi alle ore 19 con il favor del Sig. Dio si ha data l’acqua al novo taglio la qual vi è entrata per 50 e più aperture che si sono fatte nel medesimo tempo all’argine, et dopo aver fatto un poco d’empito in spazio d’un’hora in circa si parizò con l’altra acqua dell’alveo e continua il suo corso come fa tuttavia placidissimamente. Piaccia al Sig. Dio come ha principiato a correre con molta felicità cosi continui per sempre et nella escrescenza di Po portandovi quelle maggiori acque che si spera apporti a V. S.ta qual servizio che è desiderato a beneficio publico e dei particolari ancora”.
Il così detto Taglio di Porto Viro ridisegnò l’assetto del Delta portandolo ad essere quello che è oggi. Badia Polesine e Fratta Polesine sono due dei piccoli borghi che sorgono nel territorio, dove ritrovare testimonianze del passato, come il Teatro Balzan a Badia Polesine, costruito nel 1812: un vero e proprio gioiello per le decorazioni a foglia d’oro che ricorda, per somiglianza, la Fenice a Venezia o come la palladiana Villa Badoer, bene Patrimonio dell’Umanità, a Fratta Polesine, scenografia ideale per mostre e spettacoli.
In una delle barchesse della Villa è allestito il Museo Archeologico Nazionale, qui sorto per ospitare i reperti archeologici trovati durante gli scavi realizzati a pochi chilometri dal centro storico in località Frattesina.

La Villa ogni anno richiama turisti da ogni parte del mondo, interessati a vedere dal vivo l’opera del grande maestro, Andrea di Pietro dalla Gondola, a noi tutti noto come Palladio. Una visita alla Casa Museo Giacomo Matteotti permette di immergersi nella vicenda umana e politica di un protagonista della storia italiana del Novecento, nativo di Fratta Polesine, ambiente a cui è anche legato per la maturazione del suo primo impegno politico. Il Museo è ricavato all’interno di quella che fu, a partire da fine Ottocento, la residenza della famiglia Matteotti.

A Rovigo, nel centro storico, testimonianze della città contesa tra i Veneziani e Ferraresi sono visibili a Palazzo Roverella, Palazzo Roncale e Torre Donà, così come nel passato ci riportano i reperti dell’archeologia al Museo dei Grandi Fiumi. Una regione ‘anfibia’, una zona che include nove comuni della provincia di Rovigo, il cui fascino risiede anche nella forza che la natura ha esercitato sull’uomo e sul suo tentativo di contenerla, e nel tacito patto che li lega indissolubilmente da secoli.
Il Delta del Po: uno spazio fra terra e mare dove la natura è sovrana. Si estende su un’area di oltre 400 kmq di superficie e rappresenta il più grande parco naturale italiano nonché la zona umida più estesa d’Europa, un ambiente dove flora e fauna fanno entrambi parte di un delicatissimo ecosistema composto di canali, paludi, lagune, canneti e banchi di sabbia.
Qua e là affiorano i ‘casoni’, ossia le tipiche capanne dal grande camino, punto di riferimento per il pescatore e per il guardiano di valle. Nel Delta si distinguono vari ambienti, ognuno con caratteristiche peculiari: la campagna con i paleoalvei, le dune fossili, gli argini, le golene, le valli da pesca, le lagune o sacche e gli scanni. Questi elementi del paesaggio si incontrano arrivando da est, scendendo lungo la corrente del Po. Le golene, ricche di vegetazione e rifugio per numerose specie di uccelli, sono formate da zone umide, boschi ripariali e perfino piccole isole.
Hanno varie origini: alcune sono cave abbandonate, altre sono lanche, anse del Po dove la corrente arriva solo durante le piene, altre ancora sono casse di espansione, cioè aree di sfogo per le piene più grandi.

L’ambiente golenale ha un’alta capacità di assorbimento delle sostanze organiche dell’acqua, contribuendo a ridurre l’inquinamento del fiume. Gli scanni sono isole o penisole, larghe da qualche decina a qualche centinaio di metri e lunghe a volte chilometri, che proteggono le lagune dalla potenza del mare, consentendone la sopravvivenza: dal lato verso il mare sono spiagge battute dalle onde, dalla parte interna, invece, sono ricoperte da vegetazione che tollera le acque salmastre e da canneti che si immergono nella laguna.
Tante le visite guidate organizzate dall’ente parco, così come numerose sono le attività legate a forme di turismo lento ed ecosostenibile: in bicicletta, in barca, a piedi o in canoa il Delta del Po saprà emozionarvi e stupirvi!
elena volpato
